MARCIANISE Ora Mimmo Tartaglione è debitore del Comune per 6 anni di Tosap non pagata. Ecco la prova ed ecco perché la concessione per la gestione della palestra della scuola Pizzetti è un’altra grave lesione morale inflitta alla città

18 Giugno 2022 - 20:14

Prendiamo spunto dalla positiva e, tutto sommato, rimarchevole iniziativa dell’assessore Pino Riccio il quale, rispondendo all’interrogazione, presentata dal consigliere comunale d’opposizione, Dario Abbate, ha informato il Consiglio che la procedura per l’abbattimento del chiosco e delle attrezzature insediate illegalmente e con la complicità, aggiungiamo noi, del sindaco Velardi, è iniziata e lo stesso Tartaglione ha deciso di accollarsi i costi. L’occasione è propizia per evidenziare quali gravissime conseguenze ha determinato, come noi abbiamo denunciato fin dall’inizio, una vicenda rispetto alla quale Domenico Tartaglione è sicuramente meno colpevole di un sindaco che gli aveva garantito, con ennesima e suprema dimostrazione di assoluta ignoranza amministrativa, che quella roba là fosse legale e che, inoltre, lui, cioè Tartaglione, non avrebbe dovuto scucire nemmeno un euro di Tosap. Per cui, l’attuale posizione di concessionario per la gestione dell’impianto sportivo…

 

MARCIANISE (g.g.) Boom, che bomba: abbiamo cambiato completamente idea su Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo. Fino ad oggi lo abbiamo trattato male, rilevando comportamenti molto più che discutibili soprattutto sulla ormai antica questione del chiosco-bar, con tanto di eventi e di intrattenimento, che ha potuto tenere in esercizio, in funzione per diversi anni, dal momento in cui, giugno 2016, Antonello

Velardi è diventato per la prima volta sindaco di Marcianise.

Oggi, invece, diciamo che Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, è una bravissima persona, un ottimo elemento, un marcianisano modello che dà alla città molto di più di quanto non ne riceva in cambio. Insomma, se proprio di pezzo si tratta, stiamo parlando di un pezzo di pane.

Siamo d’accordo? Avete letto bene? La premessa ci serve per sgomberare il campo da ogni dietrologia, da ogni congettura su posizioni pregiudiziali che vedrebbero tutti i sostenitori di Velardi appartenere, a prescindere, secondo Casertace, al girone dei cattivi, dei maneggioni, dei fresconi.

La premessa serve a stemperare il clima, depurandolo da suggestioni valutative ad personam, affinché tutti possiamo concentrarci, noi che scriviamo e voi che leggete, sul punto della questione che tale sarebbe, cioè questione degna di essere discussa serenamente, se la stessa riguardasse i signori Ambrogio Brambilla, Pietro Proietti, Gennaro Esposito, Rosalia Niscemi.

Siamo d’accordo anche su questo? Avete ragione, abbiamo dimenticato nella nostra premessa di garantire ai nostri lettori quella documentazione, quei riferimenti normativi che poi permettono a tutti di assentire o di dissentire rispetto al nostro punto di vista. Anche in questo articolo, come del resto nell’altro milione di articoli pubblicati da Casertace da quando questo quotidiano on line è nato e da quando prova a spalare le tonnellate di merda che subissano tutti i palazzi del potere amministrativo, conterrà quegli elementi documentali, che offriremo alla consultazione di chiunque, non convinto della nostra ricostruzione e della nostra interpretazione, vorrà toccare con mano alla maniera di San Tommaso Apostolo.

Ah, a proposito, dimenticavamo: tra le qualità che abbiamo dovuto riconoscere a Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, c’è anche quella di essere un moderato, che, conseguentemente, esprime moderatamente la sua legittima simpatia politica e personale nei confronti del sindaco Antonello Velardi.

Dunque, quello che si vede nelle immagini, da noi, peraltro, già pubblicate a suo tempo e che oggi riproponiamo all’inizio di questo articolo, della festa che Domenico Tartaglione organizzò all’ombra del suo chiosco abusivo, incardinato nell’area parcheggio del mercato settimanale di Marcianise, è solo un’eccezione dovuta al fatto  che a pochi  minuti di distanza dall’epilogo di uno spoglio di ballottaggio vissuto sul filo del rasoio, quella bottiglia stappata, quelle esclamazioni di giubilo molto colorite erano, tutto sommato, giustificabili.

Ora, veramente abbiamo detto tutto quello che era giusto dire per dichiarare il nostro metodo di approccio laico alla notizia che andiamo a dare.

