La Domenica di don Galeone: il senso che ha oggi la processione del Corpus Domini
11 Giugno 2023 - 08:55
Domenica 11 giugno 2023 ✶ Festa del Corpo e del Sangue di Cristo (A)
Celebrare l’eucaristia nel cuore della vita
Noi oggi non siamo in grado di fronteggiare le nuove esigenze con gli obsoleti schemi interpretativi. L’inquietudine serpeggia, scompone le tradizionali sicurezze. Gli stessi educatori non sanno dove indirizzare le nuove generazioni. Anche le ideologie si rivelano incapaci a leggere i segni dei tempi e a liberare l’uomo. Constatiamo che le nostre previsioni sul futuro sono sempre legate alla provvisorietà: dieci anni fa avevamo previsto un futuro molto diverso da quello attuale. Questa difficoltà previsionale genera angoscia: non ci sono più maestri da ascoltare, né leaders politici da seguire. Nello smarrimento collettivo si ritrovano l’alunno e il maestro, il figlio e il padre, il cittadino e il politico. Per comprendere il futuro, non bastano le informazioni del computer; occorre una sapienza umana e divina che non s’impara sui libri o nelle scuole, e questa sapienza si può trovare in un’analfabeta e non in un illustre Premio Nobel. L’uomo, chiuso nel monologo della “giara” di pirandelliana memoria, presume di comprendere gli altri, conforma e deforma la realtà come i malcapitati nel letto del brigante Procuste.
L’eucaristia è una tavola di amici, un banchetto di festa. Per un buon pranzo occorre: una persona che inviti, degli invitati che accettino, del cibo da consumare. Qui la persona che invita è Gesù, che offre tutto se stesso attraverso il gesto più umano: l’invito a una tavola. A tavola avviene un duplice scambio: pane e amicizia; scambio con chi invita, ma anche scambio tra gli invitati. Che tavola triste quella in cui ogni invitato parla solo con il padrone, o gli invitati parlano solo tra loro senza ringraziare il padrone. Non sarebbe più un pasto tra amici, ma una refezione tra collegiali. Qualche volta nelle nostre chiese sembra di partecipare non a un unico banchetto, dove batte un cuore e un’anima sola, ma di trovarsi in un ristorante con tanti tavolini, dove ognuno si comunica con Dio. Ognuno per sé e Dio per tutti! A tavola occorre stare insieme e parlarsi, raccontarsi, progettare, spegnere tv e cellulari. Direi che la tavola è fatta non solo di presenze, ma anche di parole, di confidenze, di narrazioni. A tavola occorre non solo darsi, ma anche dirsi! BUONA VITA!