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TERRA DI LAVORO SPA. Ci risiamo con gli esami (farlocchi) per verificatori delle caldaie. Vanno controllate tutte le autocertificazioni

17 Giugno 2019 - 20:24

CASERTA (g.g.) – Ricordate la storia dell’esame, condotto da commissari esaminatori dell’Enea, per l’abilitazione al ruolo di verificatori per gli impianti termici per Terra di Lavoro spa?

Dopo essere abortito, all’inizio dello scorso marzo, un primo tentativo, domani mister Ruggiero direttore generale della società il cui capitale sociale è totalmente nelle mani dell’amministrazione provinciale, madame Raccuglia e prezzemolino Silvio Sgueglia ci riprovano. Stavolta però non saranno i 20 che si presentavano ad inizio marzo e che non trovarono gli esaminatori dell’Enea visto che questi avevano realizzato che non esistevano le condizioni per fare quell’esame, ma saranno solo 4 o 5, cioè quelli che secondo il terzetto Ruggiero-Raccuglia-Sgueglia posseggono i requisiti per sostenere la prova.

E sapete quali sono i requisiti? Aver imperversato davanti alle buche e ai raccoglitori di posta attaccati ai cancelli di case e di condomini, depositando avvisi e diffide e il più delle volte totalmente infondate, intestate addirittura a bambini dato che i nomi erano stati presi dai citofoni. Si tratta di tutte cose che Casertace negli ultimi anni ha provato, con tanto di documentazione. Questi erano i famosi sturacessi, quelli che lo Nicola Diana, cognato di Giovanni Cosentino, spediva nelle scuole della provincia per operare sui servizi igienici e che poi lo Sgueglia inventò di punto in bianco verificatori di caldaie, trasformandoli in una sorta di circo itinerante senza arte né parte.

La legge che abbiamo invocato più volte su questa vicenda degli esami per verificatore, sancisce che occorrono dei requisiti, legati a precisi titoli di studio solo per partecipare al corso, realizzato dall’Enea e che a sua volta abilita all’esame finale.

I 20 e più dipendenti di Terra di Lavoro Spa, i requisiti, relativi ai titoli di studio e al resto, hanno dichiarato di averli firmando formalmente delle autocertificazioni riposte nella scrivania di Ruggiero o della Raccuglia con tanto di giuridica attestazione, perseguibile, eventualmente, dal codice penale per presunto reato di falso, di pieno possesso dei requisiti previsti dalla legge.

Perché ad inizio marzo scorso l’Enea non ne ha voluto sapere di sottoporli ad esame? Perché domani mattina, nel palazzo della Provincia, la stessa Enea ritiene che i valorosi sturacessi abbiano guadagnato sul campo l’abilitazione a sostenere l’esame senza neppure passare per il corso?

Scriviamo da 10 anni su Terra di Lavoro spa. A nostro avviso in almeno 100 occasioni ci sarebbero state tutte le condizioni per un’indagine giudiziaria, perché quelle da noi pubblicate sono state notizie di reato mai frivole, mai superficialmente enunciate, ma, consapevoli della gravità di ciò che scrivevamo, sempre supportate da tonnellate di documenti altamente probanti.

Al Presidente della Provincia Giorgio Magliocca, titolare del 100% delle quote di Terra di Lavoro spa, al presidente della società Luciano Teoli chiediamo solo di controllare ognuno delle autocertificazioni e ognuna delle dichiarazioni, delle caselle spuntate con la ics dai 20 dipendenti che il citato trio dinamico vuole fortissimamente qualificare (si fa per dire) come verificatori degli impianti termici, sottoposti a tassazione locale, senza soffermarsi più di tanto sulla questione cruciale della quantità e della qualità dei requisiti, che, attenzione, non sono un complemento di arredo, ma condicio sine qua non, prevista tassativamente dalla legge.