IL (SECONDO) FOCUS. “Faremo due giorni da nababbi a Capri”. Così si “fessiava” Campoli aspettando Zannini in porto. Il racconto del GRANDE IMBROGLIO DA 10 MILIONI fase per fase

5 Ottobre 2024 - 15:29

I due giorni nell’isola da sogno con lo yacht Camilla A costituiscono una delle fasi, sicuramente la più intrigante, quella che si offre maggiormente a un’attenzione più vasta e variegata. Quando Zannini paga con un bonifico è solo dopo aver saputo dell’indagine in corso e che l’armatore, zio della moglie di Paolo Griffo, è stato ascoltato dalla guardia costiera. Per quelli che invece vogliono capire bene i suoi metodi, consiglio di prendersi un po’ di tempo e seguire la vicenda dei 10 milioni di Invitalia e della diabolica modalità scelta coinvolgendo due comuni, apparentemente disancorati tra di loro, ma che sono guidati da due sindaci di fede zanniniana

MONDRAGONE (gianluigi guarino) – Il giorno 8 settembre del 2023, Vincenzo Rurgo piccolo armatore e sicuramente proprietario e possessore di una barca da 24 metri, dunque già codificabile come yacht, la Camilla A, rientrando evidentemente nella piccola flotta della Venti ed Eventi, sua società con sede a Latina, comunica con quello che formalmente nel decreto di perquisizione notificato a Giovanni Zannini e ad altri viene definito il “comandante dell’imbarcazione”, ossia il capitano che l’avrebbe condotta, Pierluigi Merlino, di stare attento ed essere morigerato con le spese di bevande e alimenti messe a disposizione del comfort del gruppetto vacanziero formato da Zannini, da sua moglie Margherita Palmieri e dagli amici di sempre, il compare di anello Alfredo Campoli e dalla moglie di questi Maria Tramonti, vero totem di Zannini nelle due amministrazioni comunali di Mondragone di cui ha assunto il pieno controllo, attraverso dei sindaci-fantoccio.

In tutte le cose che abbiamo letto nel capo B delle ipotesi di reato formulate dai magistrati della procura di Santa Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, titolari dell’indagine, questa ci appare la più convincente di tutte quale riscontro logico sul fatto che quei due giorni a Capri tra il 9 e il 10 settembre del 2023 costituirono un “regalo” di Luigi e Paolo Griffo, padre e figlio, titolari di un caseificio dal marchio celebre, quello di Spinosa.

Vincenzo Rurgo aveva provveduto a fornire a Zannini il numero del comandante della Camilla A. Zannini gli aveva chiesto l’importo di questa super gita di due giorni, ricevendo un riscontro di tranquillità, della serie “tutto pagato”, rispetto al quale Zannini non aveva certo insistito, accogliendo con piacere questa disponibilità, ripagata con un emoticon smile.

Tutto ciò accadeva nei giorni decisivi che avrebbero dovuto spostare l’inerzia degli avvenimenti nella direzione voluta dai due Griffo, i quali, qualche mese prima, aveva realmente temuto di veder sfumare l’ambizione di incassare dal governo italiano, attraverso Invitalia, un finanziamento da quasi 10 milioni di euro, per fare del caseificio che avevano già una sorta di cittadella della mozzarella di bufala.

ZANNINI HA SCELTO E VOLUTO IL POSTO DI PRESIDENTE NELLA COMMISSIONE AMBIENTE E VI SPIEGHIAMO PERCHE’

Guardate, Giovanni Zannini, che quando si è mosso nella sanità (CLICCA E LEGGI IL FOCUS DI IERI) ha mostrato limiti culturali e comportamentali gravissimi, se sta, come si suol dire, nel suo diventa un abilissimo aggiratore e, probabilmente, violatore delle leggi vigenti, anche quelle che danno corpo al codice penale.

Lui non è diventato presidente della commissione Ambiente, Rifiuti eccetera della regione Campania per caso, perché, magari, si trattava dell’unica poltrona lasciatagli libera dal governatore Vincenzo De Luca. Zannini, dall’alto o dal basso – questioni di punti di vista – degli oltre 50 mila voti raccolti dalla lista De Luca in provincia di Caserta alle elezioni regionali del 2020, dall’alto o dal basso – stavolta ci permettiamo, più dal basso, visto i metodi con cui sono state ottenute – delle sue 21 mila preferenze personali, ha avuto la possibilità di scegliersi la poltrona, fermo restando che non era possibile svolgere contemporaneamente le funzioni di assessore e consigliere regionale.

