S.MARIA C.V. ATTENTI CONSIGLIERI c’è una novità: il Prg destina (senza se e senza ma) ad attrezzature pubbliche il lotto dove Leone sogna il grande discount

31 Luglio 2019 - 18:32

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Avevamo promesso stamattina una seconda puntata in sequenza ad una prima (LEGGI QUI) in cui ci siamo sforzati per spiegare, nella maniera più semplice possibile, che le modalità quantomeno forzate (per noi illegittime senza se e senza ma), attivate con una serie di arzigogoli ed interpretazioni normative a dir poco acrobatiche per fare in modo di aprire al più presto un nuovo centro commerciale al posto dell’ex centro agrario, rappresentano uno sforzo e, per l’appunto, una forzatura troppo grande per non essere legata ad una forte pressione di tipo politico amministrativo affinché quella struttura nasce e nasca al più presto, senza andare troppo per il sottile.

Ci sono altri due elementi che completano il mosaico costruito stamattina. Meno di tre anni fa, già con l’amministrazione Mirra, l’ufficio tecnico del comune rigettò la richiesta dei privati, i quali, neanche se stessero a chiedere il placet

per costruire la cuccia per il cane, se ne uscirono addirittura con una Scia che se non riscontrata avrebbe determinato consenso tacito e attivato le betoniere. Il comune disse no, ma ancor più importante fu il conforto che il Tar della Campania, adito dagli imprenditori coinvolti in questo affare, dette ragione all’ufficio tecnico, sancendo, in linea con quello che il Piano regolatore generale prevedeva, che un intervento di quel tipo all’interno di un lotto classificato come zona G ma eccedente il limite degli 8 mila metri quadrati, avrebbe potuto sostituire i capannoni del Consorzio agrario con i capannoni del centro commerciale solo dopo aver superato la procedura di approvazione del cosiddetto Pua, cioè il Piano urbanistico d’attuazione, strumento sotto-ordinato al Prg, ma necessitante della stessa procedura amministrativa per ottenere il via libera dal consiglio comunale.

Ora, lo stesso comune di Santa Maria Capua Vetere beffa il tribunale della Campania e smentisce se stesso. Cosa è successo in questi 2 anni e mezzo per poter dire che il Pua non serve più, ma è sufficiente un permesso a costruire in convenzione, con quest’ultima approvata dal consiglio comunale, ai sensi dell’articolo 28bis della legge 180 del 2001, meglio noto come Testo unico dell’Edilizia? Un tubo. E’ cambiata solo l’intensità della fregola degli imprenditori, proprietari del terreno, che hanno scelto come progettista Gaetano Capitelli, super-fedelissimo dell’assessore Nicola Leone.

Chi va ad amministrare una città, al di là della funzione che svolge, dovrebbe conoscere, quantomeno superficialmente, i principali strumenti di potestà, a partire dal Piano regolatore generale vigente. Questa conoscenza superficiale dovrebbe obbligatoriamente diventare profonda se un politico intende ricoprire il ruolo di assessore all’Urbanistica.

E invece Nicola Leone sta dimostrando, in questi giorni, di non conoscere granché il Prg. Si affida e si fida dei dirigenti dell’ufficio tecnico ma soprattutto di Gaetano Capitelli. E fa male. Perché il padrone, come si suol dire, se vuol comandare bene, deve conoscere ogni qualità di concime parimenti, anzi meglio, del suo bracciante.

Ebbene, il lotto interessato alla trasformazione degli impianti del Consorzio agrario, attenzione, ripetiamo, proprio quel loto di circa 10 mila metri quadrati, è destinato, per il Prg, ad “Attrezzature pubbliche“. Ora, considerare “attrezzatura pubblica” un bancone dei surgelati dove riteniamo che il bastoncino non te lo regalino, rappresenta proprio una discesa ardita, senza risalita.

E allora adesso come ci comportiamo con questo vincolo del Prg? Facciamo finta di niente? E che ce ne fotte, a Santa Maria Capua Vetere funziona così: la legge è stata sempre un optional, qualcosa che si può adattare e piegare alle esigenze del momento. Vabbè, approvate questa porcata, così andiamo ad archiviarla nel lunghissimo ufficio della perdizione della pubblica amministrazione nostrana.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL CONSIGLIERE COMUNALE PAOLO BUSICO

Sulla vicenda di questo permesso a costruire convenzionato, relativo all’area dell’ex consorzio agrario, che torna in consiglio comunale nella seconda convocazione di stasera, è opportuno dire che il fascicolo portato in commissione era insufficiente cosi come la relazione dell’ufficio tecnico. Nulla è stato detto ai componenti della commissione del precedente diniego motivato anche dalla necessità di un piano urbanistico attuativo e nulla è stato detto della sentenza del Tar Campania, confermata dal Consiglio di Stato, che asseriva la necessità del piano urbanistico esecutivo.
Quindi la cosa merita senza dubbio maggiore approfondimento.

La cosa però ancora più scandalosa è la relazione del tecnico del consorzio che cerca di mascherare la superficie in più di calcolo e la mancata possibilità di sovrapposizione tra il progetto e il prg affermando che il prg è vecchio e si presta ad errori dovuti alle tecniche con cui veniva disegnato mettendo quindi in discussione l’attendibilità dell’unico documento valido di programmazione urbanistica.  Mi chiedo a che  punto sia il prg sul quale sta lavorando questa amministrazione anche perché è da quando facevo parte della maggioranza che ne sento parlare ma a vederne neanche l’ombra. Mi dispiace non essere in aula stasera perché lontano in questi giorni ma con queste parole cerco di smuovere la coscienza di chi come me sedeva in terza commissione, se potessi tornare indietro mai mi sognerei di dare parere favorevole a tale proposta ma lo riconosco e non mi nascondo.

Credo però che Una politica trasparente e leale affronta questi temi in periodi sicuramente diversi dove la partecipazione di tutti sia quasi assicurata, ma mi rendo conto  che  ormai si ricorre a queste strategie di basso livello per salvare la poltrona. Sindaco si dimetta è la cosa migliore per tutti.