LA STORIA. “Io, turista a CASERTA, derubata dell’auto mentre mangiavamo una pizza. Siamo rimasti senza nulla, lontani da casa con una bimba di 9 mesi in braccio”

10 Luglio 2020 - 13:29

CASERTASalve, lunedì 22 giugno ero di passaggio a Caserta per una sosta e una pizza. La più buona e la più cara mai mangiata. Durante la sosta dalle 13.45 alle 14.15 ci hanno rubato la macchina, naturalmente era carica di valigie e bagagli perché stavamo andando in vacanza. Siamo rimasti senza nulla, distanti da casa con una bimba di 9 mesi in braccio.
Naturalmente nessuno ha fatto e detto nulla, lì ci hanno detto sia la normalità, non ci volevo credere. A distanza di giorni ancora ho difficoltà a pensarci. Avevamo tanta roba materiale, quella di ricompra con il tempo, ma nel corpo macchina della Nikon

c’era la scheda con le foto di Natale di mia figlia, chiunque ha rubato l’auto ha pure quelle 😢
.

Non so se sia possibile fare un appello alla sensibilità, anche se so che quei due ragazzi che ci hanno visto e non hanno avuto scrupolo di lasciarci in mezzo alla strada con una neonata, sensibilità non ne hanno. Forse sono l’eterna buona, ma non credevo che una cosa del genere potesse succedere in Italia.

Fortunatamente abbiamo trovato anche persone di gran cuore in quel momento. Un albergatore ci ha offerto una camera per far riposare la bimba di 9 mesi e la sorellina, mentre noi andavamo in caserma. I carabinieri sono venuti sul posto a darci sostegno e disponibilità, anche perché non essendo del posto non sapevamo da che parte iniziare.

Questo è il racconto di Jessica, turista perugina scesa a Caserta per una sosta durante il viaggio e per assaggiare la “mitica” pizza casertana. Non si sarebbe mai aspettata di trovarsi in strada, con tutto ciò che aveva con sé lontano, valige e ricordi. Come detto anche dalla donna, a far più male è stata la perdita di quelle istantanee di vita, raccolta in una piccola scheda, momenti di famiglia cancellati da dei mariuoli, che hanno portato via l’auto e tutto ciò che era all’interno. Ovviamente, ci uniamo all’appello e al buon cuore di chi abbia visto qualcosa, perché possa aiutare Jessica e la sua famiglia a rintracciare i malviventi. A loro, invece, ai malviventi, chiediamo quantomeno la scheda di memoria, un piccolo pezzo di plastica che costa 20 euro e che renderebbe felice delle persone. Vi volete perdere per un pezzo di plastica di 20 euro?

P.S. No, Jessica, grazie a Dio, qui da noi i furti d’auto non sono la normalità. Questo tipo di atti criminali ci sono ovunque, dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno. C’è da dire, però, che esistono luoghi dove la microcriminalità sono più frequenti rispetto ad altri. E Caserta è uno di questi luoghi (non lo diciamo noi, ma le statistiche nazionali). Il problema, che hai affrontato anche tu indirettamente, è che nel nostro capoluogo regna l’ignavia, l’indifferenza, il voler girarsi dall’altra parte per non guardare cosa succede. E questo viene declinato in tutti gli aspetti dell’esistenza, come se il motto cittadino da issare sul gonfalone comunale fosse “chi si fa i fatti suoi campa cient’ann“. Ma sono le persone, gli individui, a decidere come agire. La coscienza dei malviventi che ti hanno portato via quell’auto zeppa di ricordi e di vita non è quella dominante. Migliaia di casertani, ogni giorno, lavorano alacremente, non cadendo  nel “lato oscuro”, nella delinquenza, provando a non rendere stile di vita quelli che sono vizi capitali. Esiste il male e il bene, il mariuolo e il buon cuore. Capiamo e comprendiamo la tua rassegnazione, ma a Caserta siamo anche altro.