Ha scelto la carica di presidente della commissione Ambiente, Ecologia eccetera, che nella precedente consiliatura era stata coperta da Gennaro Oliviero, in quanto il suo portato, il suo know how, le cose in cui Zannini è competente, gli hanno fatto immediatamente comprendere che, stando lì, avrebbe trascorso 4/5 della sua esistenza prossimo ventura, delle sue giornate insieme agli imprenditori.

Imprenditori della monnezza, imprenditori disposti a tutto per aggiudicarsi un appalto in un comune, imprenditori disposti a tutto per ottenere concessioni per insediamenti industriali per i quali la componente ambientale è fondamentale, imprenditori che magari volevano entrare nel settore ecologia, venendo dall’edilizia e conoscendo bene il valore aggiunto garantito, a certe condizioni, da trash e dintorni, imprenditori legati al settore delle cave.

A quest’ultimo riguardo, noi siamo certi che un Antonio Luserta, sicuramente più pimpante e più devoto a Zannini di quanto non lo sia oggi, gli abbia consigliato, lo abbia spinto verso la poltrona di presidente di quella commissione. E si è visto che Luserta qualche vantaggio dalla regione lo ha ricevuto, che gli ha garantito tempi comodi, anzi comodissimi, molto al di là di quelli previsti dal piano di dismissione, per chiudere la sua cava e cominciare la fase di riqualificazione, a partire dal riempimento delle voragini, delle montagne spaccate in due, oggi in atto grazie – così ci dicono – ad una convenzione stipulata da Luserta con Rfi che invia migliaia di camion, migliaia di tir verso la cava dell’imprenditore casertano, il quale utilizza per la prima fase della riqualificazione tutto il residuo degli enormi scavi e degli enormi lavori che Rfi sta facendo per costruire la decisiva tratta dell’alta velocità lungo la Napoli-Bari, quella tra Caserta e Benevento.

Zannini dunque percorre quotidianamente con grande agilità negli uffici della regione adibiti al rilascio delle autorizzazioni ambientali. Ma essendo un politico no limits, ha sempre avuto a disposizione anche un Piano B. Nel senso che gli imprenditori con cui lui si è rapportato hanno avuto bisogno in talune circostanze di “cortesie” ai limiti dell’impossibile e che presupponevano la commissione di un atto di violazione di una o più leggi vigenti.

Siccome la legge (e non è certo questa iniziativa della procura di Santa Maria ad averci illuminato in proposito) è sempre stata, come emerge dai 400 e forse più articoli che al sistema Zannini questo giornale ha dedicato, un optional per il mondragonese, lui non si è fermato neanche dinanzi ai doverosi veti posti da funzionari della regione Campania a un’operazione, diciamo così, osé, come quella di Luigi e Paolo Griffo.

IL WEEKEND DA NABABBI DI LORD ALFREDO CAMPOLI E DELL’ONOREVOLE

Trascorreremo un weekend da nababbi“. Parole e musica del sempre delicatissimo Alfredo Campoli.

Il difetto principale di un parvenu è rappresentato dalla necessità emotiva di rendere la rappresentazione di sé ancor più importante del contenuto sotteso alla rappresentazione stessa.

Per cui, Campoli, rivolgendosi ad un dipendente del porto di Stabia, non sappiamo fino a che punto da lui conosciuto, gli diceva che lui stava aspettando nientepopodimeno che “l’onorevole Zannini” e che quel weekend da nababbi era su una barca che gli avevano “dato o prestato“.

Non una barca in fitto, dunque, non una barca di proprietà, ma una barca che gli avevano dato o prestato. Ricordiamo le date, affinché chi legga può ficcarsele bene nella testa: il weekend del 9 e 10 settembre 2023.

