IL RETROSCENA. Vescovo coraggioso: aveva deciso di dire messa in mascherina con il covid. Ma alla fine la malattia lo ha costretto a lasciare a metà

5 Agosto 2024 - 19:44

Non è grave, eppure ieri febbricitante ha dovuto rinunciare alla tradizionale processione di San Paride

TEANO (ELIO ZANNI) – E meno male che il vescovo non sta male: sarebbe affetto da una forma di «Coronavirus». Stamattina ha detto messa, quella dedicata al santo Patrono di Teano, ma dopo l’omelia ha dichiarato lui stesso dall’altare maggiore di soffrire un malore, ha salutato i fedeli e ha lasciato con calma l’altare maggiore della chiesa cattedrale. «STO POCO BENE»: queste le parole del vescovo.

Nessuno (inteso come nessun giornale) ha mai detto che si è sentito male ma che «sta male», questo sì. E ci pare essere una verità inoppugnabile se volessimo, come di fatto assolutamente vogliamo, credere alle parole di Sua Eccellenza per la quale – ci scuserete se è poco – ma siamo stati in apprensione. Scrivevamo, ci pare: La comunità si stringe intorno al su amato Pastore.  

Per chi scrive però, che storicamente ha sempre detto tutto quel che pensa senza nascondimenti, con tutto il rispetto Monsignor Cirulli, cui si riconosce una forte dose di coraggio, avrebbe fatto bene a rinunciare del tutto, anche alla messa dei stamattina 5 agosto 2024 dedicata a San Paride. Tanto, per il suo bene e magari, non si sa mai, anche per quello dei suoi diretti e più prossimi collaboratori. Infatti, non a caso, qualcuno indossavano la mascherina. Come come del resto Eua Eccellenza, all’inizio della messa.

Il motivo? A volte richiede maggiore coraggio la rinuncia che il rischiare. E poi, prevenire lo sanno tutti e meglio che curare e in coronavirus può non essere uno scherzo.  «I coronavirus (CoV) . leggiamo da una rivista web specializzata – sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie: dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave)».

Lo dice la scienza media, non un giornalista a caccia di scoop o in vena di cerare allarmismi. E a proposito di giornalismo viene da dire che bisogna, qualche volta, non sempre, anche saper incassare. Non necessariamente occorre scomodare, come il caso di specie, mezza curia vescovile per tentare di sminuire una notizia di cronaca sfuggita al quotidiano setaccio di pagine Facebook, Instagram, Twitter, fonti di informazione primarie, secondarie, agenzie di stampa, amici, collaboratori, parenti e affini. Keep calm: non è successo niente. Non è ancora successo niente. O, forse, non succederà mai niente, se ci si mette la mano San Paride…