Il sequestro dell’impresa di Raffaele Pezzella. A nostro avviso (e vi spieghiamo perché) l’amministratore giudiziario Davide Fumante non avrebbe mai dovuto partecipare a gare bandite dalla Provincia di Magliocca e Del Prete

3 Novembre 2023 - 19:53

Nel titolo abbiamo citato anche l’ex dirigente dell’Area Tecnica che in questa nostra trattazione compare spesso in controluce come vero e proprio convitato di pietra

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Se abbiamo letto bene dalle prime pagine del decreto di sequestro dei beni dell’imprenditore di Casal di Principe, trapiantato a Teverola e poi a Maddaloni, Raffaele Pezzella, la famigerata Marrel srl, nella sua natura filiale della ditta individuale “Pezzella Raffaele“, ha visto trasformare il proprio status, ereditato dalla ditta individuale, da quello di società sotto il controllo giudiziario (più volte spiegato nei nostri articoli e che questa volta vi invitiamo a leggere direttamente alla sua fonte, costituita dall’articolo 34 bis del Codice Antimafia), a quello di società in amministrazione giudiziaria.

Non è un fatto di poco conto, perché il controllo giudiziario consente, sostanzialmente, di continuare la propria attività che trova limitazione solamente in un confronto obbligatorio che l’imprenditore deve avere nel momento in cui dà conto ad un controllore giudiziario che opera in nome e per conto di un tribunale, di ciò che ha fatto e vuole fare con la propria impresa.

Subire la cancellazione dalla white list, ovvero subire un’interdittiva antimafia, non significa in questo caso pagare tutte le conseguenze di questo provvedimento fortemente penalizzante nei rapporti con la pubblica amministrazione.

Nella percezione degli imprenditori che lo hanno incassato, l’accesso al controllo giudiziario rappresenta, come si suol dire, una modalità, un rifugio di chi si salva in calcio d’angolo.

Avere a capo della potestà esecutiva e gestionale un amministratore giudiziario significa, invece, vedersi limitati e non di poco.

Le tappe, i riferimenti temporali sono i seguenti: il 13 febbraio 2020 la ditta individuale Pezzella Raffaele viene sottoposta a controllo giudiziario, reduce da un’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Caserta, su decisione del tribunale misure di prevenzione di Santa Maria Capua Vetere per la durata di due anni, ovvero fino al 12 febbraio compreso del 2022.

Alla scadenza di questo periodo e, probabilmente, nella fase intermedia durante la quale il tribunale doveva decretare lo status attraversi cui la ditta individuale Pezzella Raffaele avrebbe continuato la propria attività, arriva, precisamente nel maggio 2022, la modifica e l’aggravamento concretizzatosi con la revoca dell’istituto del controllo giudiziario e l’immissione di quello tradizionale dell’amministrazione giudiziaria.

Nel mentre, si erano verificati tre eventi importanti su cui CasertaCe ha scritto una vagonata di articoli.

Il 19 giugno 2020 Raffaele Pezzella viene arrestato da un gip del tribunale di Napoli, su richiesta della locale DDA, assieme a Sandrino Alessandro Diana, super dirigente dell’Ufficio Tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta (non ricordiamo se ancora in carica o, presumibilmente, già in pensione), insieme all’imprenditore di San Cipriano d’Aversa Tullio Iorio, figlio del ancor più noto Gaetano Iorio, famiglia con cui Pezzella si era messo in società.

Quell’ordinanza di custodia cautelare colpì anche l’imprenditore Vincenzo Ferri, un vero “virtuoso” della fattura creativa, ovvero quella legata ad operazioni inesistenti e utile solo a far camminar denaro e poi avviato verso un destino di liquidità e di sparizione nei meandri dei pagamenti in grigio e in nero.

Il tribunale del Riesame poi annullò quell’ordinanza di arresto, attenzione, non perché questa non contenesse indicazione e dimostrazione di gravi indizi di colpevolezza, ma perché i giudici della Libertà ritennero che non sussistessero più i motivi cautelari, ovvero il pericolo di fuga, la reiterazione del reato e l’inquinamento delle prove.