NABABBI NON PER CASO. GLI IMPRENDITORI NON FANNO BENEFICENZA A ZANNINI, MA…

Gli imprenditori Luigi e Paolo Griffo avevano incassato la doccia fredda della regione Campania, con due note, una datata ottobre 2022 e l’altra 4 maggio 2023. La dirigente regionale Brancaccio gli comunicava, infatti, che per il progetto della Spinosa spa da finanziare con i 10 milioni di Invitalia era necessaria la Valutazione di incidenza ambientale, o Vinca, che dir si voglia.

Il che metteva in netta difficoltà i Griffo, visto e considerato che quando si parla di Vinca ci sono vincoli molto stringenti che vengono richiesti perché l’autorità regionale ha stabilito quel determinato opificio, quel determinato capannone industriale andrà ad operare in un’area vicina o addirittura intranea a zone di pregio ambientale, con caratteristiche morfologiche, floro-faunistiche che non possono non essere tutelate.

Doppio problema, perché la regione comunica non solo che occorre la Vinca, ma che va attuata una procedura per una Vinca di Livello II, qualora l’impianto fosse stato già costruito, com’era infatti avvenuto, visto che tutto quello che i Griffo volevano incassare da Invitalia era destinato a compensare spese da loro già sostenute.

LA VINCA. PAROLA INCOMPRENSIBILE, MA QUI SI…VINCA UN VIAGGIO IN YACHT

E la Vinca di Livello II, ci siamo naturalmente documentati al di là di ciò che leggiamo negli atti giudiziari (come sempre fa questo giornale) è una procedura regolata dall’allegato G del DPR 357/97 che recepisce una delle ultime direttive nella storia della Comunità Europea datata, infatti, 1992, qualche mese prima della firma del Trattato di Maastricht, risalente al dicembre di quello stesso anno e che segnò la nascita dell’Unione Europea.

L’Allegato G suddivide ed esplica i contenuti differenti del Livello I di una Vinca e degli eventuali Livelli II e III.

Partiamo dal livello uno: “processo di screening finalizzato ad individuare i possibili effetti che può avere il progetto su un Sito Natura 2000 (quello della Direttiva CE del 1992). L’analisi va svolta sia sul progetto singolo che su altri piani o progetti correlati, per determinare il grado di importanza di tali incidenze“.

In caso di screening ad esito negativo, si va con il secondo livello: “comprende la valutazione appropriata delle incidenze e la decisione delle autorità competenti in materia a livello nazionale. In caso di incidenze negative vanno definite delle adeguate misure di mitigazione delle stesse.

I Griffo, per dirlo alla francese, a quel punto si sono sentiti in un cul de sac. E allora, come si diceva nell’antico cartone animato su Superman da noi parafrasato: questo è un lavoro per…Giovanni Zannini.

ZANNINI “NEL SUO” E’ UN ASSO. SEMAFORO ROSSO ALLA REGIONE, PIANO B CON AMBROSCA E MONTONE

I Griffo lo contattano, lui saggia il clima che si respira nell’ufficio e attorno all’ufficio della Brancaccio e capisce che alla regione “non è proprio cosa”. Bisogna compiere dunque un po’ di reati per consentire ai Griffo di superare gli ostacoli che li dividono dal finanziamento Invitalia.

Zannini pensa: ma questi Griffo hanno costruito a Cancello ed Arnone e lì c’è il mio amico sindaco Raffaele Ambrosca, vediamo che si può fare, dato che la legge regionale 16 del 2014, all’articolo 4 comma 1, consente ai comuni di chiedere la delega alla Regione sulla gestione delle procedura Vinca e acquisirne il pieno controllo.

Il problema è che il comune di Cancello ed Arnone non ha una commissione ambientale per la Vinca. E qui viene fuori un’altra caratteristica appartenente al corredo di eccellenze di Giovanni Zannini.

IL SUPERSINDACO DELLA PROVINCIA E LE FILIERE INTERCOMUNALI DEL PARACULO

Quando noi abbiamo scritto più volte che è un supersindaco di un consorzio che racchiude più della metà dei primi cittadini (pardon, secondi cittadini) della provincia di Caserta, lo sostenevamo con forza e molto sul serio.

Questo qui è stato capace di costruire una rete fortissima di convenzioni tra i comuni oppure tra questi e l’amministrazione provinciale, altro suo feudo incontrastato.

