L’INTERCETTAZIONE. Vigilantes dei CASALESI “infiltrato” a Cinecittà: “Gli ho fatto firmare un bimestrale da 53mila euro”
10 Luglio 2019 - 20:35
PARETE – E’ stato fissato per domani mattina, dinanzi al gip Campanaro, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’interrogatorio di garanzia per rogatoria di Enrico Verso, 56 anni nato a Villaricca (Napoli) capozona a Parete, cognato del collaboratore di giustizia Raffaele Bidognetti, figlio del boss dei Casalesi Francesco, alias “Cicciotto e Mezzanotte” detenuto al 41 bis (LEGGI QUI).
Verso, difeso dall’avvocato Fabio della Corte, è stato arrestato insieme a Salvatore Fioravante ieri, nell’ambito di un blitz dei carabinieri di Aversa su ordinanza della Dda di Napoli a firma del gip Emilia Di Palma e del pm Alessandro D’Alessio. Verso e Fioravante insieme ad altre due persone sono accusi di estorsioni per conto del clan dei Casalesi ai danni di imprenditori e commercianti dell’agro aversano ma le attività illecite si erano estese fino nella Capitale dove è stato sequestrato dai carabinieri, diretti dal tenente colonnello Donato D’Amato, uno dei tre di istituti di vigilanza ‘Roma Security Srl’.
A Roma, emerge una figura importante nell’inchiesta, finita all’obbligo di dimora, Carlo Verdone, omonimo del noto attore romano. E lui che chiede i soldi a Verso nell’agosto del 2016 e fondano la nuova società, con guardie armate e va sostenere l’esame per la licenza. Secondo le intercettazioni telefoniche i Casalesi arrivano con questo istituto persino ad aver contratti di vigilanza a Cinecittà per migliaia di euro al mese con degli impresari che hanno lavorato addirittura al colossal Ben Hur e ai film di 007.
In un’intercettazione Verdone dice a Verso ‘gli ho fatto firmare un bimestrale da 53mila euro‘. Oltre a Verso e Fioravante, la misura cautelare ha colpito Antonio D’Abbronzo di Mugnano di Napoli ma residente a Villaricca, ed Eugenio Di Laura, di Gricignano d’Aversa, residente a Sant’Antimo; per loro il gip ha disposto i domiciliari. Divieto di dimora in Campania, invece, per Carlo Verdone, di Roma, e Vincenzo Siano di Sant’Antimo.