Questi indagata, che poi divennero imputati, divesero le loro strade nel percorso giudiziario. Sandrino Diana fu condannato presumibilmente con rito abbreviato, mentre sono giudicati in un processo iniziato nello scorso settembre Pezzella e gli altri, secondo quanto scritto nel decreto di sequestro dal presidente del tribunale Misure di prevenzione sammaritano, Massimo Urbano, giudice estensore, Marinella Graziano e altro giudice Francesco Balato.

Questo sommovimento giudiziario non modificò lo status della ditta Raffaele Pezzella, la quale ha continuato ad operare sotto il vincolo del controllo giudiziario fino al maggio 2022 quando, come scritto prima, ha perso tale condizione.

Per la funzione di amministratore giudiziario Davide Fumante, dottore commercialista di Santa Maria Capua Vetere, che noi conosciamo come consigliere comunale della maggioranza di Antonio Mirra e come presidente dell’Ambito intercomunali per l’erogazione dei servizi sociali “C08”.

Avendo noi registrato tutte le date e avendo potuto acquisire nozione esatta della sostituzione della ditta individuale Raffaele Pezzella con la Marrel, attraverso il conferimento delle attività, e sapendo che la Marrel è nata quando Pezzella – unico socio – si trovava agli arresti domiciliari (così come scritto da questo giornale in decine di articoli) con una procedura probabilmente guidata dallo stesso tribunale Misure di prevenzione, possiamo ragionare meglio sulle vicende successive.

Dunque, la Marrel, che già in sede di costituzione assorbe, tramite conferimento, tutte le attività della ditta individuale Pezzella Raffaele, sostituisce la stessa anche nello status di impresa sotto controllo giudiziario.

Se questo, infatti, è scaduto il 12 febbraio 2022, cioè diciasette giorni prima della costituzione di Marrel, è anche vero che il tribunale decida la “retrocessione” all’amministrazione giudiziaria della ditta individuale Pezzella Raffaele e della Marrel che l’ha sostituita tre mesi dopo la scadenza del controllo giudizario.

Per cui, Marrel passa a sua volta da impresa controllata giudiziariamente, ovvero nelle more che separano la scadenza di due anni a quella del maggio successivo, ad essere un’impresa sotto amministrazione giudiziaria ed è gestita dal dottore commercialista, nonché come consigliere comunale e presidente dell’Ambito C08, Davide Fumante.

Diciamo subito che le norme vigenti non stabiliscono un preciso e asserito vincolo sulle attività di impresa svolte dall’amministratore giudiziario, visto che, nel concetto di adempimento diligente, previsto nell’articolo 35 Codice Antimafia, ci può entrare tranquillamente tutto e pure un bel po’ del contrario di tutto.

Detto ciò, però, una banale forma di focalizzazione della storia dell’azienda che Davide Fumante ha amministrato fino al giorno in cui lo stesso tribunale per le misure di prevenzione di Santa Maria ha decretato, in accoglimento di un’istanza presentata dalla DDA, il sequestro preventivo anche della Marrel srl, avrebbe portato senza ombra di dubbio a considerare tutto quello che c’è dentro all’amministrazione provinciale di Caserta una sorta di terreno minato in cui la diretta filiazione della ditta individuale Pezzella Raffaele, poi Marrel, non avrebbe mai dovuto entrarci.

Il 90% dei guai di Pezzella, arrivati peraltro, secondo noi, troppo tardi rispetto al suo profilo biografico relativo ai fatti che l’hanno visto connesso alle attività del clan dei Casalesi, dipendono dalla sua interazione con il sistema degli appalti e degli affidamenti all’amministrazione provinciale.

Nel 2020 viene arrestato e oggi e sotto processo per gli appalti alla Provincia. Nel 2021 viene arrestato ed è sotto processo a Benevento per una sequenza piuttosto lunga di mazzette elargite a un dirigente, rimasto comicamente un mister ics, della Provincia di Caserta.

