MONDRAGONE. “Ten a panz”. Un noto politico ha “messo incinta” la fidanzata di un suo amico (?) e la città si riempie di volantini

11 Marzo 2024 - 17:00

Naturalmente non pubblichiamo le vignette che, a decine, impazzano sui whatsapp dei mondragonesi. In calce all’articolo la scena tratta dal film di Vittorio De Sica “Ieri, oggi e domani”

MONDRAGONE (g.g.) Sorprendentemente, una comunità che sviluppa pro forma un’attitudine a occuparsi di vicende culturali solo quando c’è da presentare qualche lucroso progetto per la riqualificazione del suo Castello, o per utilizzare la parte della reputazione, quella pop di Vittorio Sgarbi, per mostrare l’apparenza di un interesse per le cose appartenenti all’identità di questa comunità, che in realtà non c’è, ha dimostrato un amore insospettabile per il grande cinema italiano.

Mondragonesi cinefili, dunque. Le grandi pellicole italiane degli anni ’50, degli anni ’60 e degli anni ’70 hanno scritto pagine indelebili in ogni genere: Vittorio De Sica è stato uno straordinario regista, in grado di cesellare film da Oscar, i più celebri del cosiddetto neo realismo, da “Ladri di biciclette”, a “Umberto D”, alla grande commedia, per la quale ha sempre prediletto la città di Napoli, che ha amato fino all’ultimo giorno della sua vita.

Confessiamo che era da una ventina d’anni che non avevamo contatto con una delle scene più belle, celebri e spassose, sicuramente disegnate con lo spirito che solo Vittorio De Sica aveva, del film “Ieri,

oggi e domani”, una delle prime pellicole ad episodi, precisamente 3, ambientati in altrettante città. Meraviglioso è quello girato nella Napoli popolare, nella Napoli della Sanità e di Forcella, con una Sofia Loren ed un Marcello Mastroianni in forma smagliante. Ed è questo episodio, anzi, una scena in particolare, che sta girando letteralmente dappertutto nelle caselle whatsapp e nei profili social di centinaia e centinaia di mondragonesi: Sofia Loren, nel film Adelina Sbaratti, sa di dover essere arrestata, ma non si rassegna e cerca in tutti i modi di avere un colloquio con un avvocato.

Nonostante le resistenze di quest’ultimo, lei e suo marito Marcello Mastroianni, che mette addirittura la governante a presidio della porta dello studio, nonostante che lui urli il celeberrimo “iatevenne”, Adelina e il marito riescono ad entrare. La Loren, in lingua napoletana perfetta, mostra tutta la sua rabbia per il carcere che l’attende, a causa della sua attività di contrabbandiera, a cui è costretta anche a causa del fatto che il marito è un disoccupato atavico. Quando, però, l’avvocato si accorge che Adelina è incinta, le dice che lei in carcere non dovrà andarci e accompagnandola con un gesto eloquente, prorompe nell’espressione: “Cu chella panza”. E lì parte una delle scene più conosciute, più rinomate, sicuramente una scena che ha scritto la storia della commedia all’italiana dei grandi registi; la voce si sparge per i vicoli di Napoli con una sorta di passaparola, legata al fatto che Adelina è una donna di popolo, conosciuta e riconosciuta. “Ten a panz”: non c’è strada, non c’è vicolo in cui questa frase non si alza fragorosa e alla fine un’intera scolaresca sciama da Forcella fino al Lungomare di via Caracciolo con l’ininterrotto refrain “Ten a panz”.

Domanda: scusate, mondragonesi, ma perché avete messo in mezzo questa scena? Rappresenta la metafora di qualcosa, un’allusione? Noi abbiamo domandato un po’ in giro e abbiamo anche appreso che il tutto sarebbe giustificato da una gravidanza che, però, a differenza del film, non sarebbe legata alla normale unione tra un marito e una moglie, tra un fidanzato e una fidanzata, tra un compagno e una compagna (dal 1963 le cose sono cambiante), bensì da una relazione improvvida che potremmo definire, in qualche modo, triangolare, che coinvolgerebbe un nome importante della politica locale, cioè uno tra i 25-30 soggetti che hanno fatto politica negli ultimi 30 anni o che la fanno ancora oggi. Il fidanzato ufficiale della neo puerpera – neo fino a un certo punto, perché sarebbe al quarto mese di gravidanza – avrebbe la certezza matematica che quella “panza” non è opera sua. Ora, su cosa basi questa certezza, lo sa solo lui, ma lui sa anche di aver avuto negli ultimi anni un rapporto molto stretto, da amico, con il politico in questione. La mamma della signora che “ten a panz” avrebbe realizzato delle sintesi più veloci e nei giorni scorsi si sarebbe recata a casa dell’inseminatore. per regolare i conti. Si dice, addirittura, che abbia sfasciato l’abitazione. Ma il politico nulla può dire, perché esiste una riserva legale: quella dell’avvocato di “Ieri, oggi e domani”. E oggi il politico premuroso l’avrebbe sistemata in un’attività economica di un comune vicino.

Naturalmente non pubblichiamo le vignette che a decine impazzano per Mondragone. Più di questo non possiamo e vogliamo scrivere, ma una cosa la vogliamo dire: niente di nuovo sotto il cielo. Mettere incinta la fidanzata ufficiale di un amico del proprio amico non implica che chi lo fa non conosce la definizione, men che meno, il significato della parola amicizia. Ma, pure questo non ci sorprende, come non ci sorprende, scusate il gioco di parole assolutamente voluto, chi oggi si sorprende.