OMICIDIO KATIA TONDI. La difesa di Emilio Lavoretano porta la psicologa a testimoniare

8 Aprile 2019 - 14:45

SANTA MARIA CAPUA VETERE (red.cro.) – Nuova udienza al processo sul misterioso omicidio di Katia Tondi, la mamma di 33 anni trovata strangolata il 20 luglio del 2013 nell’appartamento  di San Tammaro dal marito Emilio Lavoretano, un ex gommista imputato a piede libero, che si sta celebrando davanti alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere. In aula sono stati sentiti alcuni testi della difesa, tra cui una psicologa ed è stato conferito un incarico ad un medico legale per dirimere alcune differenti valutazioni dei rapporti medici agli atti delle indagini.

La Procura incriminò Lavoretano, quale maggiore sospettato di omicidio volontario commesso con le modalità dell’impeto, per uno scatto d’ira. Un raptus per aver perso la pazienza per qualcosa di cui non è dato al momento sapere. Introvabile anche l’arma del delitto, che nel caso specifico gli investigatori ritengono sia un nastro di tessuto della larghezza di un centimetro usato come mezzo costrittore attorno al collo della povera Katia. Tra le ipotesi alternative individuate dalla difesa, anche una rapina sfociata con il delitto.