Così facendo, ha potuto gestire centinaia di assunzioni attinte dal comune ics nella graduatoria degli idonei del comune ypsilon e viceversa, oppure attraverso l’uso molto ampio, molto frequente che i comuni di stretta osservanza zanniniana hanno fatto della graduatoria idonei dei concorsi barzelletta realizzati dall’amministrazione provinciale di Caserta, grazie ai quali, però, purtroppo, Magliocca e Zannini si sono fatti – a fin di male – molti amici importanti, autorevoli esponenti delle istituzioni che hanno piazzato mogli, figli e parenti, stampando sorrisi a 32 denti sui volti dei due amiconi di Pignataro e di Mondragone i quali, non infondatamente, si sono sentiti degli intoccabili coperti a tutti i livelli: magistratura, forze dell’ordine, eccetera.

Ora, pensate che un professore di questo livello avesse difficoltà a far firmare una convenzione tra il comune di Cancello ed Arnone e un comune con un altro sindaco genuflesso, qual è Salvatore Montone, fascia tricolore di Castello del Matese, affinché Cancello ed Arnone potesse succhiare parassitariamente dal secondo un esito scontato della procedura della Commissione Ambientale del comune matesino a favore dei due Griffo?

LA CRONOLOGIA DELLE DATE CHE, A NOSTRO AVVISO, INCHIODA ZANNINI

Detto, fatto. Il 31 agosto Ambrosca riunisce la giunta comunale che approva la delibera di indirizzo affinché Cancello ed Arnone si associ con Castello del Matese.

Il giorno 11 settembre, data simbolo di ogni calamità, ma anche day after del weekend da nababbi di Zannini e Campoli, è il consiglio comunale di Cancello ed Arnone a rendere esecutiva questa interessante liaison istituzionale con il comune matesino.

12 settembre, a neanche 24 di distanza, è il giorno in cui il consiglio comunale di Castello del Matese approva la convenzione per l’utilizzo della commissione ambientale per le procedura Vinca e non solo a favore di Cancello ed Arnone.

Scusate, saremo anche ignoranti, ma ci sovviene un dubbio. Ma quello che vota il consiglio comunale di Castello del Matese il 12 settembre non è conseguenza della votazione dell’omonimo organismo di Cancello ed Arnone del giorno 11, a neanche 24 ore di distanza? Ma ‘sta cavolo di delibera doveva essere pubblicata online o materialmente per essere esecutiva? Il consiglio comunale di Castello del Matese, rispettando un lasso di tempo minimo, doveva essere convocato per rispettare il tempo tecnico della convocazione dell’assise? Vabbè…

Evidentemente, Giovanni Zannini e Alfredo Campoli erano rimasti tanto entusiasti dai due giorni da nababbi trascorsi a Capri, che dal momento in cui Zannini ha poggiato il piede sulla penisola ha imposto una ritmo vertiginoso, a tappe forzate.

Ora, è vero che la regione era stata perentoria dinanzi ai desideri dei Griffo, però, nel momento in cui la patata bollente se la vogliono prendere i comuni, no problem. E su questo punto, la spinta di Zannini non può essere di grande biasimo, trattandosi di un prediletto del governatore.

Dunque, quando il 14 settembre il comune di Cancello ed Arnone chiede, in linea con la legge regionale 16 del 2014, la delega alla regione per poter essere il riferimento istituzionale alle istanze dei Griffo, Palazzo Santa Lucia nulla obietta e il 16 ottobre la delega arriva.

Il problema è che la dirigente Brancaccio, quando aveva affermato che fosse indispensabile la procedura Vinca, aveva capito che quel tipo di insediamento era probabilmente dentro, o comunque non sufficientemente lontano da quelle aree di pregio ambientale, per essere considerato esterno o non attiguo al sito Natura 2000, tutelato dalla direttiva europea del 1992

E VAI COL TANGO, REATO A’ GO-GO.

E allora che cosa facciamo? Carte false. Bisogna cambiare le distanze. Secondo la procura ci pensa prima di tutto un tal geometra Cuccaro, il quale stende la rullina a modo suo e in pratica cancella il perimetro giuridico dell’impianto di Griffo. Il punto per stabilire la distanza dal luogo tutelato dalla disciplina ambientale viene preso dal centro degli stabilimenti e non dal citato confine.