Dunque, una questione di normale buon senso rende assolutamente doverosa l’astensione della Marrel dall’interazione di ogni attività svolta con l’amministrazione provinciale di Caserta. Ora, va bene partecipare ad una gara a San Nicola la strada, bandita dalla stazione appaltante del comune di Caserta, che racconteremo nei prossimi giorni; va bene partecipare e aggiudicarsi una gara all’ASL di Caserta, bandita dalla regione Campania, da 15 milioni di cui vi abbiamo scritto nei giorni scorsi, ma come si fa con questi gravi precedenti, a partecipare e vincendo esattamente come Pezzella vinceva quando faceva il bello e il cattivo tempo nell’Ufficio Tecnico della Provincia, a partecipare e a vincere una gara da 644 mila euro, così come successo per quella relativa ai lavori di messa in sicurezza del ponte sulla strada Provinciale 89 Fontegreca – Gallo – Letino (leggi qui)?

E come si fa a partecipare a gare, di cui non siamo riusciti a raccogliere ancora l’esito, sempre alla Provincia di Caserta?

Pensate un po’, la Marrel ha vinto una gara per lavori ad un ponte, infrastruttura speculare rispetto a quella al centro di tanti discorsi, immortalati dalle intercettazioni della procura di Benevento, tra gli indagati, oggi imputati, per le mazzette riguardanti l’aggiudicazione del servizio di ingegneria dei lavori Caserta-Monti del Matese.

Come si fa, poi, a non accorgersi, sempre sul terreno dell’opportunità, che il Consorzio Fenix, con sede a Bologna, è quello che si aggiudica i lavori Caserta-Monti del Matese, affidando l’opera ad una consorziata locale, è lo stesso Consorzio Fenix che in RTI, o raggruppamento temporaneo, che dir si voglia, si aggiudica l’appaltone da 15 milioni di euro, con soldi del PNRR, per le cosiddette residenze ospedaliere, con ovvia scelta del consorzio di una società locale, stavolta di Quarto che, se non fosse intervenuto il sequestro, avrebbe gestito il cantiere proprio insieme all’impresa fondata da Pezzella mentre si trovava agli arresti domiciliari.

Qui non è una questione di liceità. Ma quando c’è la camorra di mezzo, gli elementi sintomatici che riguardano l’opportunità, la trasparenza assoluta, assumono un peso specifico molto più rilevante rispetto a quello relativo ad una condizione in cui non intervengono fattori inerenti alla criminalità organizzata.

Saremmo lieti, ma veramente lo auspichiamo, di confrontarci con il dottor Fumante, pubblicando un suo scritto, un suo contenuto nel quale controdeduce e confuta queste nostre affermazioni.

Terra di Lavoro ha bisogno di una cifra di trasparenza che vada nettamente al di là del minimo sindacale. Ne ha bisogno perché qui le interazioni, le incrostrazioni dell’attitudine alla corruzione di larghi strati della pubblica amministrazione e la disponibilità che la camorra ha avuto per cibare questa attitudine hanno letteralmente devastato il tessuto del settore pubblico locale.

Fumante farebbe un servizio a se stesso, ma soprattutto alla necessità di creare una fase nuova per un confronto a viso aperto sulle argomentazioni dell’articolo che state leggendo, così che nessuno possa pensare che un eventuale errore, che può sempre succedere, un’eventuale distrazione, che può sempre intervenire, abbiano una matrice connotata da un’opacità che, peraltro, non stupirebbe nessuno, visto quello che ci succede intorno ogni giorno, a Caserta e nella sua provincia.

Dunque, auspichiamo un intervento del dottor Fumante al quale gioverebbe anche una scelta netta, non dovuta per legge, ma comunque opportuna, tra la sua funzione di componente di un albo degli amministratori giudiziari e la sua funzione politica di consigliere comunale.

Noi siamo qui, serenamente convinti, non delle nostre idee per quelle che sono, ma delle nostre idee per come sono costruite attraverso lo studio degli atti e una riflessione che arriva sempre e comunque dopo questa fase documentazione seria e rigorosa.