Strage di camorra,  il boss pentito dei casalesi: “Tutto il clan si mobilitò”

22 Febbraio 2024 - 19:05

Le dichiarazioni rese nel processo a carico di Giancarlo Iovine

SAN CIPRIANO DI AVERSA “Tutto il clan si è mobilitato per far fuori Pagano, lui aveva un certo peso e dovevamo entrarci tutti nella sua condanna a morte. Noi dovevamo spadroneggiare e Pagano non si doveva permettere di fare il cano sciolto e creare gruppi autonomi per i cutoliani“.  Sono le dichiarazioni rese dal pentito Antonio Iovine, o’ ninn, nel processo a carico di Giancarlo Iovine, imprenditore di San Cipriano d’Aversa cugino di secondo grado dello stesso, per il quadruplice omicidio di camorra avvenuto il 22 ottobre 1989 a San Cipriano d’Aversa in cui persero la vita il luogotenente cutoliano Antonio Pagano, Giuseppe Orsi, Giuseppe Gagliardi e Giuseppe Mennillo.

“Sono andato al consorzio e gli ho detto che mi servivano i locali. Gli ho spiegato il motivo per il quale mi servivano. Antonio Pagano doveva morire e gli dissi che era una cosa che interessava pure a lui perché andava tolto di mezzo pure Giuseppe Gagliardi che accoltellò il padre di Giancarlo Enrico nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Giancarlo acconsentì. L’appostamento al consorzio durò mezza giornata poi cambiammo posto. Giancarlo rimase con me, Dario De Simone, Giuseppe Caterino e Raffaele Diana, tutto il tempo. Giancarlo era un nostro uomo, è mio cugino e si è sempre messo a disposizione”

Giancarlo Iovine in primo grado era stato condannato a 30 anni di carcere per la ritorsione disposta dal clan dei Casalesi contro i cutoliani. Condanna, in primo grado, che venne confermata in Appello ma che a seguito di ricorso in Cassazione i giudici della Suprema Corte hanno disposto l’annullamento della sentenza di secondo grado con rinvio ad altra sezione della Corte d’assise di Appello partenopea per un nuovo giudizio.

Con la riapertura del processo dinanzi ai giudici della Prima Sezione della Corte di Assise d’Appello di Napoli è stato escusso il pentito De Simone in merito alla partecipazione del disegno criminoso che portò al quadruplice omicidio nonché la conoscenza dell’imputato riguardo alla fase preparatoria ed esecutiva dell’efferato delitto.

Dalle dichiarazioni di quest’ultimo i giudici hanno disposto l’integrazione istruttoria con l’escussione di Antonio Iovine. Si torna in aula nel mese di maggio per la requisitoria del sostituto procuratore e dei legali delle parti civili.