Prima rapinatore, poi camorrista. Estorsione: condanna definitiva a Francesco Buanno “criminale in carriera”

16 Luglio 2023 - 12:43

Il ricorso della difesa è stato dichiarato inammissibile dai giudici della Cassazione.

MARCIANISE. Francesco Buanno ha avuto un rapporto con il mondo criminale connotato, all’inizio, da atti che lo inserivano all’interno della cosiddetta delinquenza comune. Nel 2017, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo aveva condannato a 4 anni di reclusione per una serie di rapine e di scippi a Marcianise, perpetrati ai danni più persone, tra cui donne anziane e minori. Quei quattro anni furono confermati dalla corte di Appello di Napoli e diventarono definitivi, passando in giudicato nel 2019 ad opera della Corte di Cassazione.

Successivamente, Buanno ha cominciato a frequentare anche ambienti della criminalità organizzata di Marcianise e, in questo contesto, ha subito un altro arresto con una imputazione per il reato, forse ancora più grave rispetto a quello di rapina nel momento in cui si connette agli interessi della malavita organizzata, di estorsione.

Ha affrontato altri processi avendo una dura condanna. Primo grado, Appello ed ora Cassazione che questa volta ha dichiarato addirittura inammissibile il ricorso presentato dal suo avvocato o dai suoi avvocati difensori.

Inammissibilità sancita in quanto, secondo i giudici della legittimità, il ricorso poggiava su argomentazioni apodittiche, in pratica significa solamente affermate, a prescindere da argomentazioni solide a sostegno delle stesse e sull’entità della pena comminata dai giudici di primo grado e confermata da quelli di secondo grado. Oltre a questo, la difesa aveva contestato la sentenza dell’Appello, in merito ad una presunta mancata applicazione della continuazione del reato che, come i nostri lettori sanno, incide proprio sull’entità della pena inflitta.

Infine, altre contestazioni erano state mosse sul concorso formale tra reati e su una ugualmente presunta carenza di motivazione da parte della corte d’Appello sull’istanza di riduzione della pena.

In poche parole, i giudici romani hanno considerato il ricorso carente di una esposizione delle specificità contestate e per questo motivo lo hanno dichiarato inammissibile. Per cui, dopo quella a 4 anni di reclusione, datata 2019 e che probabilmente Buanno ha già scontato, diviene definitiva anche questa sentenza che potrebbe riaprire al pregiudicato le porte del carcere.