PRESUNTE ESTORSIONI A ZANNINI E CAMPOLI. Parla Tiberio La Torre: “Vi spiego perché Gianni mi ha denunciato. Campoli? Amici del cuore da sempre, mai chiesto un euro”
19 Marzo 2025 - 14:15

Secondo l’imputato, sottopostosi all’interrogatorio di esame e controesame durante il processo in corso a Santa Maria Capua Vetere, alla base dell’iniziativa del consigliere regionale ci sarebbe altro. L’incontro con Zannini e Campoli alla pompa di benzina nel giorno delle elezioni comunali
MONDRAGONE (g.g.) – Dopo aver dato conto delle dichiarazioni di Giovanni Zannini e di Alfredo Campoli, i quali hanno entrambi denunciati Tiberio La Torre per estorsione, provocandone l’arresto, è stata quest’ultimo a sedersi per l’esame e il controesame dell’imputato, nel processo in corso di svolgimento al tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Come fatto per Campoli e Zannini, diamo spazio anche alle tesi esposte da Tiberio La Torre, detto Puntinella,
Il primo riguarda le domande postegli dal giudice Giovanni Caparco, presidente del collegio giudicante, e dal pubblico ministero della DDA di Napoli, Roberto Patscot.
Tiberio La Torre nega di aver rivolto richieste estorsive a Giovanni Zannini e ad Alfredo Campoli, a partire dai 50 mila euro che, secondo la denuncia del consigliere regionale, l’esponente (o ex esponente) del clan camorristico per egemone su Mondragone avrebbe preteso, coniugandole a minacce a ad una presenza frequente sotto l’abitazione del consigliere regionale.
Il dettaglio di questa parte iniziale dell’interrogatorio lo potrete leggere nel documento che pubblichiamo in calce al’articolo che costituisce il verbale di tutte le fasi di questo importante momento processuale.
I concetti esposti da La Torre sono due: secondo lui, il movente della denuncia di Giovanni Zannini risiederebbe nella volontà di quest’ultimo, come se si trattasse di una sorta di lesa maestà, di fargli pagare una richiesta di tipo non materiale, ossia le scuse che a Zannini sarebbero state domandate da Tiberio La Torre per l’episodio per lo schiaffo inflitto da Zannini – o da chi per lui – al figlio di Puntinella, ovvero Antonio La Torre.
Il pubblico ministero rivolge più volte a Tiberio La Torre la stessa domanda e dimostra di non essere convinto del fatto che una persona possa denunciarne per estorsione un’altra, tra le oltre cose esposta per quanto riguarda il proprio passato e quella della sua famiglia, solo perché sono state richieste delle scuse da mettere per iscritto in quanto, spiega Tiberio La Torre nell’interrogatorio, lui avrebbe voluto mostrarle ai familiari, a quelli di Mondragone, ma soprattutto a quelli di Asti, in Piemonte, dove risiede una figlia che, per un periodo, l’ha accolto, salvo poi separarsi dal padre per delle incomprensioni che inducono Tiberio La Torre a tornare a Mondragone.
Probabilmente, la pubblica accusa indirizzerà la requisitoria, la sua richiesta di condanna proprio sulla convinzione maturata, sull’inverosimiglianza di una denuncia presentata solo per vendetta di fronte alla richiesta di scuse per lo schiaffo al Lido Sinuessa. Anche perché le accuse a Tiberio La Torre sono state formulate anche da Alfredo Campoli, rispetto al quale il fratello del capo-camorra, Augusto La Torre, si mostra ancora più incredulo, in quanto riteneva Campoli un suo rapporto stretto, cementato da una frequentazione datata con l’imprenditore.
Tiberio La Torre afferma di aver conosciuto e di aver rispettato il papà di Alfredo Campoli. Un rapporto che si sarebbe tradotto nella disponibilità dell’imprenditore a fronteggiare volontariamente alcuni bisogni di La Torre, soprattutto nel periodo successivo al ritorno in quel di Mondragone di quest’ultimo, in conseguenza dei dissidi nati con la figlia nel periodo di residenza ad Asti.
Prima 2.500 euro, poi 1.500 e poi 1.000 a partire dal giugno 2023. Tiberio La Torre ha parlato, nel corso del suo interrogatorio, anche di un episodio specifico, verificatosi nel 2022, nel giorno delle elezioni comunali a Mondragone.
“Nel 2022, in tempo di elezioni, io e l’allora madre dei miei figli, passiamo per il distributore di benzina di Campoli, e siccome stavano facendo lo spoglio elettorale, gli dissi: “Luisa (la moglie di La Torre, ndd.), fermati un attimo, fammi vedere se ci sta Gianni (Zannini, ndd.)”. Gianni c’era, uscì e ci salutammo e andò a salutare a mia moglie e io salutai a Campoli. E lui, Campoli, mi disse: “vienimi a trovare”, dissi no… io stavo ad Asti in quel momento, e non sono andato. Poi, con il litigio che è successo con la famiglia… a me mi supportava mia figlia, non mi ha supportato più, e quindi sono dovuto tornare a Mondragone.”
Il racconto prosegue con il ritorno a Mondragone dopo il soggiorno piemontese: “Sono andato a trovare a Campoli e Campoli mi dice: “come stai? Come non stai?”, dico: “Gianni… Alfredo, come devo stare? Sto senza casa, sto senza macchina, sto senza niente, nessuno mi ha dato un aiuto”, lui dice: “ti aiuto io”.“
Alla domanda del PM se fosse stato un aiuto spontaneo, La Torre risponde affermativamente e lo ribadisce con determinazione: “Spontaneamente, e mi regala 2.500 euro.“
Questo primo articolo termina con un elemento di sintesi. E’ verosimile che per il suo carattere, per il suo modo di essere, Giovanni Zannini avrebbe potuto denunciare per estorsione Tiberio La Torre, sapendo, tra le altre cose, di andare a colpire un ventre molle, dato che un La Torre è sempre un La Torre, in quanto quest’ultimo gli aveva chiesto delle scuse per iscritto al figlio e, dunque, andando anche a ferire l’orgoglio e l’ego del consigliere regionale?
Il pubblico ministero della DDA probabilmente si avvia a scartare questa ipotesi. Bisogna capire cosa, invece, stabilirà il giudice, tenendo conto delle altre fasi dell’interrogatorio di Tiberio La Torre e su cui ci soffermeremo nei prossimi articoli.
