LA SENTENZA. La Pignetti mischia le carte. Non cita la condanna (mille euro) e non dice che il giudice ha detto no anche al risarcimento e alla provvisionale. Ricostruzione intellettualmente disonesta, ma questo non stupisce

9 Luglio 2024 - 18:44

Se scriviamo ciò possiamo evitare di prendercela con l’ignoranza, nel testo letterale di questo termine, in materia di procedura penale che emergerebbe a quel punto chiaro dal suo post CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE IN CALCE AL NOSTRO ARTICOLO

AVERSA (Gianluigi Guarino) – Ancora una volta la presidente dell’ASI Raffaela Pignetti ricostruisce artificiosamente e tendenziosamente l’esito di un procedimento giudiziario ai miei danni legato alla sua querela. Intanto, omette di ricordare che in sei occasioni il sottoscritto ha ottenuto richieste di archiviazione da parte dei pubblici ministeri della Procura di Santa Maria Capua Vetere conoscitori, non, ovviamente, per qualche modalità misteriosa ma solo in quanto attivi nell’analisi delle cose di questo territorio. Di queste richieste di archiviazione alcune si sono già trasformate in proscioglimenti. I due processi di cui scrive sono stati istruiti dalla Procura della Repubblica di Benevento la quale, non a caso, attraverso una circolare interna del procuratore della Repubblica dottor Policastro ha sancito il trasferimento della competenza territoriale per i miei processi a Santa Maria Capua Vetere sanando così quella che io e i miei avvocati ritenevano un’ingiustizia che ha portato a una serie di citazioni in giudizio, a nostro avviso, totalmente immeritate

Insomma, la Pignetti ricostruisce in maniera intellettualmente disonesta – o altrimenti dobbiamo parlare solo di ignoranza sulla materia specifica – la storia giudiziaria dei procedimenti attivati nei miei confronti grazie alla spesa in decine e decine di migliaia di euro forse addirittura di centinaia di migliaia di euro tratte dalle casse pubbliche dell’Asi. Per essere ancora più chiari, la Pignetti non ha mai speso un euro di tasca propria a differenza di quello che ha dovuto fare il sottoscritto che non appartenendo al sistema della politica lottizzatoria non ha mai ricevuto incarichi di sottogoverno che consentono di fare quello che la presidente dell’Asi ha fato spendendo solo per il 2022

451mila euro in consulenza e incarichi ad avvocati esterni, pur avendo l’Asi a disposizione un ufficio legale con avvocati assunti.  Entrando nei contenuti, chiamiamoli così, esposti dalla presidente dell’Asi nel suo post, che pubblichiamo in calce, ancora una volta, per l’ennesima volta cita l’arcinota sentenza civile sulla quale ho risposto in almeno 100 articoli.  Mi armo di pazienza e rispondo per la centunesima volta. Si tratta di un verdetto pronunciato da un giudice civile del tribunale di Aversa Napoli Nord. Chiunque può andare a verificare che il sottoscritto in quel giudizio, non si è mai costituito, non ha mai nominato un avvocato e non si è mai presentato ad alcuna udienza semplicemente perché non conosceva l’atto originario di citazione. Non lo conosceva perché la sua grave condizione di salute relativa ad una ipovedenza, fece si come poi ho cercato di dimostrare in Corte di Appello che si creasse una condizione di impossibilità a rendersi conto anche dell’invio postale di quell’atto. Si trattò dunque di un processo meramente formale. Perché come altro possiamo definire un processo in cui l’imputato c’è ma in realtà non esiste non avendo saputo di essere citato?

Secondo punto. La sentenza di qualche settimana fa che ha sancito la mia condanna ad una multa di 2mila euro. Ne abbiamo già scritto ma malmeno in quell’occasione la Pignetti si era vantata su un verdetto reale anche se assolutamente errato, a mio avviso, e su cui mi appresto a presentare un lunghissimo e articolato ricorso in Corte d’Appello. Anche in quel caso il suo avvocato Giuseppe Rossodivita, remunerato con parcelle finanziate da pubblico denaro, aveva chiesto una pena, da lui definita esemplare, che il giudice si era ben guardato da sentenziare limitandosi ad una multa blanda, quandanche, come già detto errata, su cui se sarà necessario arriverò fino alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

Veniamo all’ultimo processo, quello di ieri, che poi è l’ultimo sul serio in quanto è la coda di quelli arrivati da Benevento. Qui, francamente, la Pignetti si è superata. Vedete, i suoi interventi social compreso l’ultimo, non sono tanto un problema per me, ma se il presidente di un ente pubblico ricostruisce in maniera a dir poco parziale omettendo tutta una serie di fatti relativi a una sentenza di un tribunale della Repubblica italiana che ne costituiscono la fondamentale essenza, è, sempre a mio avviso, esposta anche ad una modalità riguardante la sua azione di governo di cui il cittadino contribuente, l’imprenditore contribuente non si può fidare. Come mai la Pignetti non indicala pena a cui sono stato condannato? Stavolta non 2mila euro di multa ma addirittura mille che naturalmente saranno oggetto di ricorso duro e intransigente ai giudici della legittimità, ossia a quelli della Corte d’ Appello di Napoli.

