Malore nel sonno, detenuto 40enne muore in carcere
11 Maggio 2020 - 10:16
AVERSA – Domenica tragica, ieri, presso la Casa di Reclusione di Aversa.
Ne spiega le ragioni Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “E’ purtroppo successo che un detenuto lì ristretto, definitivo per reati comuni e con fine pena febbraio 2021, è stato colto da malore ed è passato dal sonno alla morte. Lo sventurato, quarantenne di origine napoletana, è stato trovato senza segni di vita nel proprio letto dal compagno di cella. Scattato l’allarme, a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione del personale sanitario e parasanitario della struttura penitenziaria. Inutile anche l’arrivo del 118 che anno riscontrato il decesso per arresto cardiocircolatorio”. La salma è stata posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente per quanto altro a praticarsi.
“Ogni volta che si registra una morte in carcere ciò rappresenta una sconfitta per tutti”, conclude Fattorello. “Tali eventi estremi lasciano segni e conseguenze deleterie in tutti gli operatori e nella stessa popolazione detenuta, come ieri è accaduto presso la Casa di Reclusione di Aversa”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, torna a sottolineare la diffusa presenza di patologie varie tra i detenuti: “Dal punto di vista sanitario la situazione delle carceri è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). Questo fa capire ancora di più come e quanto è particolarmente stressante il lavoro in carcere per le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria e dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti che svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.