CASERTA AL BALLOTTAGGIO. Affluenza “regolare”. Con lo stesso trend di ieri, si arriverebbe al 45,70%, 9 e mezzo per cento in più rispetto al 2016. Ecco i voti che occorrono per vincere

18 Ottobre 2021 - 11:16

Approfittiamo del dato finale per la giornata di ieri per esporre un nostro report radiografico sui numeri emersi dai dati di affluenza. Lo facciamo ragionando con il confronto rispetto ai dati del 2016, rispetto a quelli del 2006 ed entriamo anche nel discorso dello scrutinio valutando la possibile incidenza di un numero più o meno alto di voti non validi 

 

CASERTA(Gianluigi Guarino) Alle 23 di ieri sera avevano votato il 33,19% dei casertani aventi diritto a fronte del 48,92% recatosi alle urne domenica 3 ottobre, in occasione del primo turno. Come abbiamo scritto sin dal primo articolo, ieri a mezzogiorno, da noi dedicato ai dati dell’affluenza, riteniamo totalmente irrilevante, ai fini delle valutazioni che ognuno di noi e ognuno dei nostri lettori può articolare sul rapporto tra dato dell’affluenza ed esito del ballottaggio, la differenza in flessione tra il dato assoluto del primo turno e il dato assoluto del secondo turno.

In pratica il 15 e passa per cento di flessione non ricopre una grande importanza perchè al di là di certi automatismi di cui avete sentito parlare per tutta la giornata di ieri dai notiziari nazionali e dai talk show di approfondimento, il dato dei secondi turni, dei ballottaggi, è, da almeno 10 anni, cioè da quando questa legge elettorale è entrata in vigore, significativamente inferiore, spesso esponenzialmente inferiore alla cifra di affluenza del primo turno.

Una forbice che si è allargata sempre di più e che solo forse nel 1993, in un’epoca particolarissima, in piena tangentopoli, si sviluppò attraverso un divario inferiore e addirittura in alcune circostanze con dati sovrapponibili alle cifre registrate nei primi turni. Ma quelli erano i tempi del “grande passaggio” dalla prima alla seconda repubblica poi rivelatosi molto deludente rispetto alle attese; erano i tempi dei grandi ballottaggi mediatici tra Rutelli e Fini alle comunali di Roma e tra Antonio Bassolino ed Alessandra Mussolini a quelle di Napoli.

Ci fosse stato un coglione, un solo coglione tra i giornalisti delle testate nazionali che ieri hanno pontificato in tutte le tv, che si fosse preso la briga di perdere tre minuti per navigare nell’archivio storico di Eligendo, cioè nell’area del sito che il ministero dell’interno dedica alle elezioni comunali, andando a ripescare gli unici dati che valgono per capire se in questo ballottaggio ci sia stata più o meno astensione del solito.

Ci fosse stato uno, tranne questi fessi di CasertaCe, che fosse entrato nell’area opendata di Eligendo per vedere come si era sviluppata l’affluenza il 5 giugno 2016, quando il ballottaggio, a differenza di quello che stiamo vivendo nel presente, si svolse nel corso di una singola giornata.

Si sarebbe capito che tutto sommato stiamo lì e magari qualcuno avrebbe potuto sviluppare qualche considerazione più seria, più informata, più avveduta sulle sfide di Roma, di Torino, di Trieste.

E invece, no. Naturalmente CasertaCe che ha sempre provato a mettere in campo un’informazione di livello superiore almeno per sensibilità, se non per mole di notizie, rispetto a quella propinata dai giornali nazionali, tale lavoro lo ha fatto.

Intanto, sviluppiamo la stessa proiezione che abbiamo erogato ieri a mezzogiorno e alle 7 di sera, dedicandola, questa volta, al già citato dato delle 23. Lo facciamo, dopo aver sgomberato il campo dal motivo, ampiamente declinato, per cui questo 15 e passa per cento di differenza tra primo e secondo turno, non conta un tubo.

Allora, il 33,19% rappresenta il 67,84% del risultato realizzatosi sempre alle 23 lo scorso 3 ottobre. In parole povere, ieri, rispetto a 15 giorni fa, ha votato un terzo in meno dei casertani, mentre gli altri due terzi che avevano rappresentato la loro manifestazione di consenso al primo turno, sono, in pratica, tornati a farlo anche al secondo turno.

E qui, andiamo un attimo in terza media e con una semplice proporzione aritmetica trasferiamo questo 67,84% ad oggi pomeriggio alle 3.

Il dato definitivo dell’affluenza registrato due settimane fa fu del 67,04%. Se da stamattina alle 7 ad oggi pomeriggio alle 3, si dovesse confermare il trend di affluenza, registrato durante l’intera giornata di ieri, cioè se, oggi, lunedì, si recassero a votare due terzi di coloro che vi si recarono nella giornata di lunedì 4 ottobre, il dato finale sarebbe del 45,47%, che poi è proprio quello che in qualche modo abbiamo previsto in più articoli, nei quali, menomale, ci mettiamo sempre la faccia, carta canta, andatevi a leggere quello che abbiamo scritto nella settimana successiva al primo turno e vedrete che questo 45% lo incontrerete in più occasioni.

