Michele Zagaria, O’ Ninno Iovine e altri uomini dei Casalesi insieme a processo per l’omicidio di Raffaele Lubrano

23 Ottobre 2021 - 17:13

CASAL DI PRINCIPE/PIGNATARO MAGGIORE – Era il novembre di 19 anni fa quando Raffaele Lubrano, figlio del capoclan Vincenzo, quest’ultimo ritenuto il capo della cosca Lubrano-Ligato,, veniva ammazzato a Pignataro Maggiore. L’agguato a Lubrano, figlio di Vincenzo,  che operava tra Pignataro Maggiore e zone limitrofe, avvenne del piccolo centro agricolo del casertano, mentre l’uomo era alla guida di un fuoristrada. Una morte decisa dalla famiglia Schiavone per riaffermare la supremazia dei Casalesi nella zona di Pignataro Maggiore e dell’intero agro Caleno. L’imprenditore era imparentato con la famiglia Nuvoletta di Marano di Napoli, a sua volta legata ai Corleonesi di Totò Riina in quanto aveva sposato la figlia di Lorenzo Nuvoletta, capo storico dell’omonimo clan. Un omicidio che, tra l’altro, secondo le indagini della Dda, servì a vendicare l’assassinio di Emilio Martinelli, fratello di Enrico, ammazzato proprio dai Lubrano.

Nelle scorse ore, durante l’udienza preliminare celebrata a Napoli la posizione di Francesco Cicciariello Schiavone  è stata unita a quella degli altri imputati a giudizio con abbreviato: i boss Giuseppe Caterino Michele Zagaria, gli specchiettisti Salvatore Nobis ed Antonio Santamaria ed i collaboratori di giustizia Antonio O’Ninno Iovine (‘o Ninno) e Francesco Ciccio e’ Brezza Zagaria.

In aula, quindi, si tornerà a fine novembre quando a parlare sarà l’accusa, specificatamente il pm dell’antimafia Maurizio Giordano.