MADDALONI. La preside Rosa Suppa porta a Montecitorio solo i bambini e i ragazzi con 9 e 10, durissima reazione delle mamme: “i nostri bambini discriminati”
15 Gennaio 2020 - 21:39
Maddaloni (gg) – Rosa Suppa è una persona di ottime qualità. Ha fatto politica attiva, ed è stata anche, nella breve legislatura, iniziata nel 2006 e terminata nel 2008, deputato alla Camera.
Poi, mano mano, è scomparsa dalla scena. Ma questo non è un dato di demerito. Tutt’altro.
Chi ha ricoperto cariche importanti (Rosa Suppa è stata eletta anche in Consiglio Regionale nel 2005, funzione dalla quale si è dimessa, essendo entrata in parlamento l’anno dopo) e sceglie di fare un passo indietro, prima aggregandosi a partiti più piccoli e poi gradualmente lasciando la politica, così come ha fatto Rosa Suppa, va menzionato come una rarità, come un valoroso disadattato, in questo caso disadattata, rispetto al costume corrente, quello che gli antichi romani chiamavano more solito, segnato da persone e fatti ripugnanti.
Chi esce dall’arena, dunque, lo fa perché non riesce proprio a cedere alla necessità di sottostare a certi compromessi.
Lasciando la politica attiva, Rosa Suppa ha deciso, seguendo le tracce di suo fratello, da anni preside del liceo Diaz di Caserta, di partecipare a un concorso per dirigente scolastico.
L’ha vinto e oggi ricopre questa importante funzione nella scuola elementare Brancaccio e nella scuola media Enrico de Nicola di Maddaloni, città di cui è stata, in passato, anche vicesindaco.
Ovviamente anche una persona intelligente, qual è senz’altro Rosa Suppa paga uno scotto all’inesperienza.
Ingenua, molto ingenua è stata, infatti, la preside, allorquando, convinta ancora, beata lei, che ci siano palazzi delle istituzioni da additare ad esempio al cospetto delle nuove generazioni, è riuscita ad organizzare una visita alla Camera dei Deputati per gli alunni delle sue due scuole. Naturalmente, per un numero limitato di ragazzi. E qui ha ritenuto che andassero premiati quelli con un rendimento scolastico più alto, dando ai docenti la responsabilità di selezionare i partecipanti all’escursione romana, partendo da quelli che possono vantare una media di 9 e di 10.
Va da sé che questo abbia determinato un vespaio di polemiche. Diverse mamme sono entrate nell’ufficio della preside per protestare duramente e per respingere fermamente il metodo adottato, considerandolo discriminatorio.
E in effetti, dobbiamo dire, che il rendimento scolastico, sintetizzato da un voto, non può essere, soprattutto se si parla di ragazzi delle elementari e delle medie, un discrimine premiante. Ciò perché l’andare bene o l’andare meno bene a scuola, ammesso e non concesso che in un istituto superiore sia frutto o anche in parte frutto di una volontaria e libera decisione di non studiare, questo diventa un criterio totalmente inapplicabile, per una montagna di motivi, che riguardano e attraversano il metodo Montessori, ma non solo questo, nel momento in cui viene applicato a un bambino di 9 o 10 anni o a ragazzi di 13.
Immaginate la scena: con un’inquietante conta dei buoni e dei cattivi, un professore svela in classe in mano dei premiati e dei non premiati: quello sì, quello no, quello no, quelli sì e via discorrendo.
Per un bambino di quell’età la visita a Roma dentro ad un momento di gita scolastica, diventa un pensiero fondamentale della propria giornata e della propria vita legata ad un periodo temporale comunque delicato perché riguarda l’infanzia e la pre-adolescenza.
Non appare una forzatura melodrammatica, il racconto di qualche mamma, che a noi si è rivolta, raccontando del proprio figlio tornato a casa in lacrime.
Alla fine del colloquio tra la preside Rosa Suppa e una rappresentanza dei genitori, pare che si fosse arrivati ad un compromesso: si sarebbero portate a Roma alcune classi nella loro interezza, mentre tutte le altre, si tratta delle quinte elementari e delle terze medie, sarebbero andate nei mesi prossimi in una replica della visita a Montecitorio e la Suppa si sarebbe impegnata ad organizzare.
Stando alle ultime notizie che ci arrivano da Maddaloni, invece, pare che dopodomani, venerdì 17 gennaio, gli autobus partiranno, accompagnando nella capitale gli alunni selezionati secondo il criterio del merito scolastico.
Ciò ha determinato ulteriori fibrillazioni nelle famiglie dei ragazzi, diciamo così, scartati.
Da qui la decisione di rivolgersi a Casertace, che vi ha raccontato la tesi espressa dall’intera rappresentanza delle mamme, ma che rimane a disposizione della preside Suppa, qualora questa volesse esprimere una propria versione dei fatti.