Per cui, ricapitoliamo: ieri alle 12 la proiezione finale di affluenza l’abbiamo calcolata al 41,13%; alle 19, l’abbiamo ricalcolata, considerando le variazioni di trend di affluenza al 46,70%, per cui si può parlare ragionevolmente e scientificamente di un’affluenza in crescita in termini almeno relativi, mentre a conclusione delle operazioni di voto, cioè alle 23, quella proiezione del 46,70% è diventata del 45,47%.

Non possiamo stabilire se il trend di affluenza segnalerà una flessione nel corso della giornata odierna. Cioè non possiamo stabilire già ora se, com’è successo nel corso dell’intera giornata di ieri, anche oggi, dalle 7 alle 15 torneranno alle urne i due terzi dei casertani che votarono di lunedì al primo turno, nella giornata del 4 ottobre o se invece questa percentuale si ridurrà o aumenterà. Ma è chiaro che con i numeri aggregati dei votanti in carne e ossa, non ci si potrà discostare più di tanto, sia in termini di incremento, sia in termini di decremento, da questa quota 45,47.

E andiamo dunque al vero dato di raffronto, quello che non avete sentito in nessuna trasmissione televisiva e in nessun tg1, tg5 eccetera: a Caserta, scriviamo per noi, ma lo stesso poteva essere fatto tranquillamente per Roma, Torino eccetera, il 5 giugno 2016, votò il 36,20% che definimmo, al tempo, il peggior dato di affluenza della storia di questa città.

Ieri sera, con la prospettiva di altre 8 ore di seggi aperti nella giornata odierna, aveva già votato il 33,19%. Se la cifra di flessione tra primo e secondo turno sarà, oggi, lunedì, sovrapponibile a quella registratasi ieri, domenica, cioè due terzi alle urne e un terzo a casa, il 45,47% prodotto equivarrebbe a un 9,27% di incremento, di aumento rispetto al ballottaggio della volta scorsa.

Verrebbe da dire: non è che ci volesse poi tanto. Il dato meno recente del ballottaggio del 2006 tra Nicodemo Petteruti e Paolino Maddaloni segnò, infatti, un 67,01%. Ma quella fu un’occasione speciale perchè si riproponeva dopo un anno il confronto-scontro tra Sandro De Franciscis, presidente della Provincia, e Nicola Cosentino, che alle provinciali era stato sconfitto e che combatteva per prendersi una rivincita alle elezioni comunali.

De Franciscis da un lato e Nicola Cosentino dall’altro erano dei leader politici di statura regionale con una capacità di mobilitazione, al di là del dato strutturale di un astensionismo aumentato nell’arco degli ultimi 10 anni, del tutto differente rispetto a quella dei nostri giorni.

Per cui, il dato di affluenza del ballottaggio di oggi va paragonato a quello del 2016, a quello del 36,20%, evitando ulteriori arretramenti temporali, magari per arrivare fino al 1997, quando Luigi Falco diventò sindaco battendo al secondo turno l’allora Ds Giuseppe Venditto, che a sua volta aveva sopravanzato di pochissimo proprio De Franciscis, guadagnandosi la sfida finale, poi persa con numeri chiari, con il medico dell’ospedale civile di Caserta, candidato del centrodestra.

Volendovi dare un’informazione proprio completa, aggiungiamo anche che il dato di proiezione in valore assoluto deve tener conto del numero di elettori aventi diritto al voto che sono, stavolta 62.692, cioè 693 in meno rispetto ai 63.385 del 2016. Per cui, il 45,47% della nostra proiezione di trend, è di 28.505 votanti, cioè oltre 5mila in più rispetto al 2016. Un dato questo che potrebbe essere importante anche in sede di esito elettorale.

Sempre 5 anni fa, i voti validi cioè i votanti meno le bianche e le nulle (1.272) furono 21.675. Se si dovesse registrare lo stesso numero di voti non validi, cioè di bianche e di nulle ( magari qualcuno in più in quanto hanno votato più persone), il nostro 28.505 andrebbe a 27mila circa. Per cui vince il ballottaggio chi prende un voto in più di 13.500. Anche se, questo numero altissimo di schede nulle registratosi la volta scorsa, riteniamo non fu oggetto di ricorsi di fronte a quella che era un’anomalia, solo perchè lo scarto tra Marino e Ventre era così ampio che anche nel caso in cui tutte quelle schede nulle, cioè circa mille, fossero state aggiundicate a Ventre, non sarebbe cambiato niente.

Ok, per stamattina abbiamo terminato.