L’INTERROGATORIO DI TIBERIO LA TORRE: “Mai chiesto soldi a Zannini e a Campoli. Contro di me una regia. Era troppo facile accusare un La Torre senza prove per fregarlo ingiustamente”

24 Marzo 2025 - 14:38

In poche parole, secondo la tesi dell’imputato, per Zannini è fatto insopportabile la reiterazione della richiesta di scuse per la vicenda riguardante il figlio Antonio. “Alfredo Campoli stava con noi” poi negli anni si è messo a disposizione di Zannini

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MONDRAGONE (g.g.) Nella seconda parte del suo interrogatorio, Tiberio La Torre, sollecitato dalle domande del pm della Dda, chiarisce e dettaglia meglio il suo pensiero sugli eventi che hanno condotto al suo arresto, basato, in pratica, solo ed esclusivamente sulla denuncia ai suoi danni presentata in un orario anomalo, alle 22:00 di sera, dal consigliere regionale Giovanni Zannini e dal suo braccio destro, Alfredo Campoli.

Zannini perché La Torre mi avrebbe chiesto 50mila euro andandolo anche a minacciare a casa, Campoli per una richiesta estorsiva di 20mila euro

Nel precedente articolo (CLICCA E LEGGI) abbiamo riportato le dichiarazioni di La Torre sui 5mila euro che Alfredo Campoli amico d’infanzia gli avrebbe regalato di sua spontanea volontà

Amico d’infanzia, perché, così dichiara Tiberio La Torre, perchè sin da ragazzo “stava con noi”. Non certo per delinquere perché Alfredo Campoli non è mai stato un camorrista, ma comunque stava dalla nostra parte, cioè dalla parte della famiglia La Torre

Particolare tutt’altro che irrilevante se paragonato alla collocazione imprenditoriale attuale di Alfredo Campoli funzionale, completamente funzionale, ai desideri di Giovanni Zannini

I dettagli li leggete nello stralcio dell’interrogatorio pubblico che vi mettiamo a disposizione in calce a questo articolo. Ma il concetto è piuttosto lineare: “Alfredo Campoli ha detto bugie su di me perché io non gli ho chiesto mai un euro estorsivo, perché io non faccio il camorrista. Quando lo ho fatto e m i sono sempre assunto tutte le responsabilità andando in galera per molti anni. Ma Zannini non poteva sopportare il fatto che io chiedessi a lui delle scuse per come aveva trattato mio figlio anni prima. C’è stata una regia. E d’altronde, signor pubblico ministero, signor presidente del tribunale, era sin troppo semplice andare dai carabinieri, dichiarare forzatamente che un La Torre aveva tentato un ‘estorsione. Era fin troppo facile prevedere che quei carabinieri avrebbero creduto alla tesi di Zannini e di Campoli stabilendo a priori e senza riscontri che io avessi chiesto 50mila euro a Gianni (così chiama La Torre Giovanni Zannini) e ad Alfredo Campoli. Accusare un La Torre con l’obiettivo di toglierlo di mezzo e di dargli una lezione perché aveva osato chiedere le scuse per suo figlio, è stato un gioco da ragazzi”