S.MARIA C.V. Rissa in carcere. Uno degli agenti feriti sarà operato: “caviglia fratturata”

19 Settembre 2022 - 16:21

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ritorniamo sulla notizia della lite nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (CLIKKA E LEGGI)

pubblicando qui sotto il comunicato stampa del Sappe con altri particolari:

Permane alta la tensione nelle carceri della Campania.

“Una situazione sempre critica ed allarmante”, commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Durante l’aria del Reparto Danubio del carcere, un detenuto italiano ed uno albanese sono venuti alle mani. Ad avere la peggio, però, è stato un poliziotto penitenziario, intervenuto per separarli, al quale è caduto addosso uno dei due ristretti. L’agente ha subìto la frattura della caviglia ed è stato condotto subito in ospedale, dove sarà operato. Non sono note le ragioni del diverbio tra i due detenuti, ma la situazione del carcere di S.Maria Capua Vetere è allarmante”.

Per CAPECE è necessario ripensare completamente la questione penitenziaria: “Quanto accaduto conferma l’alta tensione che si vive nelle carceri. I nostri auguri e la nostra solidarietà va al collega in ospedale, ma il fatto deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l’espletamento del proprio servizio. La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quando prima tale questione”.

Il SAPPE ha annunciato che, a fine mese, tornerà di nuovo in piazza a Roma per protestare e sottolineare quanto e come sia importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale: “E’ grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si è concretizzata quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria. Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave che, pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti psichiatrici, le Autorità competenti non sia ancora state in grado di trovare una soluzione. Il SAPPE chiede l’uso degli scudi protettivi e caschi come deterrenti e a protezione dei poliziotti penitenziari. Se il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi non è in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane ed alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria deve avere la dignità di dimettersi!