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IL VIDEO. Le Iene smascherano le nefandezze della sanità casertana. Dovrebbero dimettersi tutti, ma…

5 Novembre 2018 - 12:33

CASERTA(g.g.) La seconda puntata, andata in onda ieri sera su Italia1, sullo stato della sanità casertana, una sorta di crasi sodomagomorra, riunita in un sola parola, emblema di tutte le nefandezze umane, ha calato il carico da 9, sotterrando, senza remissioni, l’attuale gestione che fa capo al direttore generale Mario De Biasio.

Per noi di CasertaCe, è stato un piacere dare una mano, seppur piccola, seppur limitata dai nostri impegni frenetici di giornale artigiano che ha sempre rinunciato alle prebende che questo territorio, intossicato dalla sua storia, ci ha offerto nell’ordine di centinaia e centinaia di migliaia di euro, chiedendoci di comprare la nostra indipendenza (gesto dell’ombrello doveroso), a quelli de “Le Iene” e in particolare al bravissimo Gaetano Pecoraro che avremmo voluto aiutare di più di quanto non abbiamo fatto da luglio ad oggi, ma che, tutto sommato, di grande aiuto non aveva bisogno essendo riuscito a cogliere magnificamente i punti di sintesi sui mali fondamentali che fanno dell’asl di Caserta, una volta divisa in due (Caserta e Aversa), una delle agenzie del malaffare, della sistematica elusione della legge che poi scade in vera e propria violazione.

Tutto ciò penetra in ogni ingranaggio degli uffici della pubblica amministrazione casertana, in un processo invasivo alimentato da una cultura che da 50 generazioni non contiene in sé, i principi tipici di una democrazia compiuta che non può non basarsi su una percezione, che poi dovrebbe diventare consapevolezza, grazie al lavoro delle agenzie dell’educazione (famiglie, scuole, se se…), di quanto sia importante, in ogni atto della propria giornata, di dirigente, di funzionario, di impiegato, di operaio, di semplice cittadino aver chiara, davanti a sè, la scala dei valori dalla quale risulti evidente la prevalenza del diritto collettivo, degli interessi della comunità rispetto ai diritti del singolo individuo, ovviamente tutto ciò dentro al meccanismo dell’erogazione di quelli che dovrebbero essere i servizi prestati alle comunità, in quanto da queste finanziate con il prelievo fiscale.

Ci permettiamo di fare i nostri complimenti a Gaetano Pecoraro perchè in pochi mesi è riuscito, come solo un ricercatore scientifico di valore può fare, a comprendere e a isolare tutte le tracce peggiori di una mala amministrazione della sanità, costituita da sempre sull’immeritocrazia, sull’incompetenza, ma soprattutto sulla famelica lottizzazione politica che poi determina una mistura esplosiva tra l’ignoranza e la necessità di mettere al servizio i servigi di una direzione generale, sanitaria o amministrativa, del politico di turno, di quello che può spendere se stesso e il suo consenso clientelare all’interno dei processi elettorali principali, come può essere quello finalizzato all’elezione di un presidente della Regione, o secondari, com’è sicuramente quello di un’elezione a un consiglio regionale, alla carica di sindaco di qualche comune e giù procedendo con altri posti e funzioni di autentico caporalato nel senso letterale di questo termine.

Le Iene sono riuscite in tre mesi a cogliere le priorità della grande emergenza casertana. Sentir parlare ieri sera Pecoraro di carenze strutturali, di disastro nell’erogazione di servizi fondamentali, come può essere quello della tac “archeologica” dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca (pazzesco il caso che potrete vedere nella riproposizione del servizio video da noi pubblicato in calce), è stato gratificante, lambendo l’emozione quando le Iene hanno affrontato un nostro antico cavallo di battaglia: il famoso articolo 18 che rappresenta il capolavoro dei capolavori, la modalità luciferina con cui una legge chiara è stata piegata, manipolata, artatamente utilizzata per determinare situazioni di fatto, in una sorta di ribaltamento di quei principi e di quegli obiettivi che questo articolo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei medici, firmato il 3 novembre 2005, avrebbe dovuto perseguire.

