MAZZETTE PER L’APPALTO. Indagato imprenditore casertano con interdittiva antimafia. Sette sue società e 2 funzionari pubblici

12 Dicembre 2022 - 16:14

Si tratta di un’articolata indagine della guardia di finanza che, a poco meno di due mesi di distanza, incastra personaggi già noti all’autorità giudiziaria per un altro fatto che li aveva connessi all’ammiraglio Raffaele Trapanese di Castel Volturno, inquisito in passato per la tangentopoli castellana. In calce al nostro articolo il testo integrale della GdF

CASERTA/GAETA – Ancora il porto di Gaeta e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale che lo amministra finiscono nella bufera per presunti casi di corruzione.

Era già successo recentemente, il 23 ottobre scorso (CLICCA E LEGGI),

quando, nell’ambito di un’indagine attivata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere erano stati indagati i due funzionari, Salvatore Ciccolella Guido Guinderi, insieme all’ammiraglio Raffaele Trapanese, imprenditore napoletan-casertano, con base operativa in quel di Castel Volturno, già in passato coinvolto nell’inchiesta sull’ennesima tangentopoli castellana (QUI UN ARTICOLO SULLA VICENDA).

Ad ottobre, emerse come il funzionario Guinderi, con la complicità del dirigente Ciccolella, avrebbe garantito il rilascio della concessione demaniale al porto di Gaeta alla società Star Center Italia e Wats a condizione dell’assunzione di un familiare, mentre stavolta, gli stessi due dipendenti, Ciccolella Guinderi, avrebbero preso una mazzetta da un ulteriore imprenditore casertano, stavolta del settore edile, quale corrispettivo per una gara d’appalto da 103 mila euro per la manutenzione straordinaria della pavimentazione della “Banchina di Riva della Darsena dei Pescherecci di Gaeta”.

Secondo gli inquirenti, cioè il Gruppo Guardia di Finanza di Formia, al culmine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, che ha notificato ai tre indagati l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la gara in questione avrebbe visto la partecipazione di 12 imprese, di cui sette, attraverso parenti e prestanome, riconducibili all’imprenditore casertano coinvolto, il quale utilizzava queste “teste di legno” a causa di un’interdittiva antimafia da lui subita in passato che non gli consentiva di spendere direttamente il proprio nome in attività imprenditoriali.

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA:

I Finanzieri del Gruppo di Formia, dopo un’articolata attività d’indagine, hanno provveduto a notificare a tre soggetti, due funzionari pubblici dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale sede di Gaeta (LT) ed un imprenditore edile, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Le investigazioni, eseguite tra il 2021 ed il 2022, si inseriscono nell’ambito dell’attività del Corpo in materia di spesa pubblica e hanno interessato in particolare la regolarità delle procedure relative ai lavori per la messa in sicurezza del porto di Gaeta.

La condotta ipotizzata a carico dei tre indagati è quella di concorso nel reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e riguarda l’affidamento di un pubblico appalto del valore di circa € 103.000,00, relativo alla manutenzione straordinaria della pavimentazione della “Banchina di Riva della Darsena dei Pescherecci di Gaeta”.

Le Fiamme Gialle, inoltre, hanno potuto constatare come già in epoca antecedente allo svolgimento della gara d’appalto, ovvero nella fase di sorteggio delle ditte partecipanti al bando, fossero state ammesse ben sette società su dodici di fatto riconducibili all’imprenditore edile, destinatario, tra l’altro, di misure interdittive antimafia.

Proprio in ragione di tale ultimo provvedimento, l’appaltatore aveva provveduto ad intestare fittiziamente a parenti e/o prestanome le varie società, pur di poter partecipare ugualmente ai bandi di gara indetti dalla Pubblica Amministrazione.