Per cui, viene artificiosamente allargata a 620 metri la distanza dall’opificio degli Spinosa al sito Natura 2000. Oltre a questo, viene anche firmato uno studio ambientale da parte di professionisti, la dottoressa Cirielli, l’ingegnere Braccini, l’architetto Perfetto e i dottori Andolfo e Pilotti, nel quale i lavori venivano descritti come “da realizzare”, nonostante l’impianto fosse stato già costruito.

Intanto, Griffo padre aveva già parlato con i tre agronomi della commissione ambientale che dovevano decidere sulla sua istanza e ad un certo punto si scoccia pure con il figlio, il quale domanda in maniera apprensiva quale sia la situazione.

Glielo domanda al telefono e ciò secca al punto il papà che questi gli chiedi, in maniera anche piuttosto brusca, di non parlare al cellulare e di stare tranquillo.

D’altronde, con la montagna di documenti falsi che hanno redatto, la procura non ha prodotto provvedimenti sui professionisti coinvolti, ma a cascata, ha coinvolto i Griffo anche per i reati di falso e truffa, quelli della commissione ambientale possono andare sul sicuro, anche se l’Ufficio Tecnico di Castello del Matese e gli agronomi della commissione non hanno – forse colpevolmente – ritenuto di andare a controllare sul posto se quanto scritto dai tecnici fosse corrispondente al vero.

E dunque, tutte quelle caratteristiche che hanno fatto ritenere alla funzionaria regionale Brancaccio che ai Griffo fosse necessaria una Vinca, all’improvviso spariscono.

Il 17 novembre 2023 il comune di Castello del Matese termina il suo “sporco” lavoro. Tutta la documentazione passa al comune di Cancello ed Arnone e il 29 dicembre, giorno scelto non a caso, perché sono le date vicine a Natale e Capodanno, quelle di Ferragosto, le più scelte per ” fare le ricotte”, viene approvato il documento finale.

E’ tutto pronto per la “festa romana”. I Griffo possono firmare il contratto da 10 milioni con Invitalia il 17 febbraio del 2024, ricevendo dopo poco le somme di 2 milioni e 453.176,80 euro a fondo perduto e 1 milione e 500.802,80 con finanziamento a tasso agevolato.

In sintesi, dal mese di maggio 2023, quando sembrava tutto perduto, alla firma del contratto con Invitalia, sono trascorsi 9 mesi. Un lasso di tempo che sta nella testa, nel cuore e anche da qualche altra parte nel corpo di Zannini, lui che di parti cesarei e/o naturali se ne intende al punto che anche questo riesce perfettamente.

LA YACHT, L’INTERROGATORIO DELL’ARMATORE E ZANNINI CHE FUORI TEMPO MASSIMO FA UN BONIFICO CHE SERVE A MALAPENA A FITTARE IL PATTINO

E lo yacht? Quei birichini dei carabinieri si erano messi a scattar foto la mattina dell’9 settembre, immortalando l’arrivo di Alfredo Campoli e poi dei coniugi Zannini al porto di Stabia. La procura a questo punto firma una delega lampo alla guardia costiera di Napoli che convoca ipso facto l’armatore Vincenzo Rurgo.

Quando questi arriva alla Capitaneria di porto di Napoli, dice subito di aver capito di cosa trattasse quell’incontro, ovvero la gita delle famiglie Zannini e Campoli.

E’ evidente, dunque, che lui abbia già avvisato di questa convocazione Paolo Griffo, genero di suo fratello.

Quindi, quando Giovanni Zannini spedisce un bonifico il giorno 22 settembre 2023, per la procura il fatto diventa irrilevante, visto che il consigliere regionale è stato avvertito dell’indagine in corso. Quell’emoticon sorridente, che da riscontro alla notizia dell’assoluta gratuità di quei due giorni da nababbi da trascorrere a Capri, vale 100 volte di più rispetto ai 2.423 euro pagati da Zannini.

Prezzo molto modico, questo. Perché chi conosce la nautica turistica sa che con 2.423 euro quasi non ci paghi il carburante per fare Stabia-Capri e ritorno, figuriamoci il capitano, i marinai, i viveri e l’extra lux a bordo.