A Caserta e in Campania la temporaneità di un incarico dirigenziale, a capo di un’unità operativa semplice oppure complessa, è stata, premeditatamente lo strumento di un percorso finalizzato a creare situazioni di fatto, realizzate attraverso proroghe illegali affinchè il 18 si trasformasse da un precario d’oro ad uno stabilizzato di platino.

Quanti articoli avete letto nella storia di CasertaCe, soprattutto in relazione al modo con cui questa pratica delinquenziale è stata applicata negli anni sia nell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, sia nelle asl che non a caso regalavano all’azienda ospedaliera uno dei suoi più capaci stregoni, quel Francesco Bottino anche lui sintesi di tutto, in quanto nominato, dal centrosinistra di Pierino Squeglia, a capo dell’azienda sanitaria, dal centrodestra targato, al tempo, Alfano e Nicola Cosentino, a capo dell’azienda ospedaliera, vero simbolo del partito unico di quello che Guglielmo Giannini, il napoletano che fondò il partito dell’uomo qualunque, avrebbe definito del magna magna.

Da un pò di tempo non ci occupavamo più di articoli 18 e suoi surrogati. CasertaCe ha condotto le sue battaglie e solo in rarissime occasioni, ad esempio nella vicenda del famoso pagamento, in una sola soluzione, di una fattura di circa 700 mila euro ad Angelo Grillo, è riuscita a determinare azioni giudiziarie in quel caso nette e risolutive nello sradicare un rapporto putrescente tra alti dirigenti, l’asl di Caserta e un imprenditore organico al clan Belforte, uno dei più potenti della storia in provincia di Caserta. La speranza è che stavolta muovendosi Le Iene, autentica agenzia di denuncia di molte e variegate espressioni di illegalità, possa succedere qualcosa.

Li avete sentiti e se non li avete sentiti, li sentirete e li vedrete, nell’espressione di un’arroganza, appena scalfita dalla sorpresa imprevista di dover per una volta rispondere senza filtri, direttamente, impietosamente, senza pappardelle preparate a monte del loro operato, li vedrete, come si suol dire, al naturale. E non sarà un belvedere, nel senso che noi che ci rompiamo il mazzo da anni su questi temi, ben conosciamo la loro letterale ignoranza (letterale, nel senso che “ignorano”), ma la gente comune che non sta lì a leggere i nostri impegnativi articoli, non conosce o meglio conosce come autentici luminari o autentici esperti dell’organizzazione sanitari.

Il direttore sanitario dell’asl Arcangelo Correra, roba da spaccarsi la testa contro un muro (noi, non lui), e due primari, uno di Sessa Aurunca e l’altro di Santa Maria Capua Vetere; vedrete altre immagini sulle condizioni in cui versano gli ospedali dell’asl, a partire dall’inquietante stato di quello di Maddaloni; vedrete infine il governatore Vincenzo De Luca, il quale compie l’errore di tutti i megalomani, cioè quello di considerare a prescindere buono tutto ciò che fa lui e cattivo tutto ciò che non gli è addebitabile, comprese le seccanti domande dei giornalisti indipendenti che lui non è abituato ad incontrare lungo i suoi passi, durante le proprie giornate.

Ne esce fuori un quadro desolante. E qui insistiamo con una nostra frase tipica, che non ci stancheremo, però, mai di utilizzare, a commento dei nostri articoli: in qualsiasi altro punto dell’Europa e del pianeta Terra, stamattina i vertici dell’asl di Caserta, rassegnerebbero le dimissioni e, in caso di resistenza, sarebbero invitati proprio da De Luca, governatore della Campania nonchè commissario di governo per la sanità, a farlo.

Nel dipanarsi di questa tela soffocante si innesta la questione, tutt’altro che irrilevante, dei viceré, ma qui entriamo in un argomento complicato, per la trattazione del quale, occorrerebbero almeno altri 10 articoli.

 

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