Imprenditore casertano indagato nel caso-Magliocca becca un subappalto da 120 mila euro nel cantiere milionario delle fogne di S.MARIA C.V.

25 Settembre 2025 - 11:36

E’ indagato assieme a Cosimo Rosato – accusato di aver pagato mazzette all’ex presidente della Provincia – di subappalto irregolare e frode nelle forniture, relative agli stessi lavori, nei quali Vittorio Raimondo e lo stesso Rosato avrebbero risparmiato sui materiali dell’asfalto sulla Provinciale San Leucio-Castel Morrone. L’aggiudicataria principale, invece, è l’impresa dell’imprenditore di Casal di Principe, Aniello D’Ambrosca, citato nell’ordinanza, ma non indagato, sugli appalti truccati tra Caserta e San Nicola

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Quando, nell’ottobre scorso, la procura di Santa Maria Capua Vetere ha attivato le perquisizioni negli uffici della provincia di Caserta, del comune di Pignataro e in diverse abitazioni, rendendo pubblica l’indagine ai danni, tra gli altri, al dimissionario presidente provinciale, Giorgio Magliocca, sono emerse altre storie laterali che, per gli inquirenti, dimostrerebbero una gestione irregolare dei cantieri attivati dall’ente che ha sede da tanti anni nella zona Saint Gobain.

Tra i soggetti iscritti nel registro delle notizie di reato, infatti, oltre a Cosimo Rosato, accusato di essere stato favorito in lavori da assegnare alla provincia e al comune di Pignataro, previo pagamenti eterodiretti da Magliocca, c’è anche il legale rappresentante dell’impresa Costrad, con sede a Vitulazio.

I due imprenditori sono indagati di frode in appalto e violazione della legge 646 del 1982, nota come Rognoni-La Torre, passata alla storia come una delle prime azioni parlamentari di contrasto e di prevenzione nei confronti della mafia. L’indagine riguarda lavori di manutenzione stradale sulla SP 210 San Leucio-Castel Morrone, appaltati dalla Provincia di Caserta per un importo di 113.940,20 euro.

Secondo le accuse, i due imprenditori hanno illegittimamente stipulato un subappalto, senza l’autorizzazione della provincia di Caserta. Inoltre, durante l’esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e pavimentazione, avrebbero realizzato uno strato di binder e tappetino di spessore inferiore a quanto previsto nel progetto, alterando

di fatto le specifiche tecniche contrattuali, risparmiando sui materiali e potendo guadagnare di più.

Questa volta, invece, pare che l’ufficio tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere abbia fatto le cose come si deve, dando il via libera, autorizzando, con documento firmato dal dirigente Gennaro Riccio, il subappalto di alcuni interventi specialistici del valore di 120.000 euro alla società Costrad. Si tratta di un cantiere dal valore di circa 2 milioni e 300 mila euro affidato alla D’Ambrosca Costruzioni di Casal di Principe che, quindi, ha consegnato alcune attività all’impresa di Raimondo.

Ma anche lo stesso titolare della società aggiudicataria, Aniello D’Ambrosca, è passato, seppur in maniera laterale, senza risultare però indagato. Il suo nome, infatti, è citato nell’ordinanza sempre della procura sammaritana relativa ai lavori truccati al comune di San Nicola la Strada.

L’indagine della guardia di finanza, che poi portò agli arresti del settembre 2024 tra Caserta e San Nicola la Strada, nasceva dall’analisi dei militari su due gare d’appalto bandite a San Nicola per la riparazione del manto stradale di diverse vie cittadine. I lavori, del valore complessivo di circa 270.000 euro, sono stati assegnati alle ditte Digeco e D’Ambrosca Costruzioni. Dalle prime verifiche era emerso che l’esecuzione degli interventi non avrebbe rispettato le specifiche contrattuali, consentendo alle imprese di realizzare consistenti risparmi illeciti.

Questo quadro d’insieme non serve a dire “ah, sono tutti cattivi”, ma dimostra un’altra cosa che questo giornale segnala spesso. In provincia di Caserta, infatti, le ditte e gli imprenditori, trasparenti o occultati da microimprese, parenti e teste di legno, che lavorano e guadagnano grazie agli appalti pubblici tendono ad essere una cerchia ristretta che, proprio per questa assiduità, hanno sviluppato un rapporto a volte malsano con i dirigenti pubblici casertani.

E lo diciamo, facendo l’esempio del caso Raimondo-Rosato-Magliocca che, secondo quanto hanno scoperto i carabinieri, non hanno solo compiuto un subappalto illegittimo, ma anche risparmiato sull’asfalto, senza ricevere il controllo e l’attenzione dell’Ufficio tecnico provinciale, presumibilmente influenzato dalla volontà del presidente dell’ente, che aveva favorito proprio Rosato. Così come la vicenda di D’Ambrosca a San Nicola la Strada che, ripetiamo, senza compiere un reato, non è stata controllata nelle sue attività, risparmiando senza rispettare le specifiche contrattuali, così come segnalato dai finanzieri.