REGGIA DI CASERTA. Celebrazioni di Vanvitelli ad Ancona, abusivi nel monumento e piazza Carlo di Borbone dimenticata. Caro ministro Gennaro Sangiuliano ecco dove sta venendo…
17 Gennaio 2023 - 17:06
CASERTA (pasman/prima parte) Ministro Sangiuliano, in vista della sua preannunciata visita alla Reggia di Caserta abbiamo predisposto questo appunto perché è fin troppo noto come spesso, per un gioco perverso di interessi in gioco, alle autorità di vertice molte questioni non arrivano o arrivano accomodate. La metterà in grado di capire, se consente e se vorrà, dove realmente sta venendo.
Ebbene, sappia che nell’aprile del 2015 venne in visita al monumento l’allora sottosegretaria ai Beni culturali Ilaria Borletti Buitoni, la quale, attraversando il cosiddetto “cannocchiale” (il mirabile corridoio che collega l’ingresso della Reggia al parco), fu letteralmente presa d’assalto dai numerosi e perennemente presenti venditori ambulanti sia italiani che stranieri, i quali, non sapendo chi fosse, le volevano rifilare la loro paccottiglia. La politica e nobildonna commentò: “Se vogliamo che la Reggia diventi un punto di attrazione internazionale, è necessario far rispettare le regole. La Reggia non deve essere un suk ma si devono rispettare le regole per mantenerla in uno stato di decoro“.
Ora, da quel dì, qualcosina è stata fatta. Il fenomeno degli abusivi è stato contenuto nelle sue manifestazioni più eclatanti, ma è sempre ben presente. Legga i nostri articoli in proposito, che quasi da soli pubblichiamo, con tanto di foto che ritraggono i rivenditori illegali che agiscono tuttora negli androni del palazzo reale e persino a ridosso degli addetti alla vigilanza. Circostanza, quest’ultima, che fa immaginare l’inverosimile. Si può sperare che l’andazzo venga finalmente risolto e che, se allo stato non esistono strumenti efficaci, li si metta allo studio e li si vari?
Incontrerà il sindaco ed amministratori vari. Di là delle loro parole di circostanza, consideri che sono quelli che, avendo la gestione del Belvedere di San Leucio l’hanno ridotto ad un letamaio e speriamo che con gli interventi tardivi appena annunciati dalla Soprindentenza locale riescano a salvare gli affreschi del bagno di Maria Carolina già quasi alla malora. Peggio mi sento per il borgo medioevale di Casertavecchia, sostanzialmente abbandonato a se stesso. Quanto alla Reggia, il loro impegno è fatto di sole chiacchiere. La realtà è che non sono neppure in grado di impedire che le macchine vi parcheggino abusivamente e liberamente a ridosso. La piazza monumentale, benché si sia voluta dubbiamente reintitolare con tanto di fanfara, nelle loro mani è terra di nessuno. Rimossi e mai più ripristinati i cartelli monitori apposti alcuni anni fa (nelle due foto), con tanto di divieti e di sanzioni per tutta una serie di condotte irrispettose del valore del luogo, da sempre ci si va a correre, a fare ciclobike, a giocare a pallone, a far scorrazzare i cani. In una circostanza abbiamo documentato come una delle tante comitive vi avesse piantata una tenda canadese. Chissà poi perché, gli addetti agli sporadici servizi di perlustrazione della piazza, per ignoranza dei divieti o per tiepidità, non una volta dicano, ad esempio, ai ragazzi che giocano a pallonate contro gli emicicli, guardate che non si fa…!
Ci consenta anche un poco di lepidezza, per sollievo da questo quadro offuscato, caro ministro: questi amministratori che stanno gestendo milioni di euro – chissà se consapevoli che sono di annoso debito sul groppone degli italiani e quasi come una grande bouffe – non ci crederà non sono capaci da anni di far sistemare due cartelli stradali che allo sbocco di una strada laterale alla Reggia la indicano allo stesso tempo uno a destra ed uno a sinistra. Con il parcheggio interrato di piazza Carlo di Borbone saremmo alla follia, se non pensassimo a concreti interessi che possono esserci dietro alla sua vicenda. Benché struttura ideale rispetto al monumento ed alla città ed ancor più valorizzabile con pochissima spesa, viene sistematicamente intralciata in favore di soluzioni ancora oggi in cantiere dispendiose e di grave impatto urbanistico.
Il direttore Tiziana Maffei chissà se le spiegherà con minore reticenza di quella usata verso la città le ragioni dello svolgimento ad Ancona e non a Caserta del prossimo convegno internazionale di studi vanvitelliani. Attendiamo di conoscerle anche noi. Così come ancora si attende di sapere la fondatezza scientifica e dell’attribuzione al Sanmartino della sculturina esposta nella mostra Il piccolo principe e della riferibilità di essa a Carlo Tito Francesco Giuseppe di Borbone, erede al trono deceduto trienne per vaiolo.
Dato che ormai non c’è organo di informazione il quale non la dia per certa quando certa non è. La Reggia non ha bisogno di espedienti e di primati di sorta per confermare il suo valore. D’altro canto, le ricordiamo che una interrogazione parlamentare sul punto della ex senatrice Margherita Corrado, ma soprattutto archeologa di vaglia, è rimasta lettera morta, per quanto argomentata con pieno rigore scientifico. Per giunta, alla parlamentare fu negato l’accesso agli atti del comitato scientifico della Reggia – organismo che ci è sempre apparso evanescente nel suo mandato – il quale avrebbe dovuto esaminare e valutare il progetto scientifico della mostra. Il motivo opposto, sconfessando uno dei principi cardine del metodo scientifico ossia quello della piena circolazione delle informazione e dei dati , fu che si trattava di atti riservati (sic!). Al pari di un segreto di stato… .
La porteranno a visitare l’ala degli appartamenti dell’800 appena restaurati. Gliene diranno senz’altro meraviglie, anche perché non sono costati proprio qualche liretta del vecchio conio. Tuttavia, qui a Caserta, dove agisce un validissimo gruppo di esperti indipendenti di cose borboniche, si dubita della appropriatezza di tutti gli interventi.
Sul punto abbiamo voluto interpellarne uno e dargli quella voce che siamo certi altrimenti non le arriverebbe.
Nella seconda parte di questo appunto al ministro Gennaro Sangiuliano (che pubblicheremo domani) la nostra intervista a Salvatore Scarfone, giovane ma ferrato studioso e cultore di storia antiquaria, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.