Siccome siamo in vena di complimenti, stavolta uno speciale tocca anche all’assessore Antiabusivismo Pino Riccio, che, gli va riconosciuto, ha dato concreta soddisfazione alla lunga battaglia condotta da Casertace affinché in quell’area parcheggio del mercato, teatro dell’appena citato brindisi tra Tartaglione e Velardi, fosse ripristinata la legalità violata. Già da marzo, Pino Riccio, come ha spiegato lui stesso rispondendo in Consiglio all’interrogazione del consigliere comunale di minoranza Dario Abbate, si è mosso e circa un mese fa Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, si è fatto vivo, seppur in pesantissimo ritardo rispetto ai termini dell’ordinanza di abbattimento del suo chiosco abusivo (vabbe’, amnistia, meglio tardi che mai) impegnandosi a realizzare la smobilitazione totale di baracca e burattini a proprie spese e, dunque, evitando che fosse il Comune direttamente, come del resto Pino Riccio era pronto comunque a fare, a realizzare l’abbattimento.

Vox populi si dice che Tartaglione abbia intenzione di portare il Comune in tribunale, chiedendo un congruo pagamento dei danni subiti, conseguenza di un via libera che lo stesso Comune di Marcianise gli avrebbe dato a suo tempo, innescando in lui l’idea che quel chiosco, quell’area di intrattenimento, che utilizzava a scopi di lucro, fosse regolarmente, legittimamente incardinata nella zona del mercato.

Non sappiamo se Domenico Tartaglione trasformerà il suo proposito in azione concreta. Tutto sommato, è auspicabile che lo faccia, visto che il Comune a quel punto dovrebbe spiegare per quale motivo gli ha consentito di fare quello che ha fatto e che solo durante la gestione del commissario prefettizio è stato sanzionato per effetto di una iniziativa ferma e determinata dell’allora dirigente all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Fulvio Tartaglione.

Auspicabile anche perché, nel computo del dare e dell’avere, difficilmente l’ago della bilancia penderebbe dalla parte del presidente dell’Asd Polisportiva Icarus, cioè dell’iper citato Domenico Tartaglione. Nell’anno 2019, infatti, lavorando alla fase istruttoria del procedimento, che avrebbe poi portato all’ordinanza di abbattimento, l’ingegnere Fulvio Tartaglione aveva chiesto lumi, in maniera molto lineare, semplice all’allora dirigente dell’area Finanze e Bilancio del Comune di Marcianise, Salvatore Zinzi, sull’assoggettabilità alla Tosap, che sta per Tassa per l’occupazione del suolo e delle aree pubbliche, del chiosco abusivo e di tutte le altre attrezzature sparse in quell’area, della quale venivano occupati tantissimi metri quadrati.

Il dirigente Salvatore Zinzi aveva risposto affermativamente: “Orbene – scrive testualmente Salvatore Zinzi – , l’associazione in parola (si parla della Asd Polisportiva Icarus), da ricerche eseguite dal servizio Tosap, non è risultata iscritta all’anagrafe delle Onlus, condizione quest’ultima necessaria per poter usufruire della esenzione dal tributo comunale in parola ai sensi dell’art. 104, comma 1, del D. Leg. 117/2017 meglio noto come Codice del terzo settore”.

Vedete, come siamo buoni? Non ci siamo limitati ad affermare spicciativamente, come avremmo potuto legittimamente fare, che l’attività, svolta per anni dalla Asd Polisportiva Icarus di Mimmo Tartaglione fosse stata in tutta evidenza finalizzata ad ottenere un lucro. Ci siamo cercati e abbiamo trovato il documento ufficiale attraverso cui il settore Finanze e Tributi del Comune di Marcianise, in risposta ad un quesito inoltrato dall’Ufficio tecnico ha comunicato che l’associazione di Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, non era presente nel novero delle Onlus, ai sensi di un testo unico che riordinava tutta l’area del Terzo settore, con la conseguenza che la Asd Polispotiva Icarus, avrebbe dovuto normalmente corrispondere al Comune di Marcianise gli importi per la Tosap a partire dall’anno 2016, cioè da quando il chiosco e le attrezzature prospicienti sono diventate operative, ciò in evidente antitesi con quello che l’Ufficio tecnico pre-commissario di Antonello Velardi, aveva scritto comunicando a Tartaglione la esenzione dalla tassa. Di qui anche il comprensibile disappunto del patron della Polisportiva Icarus, che ispira oggi la sua intenzione, di fronte all’obbligazione di versare la Tosap dal 2016 fino a questi giorni correnti, cioè per un periodo di ben sei anni, di citare il Comune per danni.

Finita qui? No, perché non può essere esclusa dal racconto di questa storia la circostanza che vede l’Asd Polisportiva Icarus gestire in concessione, con rapporto formale assegnato ex novo, anno per anno, la grande palestra della scuola Pizzetti. A quanto ci risulta questo rapporto è stato costituito anche per il 2022. Velardi ha deciso così e ha anche deciso, dunque, che non rappresentasse un motivo ostativo a che un debitore indiscutibile del Comune di Marcianise, quale è allo stato delle cose la Polisportiva di Domenico Tartaglione, acquisisse un’altra concessione, seppur di genere diverso.