Non è questione dei mille euro che uno potrebbe anche pagare ma è questione di principio perché anche in questo caso la non colpevolezza è totale

Ma facciamo ancora un po’ più d’ordine. Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione mia per 4 articoli: quelli relativi al binario del terminal industriale di Gricignano, sotterrato dall’imprenditore Ferdinando Canciello, senza che l’Asi pronunciasse parola. La seconda assoluzione riguarda gli articoli relativi all’incredibile vicenda che coinvolse a suo tempo l’allora sindaco di Villa Literno Nicola Tamburrino, arrestato per un’indagine dalla Procura di Aversa, sospeso dopo 24 ore dalla Prefettura di Caserta e sospeso solo dopo mesi dall’Asi, grazie alla tambureggiante campagna per la legalità promossa da CasertaCe.

Ma è chiaro che la Pignetti, se proprio le vogliamo riconoscere la buona fede per le cose che ha scritto, senza scomodare ancora la variabile dell’ignoranza letterale, non ha letto il dispositivo.

Io, invece, l’ho fatto. Di fronte alla richiesta di condanna del pm e alla richiesta di risarcimento danni della parte civile il giudice ha condannato il sottoscritto a mille euro di multa concedendo le attenuanti generiche soprattutto applicando la continuazione con vecchi reati risultati dal casellario

E lo sa la presidente Pignetti cosa significa questo? Evidentemente no. Vuol dire che nelle sue motivazioni il giudice chiarirà per quali articoli ci sarà la condanna a mille euro e per quali no, essendosi inserito nella sentenza l’istituto della continuazione che forse la Pignetti farebbe bene a farsi spiegare dal remuneratissimo avvocato Rossodivita che sul sottoscritto ha intascato una barca di soldi usciti dalle tasche dei contribuenti

Questo processo era strutturato su un capo d’imputazione unitario e non su più capi d’imputazione riguardanti ognuno un articolo

Se l’avvocato Rossodivita non ha il tempo per farlo, mi offro io volontario per spiegare alla presidente Pignetti qualche rudimento minimo ed elementare di procedura penale.

Ma il punto più importante di questa sentenza che definisce dunque la sconfitta della parte civile, ossia della presidente Pignetti, è che il giudice nulla ha disposto per il risarcimento dei danni. E fa specie, ma qui gioca molto la difficoltà, ripeto superabilissima, della presidente dell’Asi a rapportarsi con l’ABC della procedura penale che la Pignetti, oltre a non indicare la pena come già abbiamo scritto non indichi neanche di un risarcimento che non c’è a differenza di quanto lascia intravedere il suo scritto

Aspetteremo le motivazioni, vedremo per quali articoli è scattata la multa a mille euro a titolo di continuazione e provvederò a presentare Ricorso in Appello

Le sentenze, glielo dico veramente con spirito costruttivo, presidente Pignetti, vanno lette bene ed anche le vicende processuali vanno descritte e raccontate nella loro interezza.

L’Asi e la Pignetti, entrambi costituiti attraverso l’avvocato Rossodivita, hanno ottenuto una condanna dall’ entità risibile e senza alcuna statuizione risarcitoria

Per di più, il giudice ha anche rigettato la richiesta di provvisionale, cioè di quella somma che si deve versare quale pena accessoria penale, al di la di una possibile somma risarcitoria che quando viene sancita in una sentenza, va stabilita in separata sede, ossia in sede civile

Quando arriveranno le motivazioni scriveremo un secondo articolo. Invitiamo la presidente Pignetti a descrivere le cose come queste realmente stanno. Ma noi non ci stupiamo che non lo faccia. E non ci stupiamo neppure del fatto che una persona, la quale nella sua versione privata è senz’altro rispettabile, assuma questi connotati di scarso rigore culturale, di ancor minore cifra istituzionale, quando incarna la funzione di rappresentanza della res publica.  Non occorreva certo questo suo post per convincerci di un’evidenza che a noi appare lamare da 10 anni a questa parte da quando, battendo tutti i record della storia, è seduta sulla poltrona dell’Asi che sembra diventata una sua protesi.  E non ci stupisce neanche che questa persona nella sua versione pubblica, sia anche considerata valida e capace nella valutazione maturata nel contesto, nel microcosmo casertano. Governa grazie al sostegno politico di Giovanni Zannini e Stefano Graziano e questo, avrebbe detto Peppino de Filippo a Totò…. Ho detto tutto