In carcere con l’accusa di essere il capo dei Casalesi in Veneto, ma lui nega tutto: “Sono una persona onesta, mai conosciuto Sandokan”
3 Ottobre 2022 - 20:16
S/Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Venezia, invece, lui sarebbe l’uomo del clan nel nord-est
VENEZIA – Nel processo portato avanti dalla direzione distrettuale antimafia di Venezia, relativo al presunto potere del clan dei Casalesi in Veneto e che vede come figura apicale di questa cellula criminale nel nordest Luciano Donadio, proprio quest’ultimo ha parlato nelle scorse ore.
Secondo l’accusa, Donadio sarebbe il boss della zona e persona di fiducia del clan (LEGGI QUI).
Il 53enne attualmente in carcere, intervenendo in video collegamento ha dichiarato di non conoscere il super boss del clan dei Casalesi.
Donadio, inoltre, ha aggiunto di essere una brava persona, di indole onesta e, venga aiutato tante persone in difficoltà, si trova in mezzo a tanti discorsi di mediazione.
Il gruppo, secondo quanto argomenta la Dda di Venezia, sarebbe stato guidato da Luciano Donadio, coadiuvato da Raffaele e Antonio Buonanno, e da altri vertici dell’organizzazione.
I Casalesi si sarebbero inseriti a tale livello nel tessuto connettivo di alcuni centri del Veneto, tanto da infiltrare la politica e inquinare il voto. Tra i reati, contestati a vario titolo agli indagati, anche il traffico di droga, l’usura, l’estorsione e il riciclaggio.