PD, e che ci fanno Stanlio e Ollio. Nel pasticciaccio ora non risultano più iscritti al partito Graziano, Oliviero, Abbate e quasi tutta la classe dirigente

9 Febbraio 2023 - 19:28

Come avevamo largamente preannunciato qualche ora fa in un altro articolo, la follia, legata alla constatazione dei numeri non fausti per Graziano e la Picierno, ha creato una situazione ridicola. Il taglio di duemila e passa tessere è stato una forzatura, visto che la stessa Commissione nazionale aveva tre giorni fa, non tre anni fa, mandato a Caserta un elenco depurato di 1075 sottoscrizioni, poi divenute 450 per una sorta di amnistia, chiesta dal presidente della commissione locale, l’aversano Francesco Gatto, staffista a Bruxelles della Picierno.

CASERTA (g.g.) Era stato anche facile prevedere nelle scorse ore (CLIKKA E LEGGI) l’epilogo alla Stanlio e Ollio di questa storia delle tessere del Pd casertano, divenuto un caso nazionale, non perché a Caserta siano successe cose diverse, rispetto a quelle capitate in altri luoghi, dove il tesseramento è stato ugualmente gonfiato in relazione alla scadenza congressuale, ma perché qui esiste una situazione che, se fosse interpretata con coerenza ed equità, potrebbe anche essere accettabile. Ma qui, l’equità e la coerenza sono autenticamente latitanti.

Diamo per buono che Stefano Graziano e Pina Picierno abbiano ragione ad affermare che Oliviero sia stato autore di un assalto all’arma bianca a tesseramento aperto. Ok, ma Graziano dovrebbe spiegare dove abiti la congruità, la coerenza per l’appunto, tra questo slancio di moralità democratica e il modo con cui lui è diventato deputato, attraverso una cooptazione brutale, operata dalla coppia Enrico

Letta-Francesco Boccia, che al confronto le candidature di Berlusconi delle veline o delle ex veline delle sue intrattenitrici seriali e notturne, sono un esercizio di purezza morale e politica.

Graziano è deputato non perché il suo nome è venuto fuori, ad esempio, da un deliberato dell’Assemblea provinciale o, meglio ancora, dalle Primarie (nell’unico caso in cui vi ha partecipato, correva l’anno 2012 ed era il 29 dicembre, le ha perse rimanendo fuori dalle candidature con possibilità di elezione alle Politiche che si sarebbero svolte di lì a poco, nel febbraio 2013).

Il risultato di questo pateracchio, il risultato di aver percorso la strada surreale di far ritornare a Roma l’elenco degli aspiranti iscritti di Caserta, dopo che questo era stato già epurato dalla Commissione nazionale e poi riemendato da questa, insieme a Francesco Gatto, un uomo, ma più che altro un soldato fedelissimo di Graziano, è oggi anche a libro paga di Pina Picierno, facendo parte del suo staff in quel di Bruxelles, lo apprendiamo in queste ore e potremmo, per l’appunto, definirlo, il lodo Stanlio e Ollio. Per motivi diversi, infatti, chi perché ha pagato una cifra di un euro o due euro inferiore a quella stabilita, chi in quanto ha compiuto un errore di spedizione, sono fuori alle 19.20 di stasera, 9 febbraio, lo stesso Stefano Graziano, Gennaro Oliviero, Pinuccio Moretta, Dario Abbate e tanti altri ancora. In pratica, questa ideona di bloccare il tesseramento, nonostante questo fosse stato già esaminato e, comunque, alterato nel senso delle regole statutarie, ha causato un epilogo che definire comico ci sembra poco e che espone, in ogni caso, il Pd casertano all’ennesima pessima figura. Una condizione che danneggia tutti, eccetto la Picierno. Ma questo è un caso eccezionale, particolarissimo che andrebbe trattato in un articolo scritto ad hoc e non vincolato dai limiti di spazio e di tempo.

Quello che succederà nelle prossime ore, onestamente, non lo sappiamo e lasciamo agli altri, eventualmente, la trattazione perché riteniamo il livello di questo giornale eccessivo rispetto a quello del Pd casertano.