Ci siamo andati a leggere, a proposito di documentazioni che servono a capire bene lo stato delle cose, il regolamento comunale per la gestione degli impianti sportivi, che all’articolo 7, quarto periodo, così recita: “Non potrà essere concesso l’uso degli impianti a società o associazioni che in precedenti concessioni non abbiano ottemperato a tutti gli obblighi prescritti per l’utilizzo degli impianti”.

Già immaginiamo la confutazione: eh no, qui parliamo di concessioni di altri impianti sportivi. E allora, aggiungiamo noi, ok, magari nei prossimi giorni svilupperemo una ricerca più approfondita per capire se esiste una norma di carattere generale che estenda un’ovvia, comprensibile incompatibilità anche ai casi in cui la morosità riguarda concessioni non rigorosamente classificabili nel perimetro degli impianti sportivi.

Ma anche se non dovessimo trovare questa norma e neppure una interpretazione giurisprudenziale che attraverso una sentenza, un pronunciamento del Tar, del Consiglio di Stato o della massima Corte della legittimità, cioè la Cassazione, chiarisca questo fatto e colmi, semmai, quello che sarebbe, a quel punto, un vuoto normativo, il discorso per noi non cambierebbe: se tu, infatti, hai illuso una persona, non certo conoscitrisce del diritto e delle procedure amministrative, che quel suo chiosco, quella sua attività attraverso cui si appropriava, sostanzialmente, di una vasta area di proprietà comunale, fossero regolari e legittime; se lo hai formalmente, ufficialmente rassicurato, che la stessa attività fosse esentata dal pagamento della tassa che in questo caso riguardava una mega occupazione di suolo pubblico, facendo sì che ora Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, sia pesantemente in debito col Comune per ben sei anni di Tosap non corrisposta, non puoi fare finta di niente e garantirgli un’altra concessione, privilegiandolo rispetto a soggetti che, potenzialmente andrebbero a gestire questo spazio sportivo, partendo da una posizione di “zero debiti” rispetto al Comune.

In questa vicenda, dunque, c’è un solo colpevole e purtroppo, ci dobbiamo ripetere, è sempre lo stesso: si chiama Antonello Velardi. Pino Riccio, rispondendo all’interrogazione di Abbate, ha dimostrato, alla fine, di svolgere la sua funzione di assessore Antiabusivismo con una certa serietà; Domenico Tartaglione, per gli amici Mimmo, ha fatto quello che ha fatto perché gli è stato detto che fosse tutto a posto, che fosse tutto regolare, munendolo di una dichiarazione formale del Comune, sulla non assoggettabilità dell’area che occupava all’obbligo di tassazione Tosap, salvo poi scrivere esattamente il contrario quando l’unico vero dirigente competente per materia, cioè Salvatore Zinzi, ha potuto liberamente esprimersi al tempo in cui, al governo della città, c’era il commissario prefettizio, nonché vice prefettovicario  Michele Lastella, oggi titolare della stessa carica in quel di Torino, cioè nella provincia il cui capoluogo è la quarta città d’Italia per abitanti e la storica, prima capitale dell’Italia unita, ciò a dimostrazione del livello di quel dirigente dello Stato, ovviamente vituperato in tutti i modi dal Velardi.

L’idea di una gestione padronale, feudale, nella quale tutto ciò che dico io è legale, è legittimo, è valido, solo e solamente perché lo dico io, continua a produrre mostruosità gestionali, gravi casi di iniquità, come quello che consente oggi alla Polisportiva Icarus, maxi debitrice del Comune di Marcianise, di gestire in concessione un bene della città.

Questo è il disastro amministrativo, politico, materiale e morale della terza città della provincia di Caserta, affidata da anni, non ad un sindaco semplicemente incapace di svolgere la sua funzione per il bene dei suoi concittadini, ma che associa all’incapacità, un’autostima delirante e totalmente infondata, visto e considerato che la non cognizione di fatti anche elementari, da parte sua, come dimostra questa storiaccia del chiosco e dell’area attrezzata, assegnata a suo tempo a Mimmo Tartaglione, rappresenta il pane quotidiano, ma anche il veleno iniettato  giorno per giorno nelle vene di una comunità che quando Velardi non sarà più sindaco, dovrà ripartire da zero, rimuovendo montagne di macerie prodotte dall’insensatezza e da una totale inconsapevolezza di chi l’ha indecentemente guidata.

Prot_Par 0032986 del 16-06-2022 – Documento (1)