TUTTI I NOMI. TERREMOTO IN OSPEDALE. Obbligo di firma per 18 tra dirigenti, medici e infermieri
2 Aprile 2019 - 11:33
CASERTA – Nella mattinata odierna, a cura della Compagnia dei Carabinieri di Capua (CE), è stata data
esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere, su richiesta di questa Procura, nei confronti di 18 persone, nei cui confronti si procede
per i delitti di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno dell’Azienda Sanitaria
Locale di Caserta e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Napoli (Federico II).
Sono state altresì contestate svariate ipotesi di truffa aggravata ai danni dello Stato,
realizzate attraverso false attestazioni della presenza dei sanitari in servizio, alterando i sistemi di
rilevamento della presenza al lavoro.
Il danno complessivo cagionato dagli indagati all’Erario è stato stimato essere pari ad Euro
21.406,49. Tale importo è stato sottoposto a sequestro preventivo per valori equivalenti, in
esecuzione del decreto di sequestro emesso dal GIP del Tribunale, su richiesta di questa Procura, sui
conti correnti degli indagati.
E’ stata applicata, nei confronti dei indagati, la misura dell’obbligo di presentazione alla
polizia giudiziaria del luogo di svolgimento del lavoro, immediatamente prima e subito dopo
l’ingresso alla sede lavorativa.
Il provvedimento restrittivo – eseguito in varie località di residenza dei sanitari indagati,
vale a dire in Sessa Aurunca (CE), Napoli, Caserta, Carinola (CE), Mondragone (CE), Cellole (CE),
Casagiove (CE), Gragnano (NA) e Teano (CE) – è stato emesso all’esito di una complessa indagine
coordinata da questa Procura e delegata ai Carabinieri delle Stazioni di Teano e Vairano Scalo (CE).
Si tratta di una indagine iniziata nel febbraio 2017 e conclusa nel mese di giugno dello
stesso anno, condotta mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, suffragati da
costante attività d’intercettazione telefonica delle utenze utilizzate dai soggetti indagati, dall’analisi
di tabulati di traffico telefonico con rilevamento delle relative posizioni delle utenze e attraverso
numerosissime riprese video, eseguite con le telecamere installate nei pressi di tutti gli orologi
marcatempo presenti nell’ospedale, nonché nei pressi di un’uscita secondaria posta sul retro del
predetto nosocomio, accesso da cui molti degli indagati riuscivano ad allontanatasi arbitrariamente
durante l’orario di lavoro.
L’indagine, che vede coinvolti complessivamente n. 28 soggetti, fra i quali, fra gli altri, n.
18 dirigenti medici, n. 3 infermieri e n. 6 unità di personale amministrativo, ha consentito di
acquisire nei loro confronti un compendio gravemente indiziario in ordine alla falsa attestazione in
servizio presso l’ospedale “San Rocco” di Sessa Aurunca e, per due indagati, presso l’Azienda
Ospedaliera – Policlinico – Universitaria di Napoli (Federico II), che in alcuni casi sarebbe stata
effettuata direttamente dall’interessato, il quale, dopo aver timbrato l’ingresso in ospedale, se ne
allontanava arbitrariamente.
In altri casi, la falsa attestazione veniva effettuata con il concorso di colleghi che, di fatto,
timbravano l’entrata o l’uscita, utilizzando il badge dell’indagato, di cui veniva attestata la falsa
presenza in ospedale; in altre circostanze, ancora, i dipendenti ospedalieri si avvalevano della
collaborazione di un soggetto esterno a loro legato da vincoli di parentela (figlio o convivente). In tal
modo gli indagati, attestata la falsa presenza, riuscivano a percepire la retribuzione in corrispondenza
di fasce orarie in cui non erano regolarmente in servizio, ma solo formalmente presenti.
Inoltre, per sei indagati, tutti dirigenti medici in servizio presso il reparto di Anestesia e di
Rianimazione dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, ultimamente visitato dal programma tv “Le Iene”, sono stati raccolti elementi indiziari tali
ipotizzare a loro carico il reato associativo finalizzato a commettere una serie indeterminata di delitti
di truffa e false attestazioni ai danni del A.S.L. CE.
E’ emerso che l’assenteismo era il frutto di un accordo criminoso, fondato sua una stabile
organizzazione fra i sei dirigenti medici, in cui cioè gli associati si sono “coperti” a vicenda
sistematicamente. All’interno dell’azienda ospedaliera San Rocco di Sessa Aurunca è stata accertata,
infatti, l’esistenza di un gruppo organizzato e collaudato composto da sei dirigenti medici, tutti
addetti al reparto di Anestesia e Rianimazione, che, in modo sistematico, si garantivano,
reciprocamente, la possibilità di allontanarsi arbitrariamente dal luogo di lavoro.
Il sistema era talmente collaudato che ciascun sodale si attivava ed effettuava la falsa
attestazione, ancor prima che il diretto interessato avanzasse una richiesta in tal senso.
Gli allontanamenti dal luogo di lavoro avvenivano anche per l’intera durata del turno di
servizio: sono emersi casi in cui il dipendente ospedaliere non si è affatto recato al lavoro, potendo
contare sull’appoggio sicuro e affidabile del collega nel falsificare la sua presenza in servizio; così
come sono emersi casi in cui l’allontanamento arbitrario è avvenuto durante i turni di notte,
allorquando il personale presente di norma era già ridimensionato; addirittura, in altri casi, un
dirigente medico si è assentato dalla sede di servizio recandosi all’estero per una gita di “piacere” e
la timbratura fraudolenta in suo favore veniva eseguita dal il figlio, soggetto estraneo alla struttura
sanitaria di riferimento, condotta poi reiterata più volte nel tempo ed anche in altre circostanze.
Da rimarcare la spregiudicatezza con cui venivano poste in essere le condotte criminose
contestate, molto spesso “condite” da conversazioni telefoniche sintomatiche del clima di illiceità
presente all’interno delle strutture oggetto di indagini. Risulta emblematica una conversazione
intrattenuta tra due dirigenti medici del nosocomio di Sessa Aurunca i quali, venuti a conoscenza di
un controllo amministrativo in corso da parte dei CC operanti, commentavano: “qua o ci arrestano
a tutti quanti (ride) o stiamo tutti In grazia di Dio, tonto come si dice, chi è senza peccato scagli
la prima pietra… (…) dice quello si rischia il posto di lavoro… e ho detto e allora l’ospedale
rimane vuoto, ci licenziano a tutti quanti.., se per quello ci licenziano a tutti, se è per
l’aggiornamento, perché chi vuoi che non c’è arrivato vicino a quel marcatempo per fare…”.
Nella prima fase d’indagine, gli investigatori si sono soffermati sull’attività di captazione
delle telefonate intrattenute dagli indagati da cui è emerso l’accordo di volta in volta intercorso tra
gli stessi in ordine alla falsa attestazione della loro presenza, o semplicemente sulla circostanza che i
predetti non si trovassero in ospedale benché formalmente ivi presenti.
La visone delle immagini delle telecamere istallate nell’ospedale, ha consentito di
individuare, senza ombra di dubbio, tutte le persone che utilizzando il badge in uso ad altri colleghi
ne attestavano falsamente il loro ingresso o la loro uscita. Inoltre, la telecamera posizionata nei pressi
dell’uscita di emergenza, ha permesso di identificare tutti i dipendenti che, allontanatisi
arbitrariamente dalla struttura, salivano a bordo delle loro autovetture andando via, il tutto
corroborato da incessanti servizi di osservazione, controllo e pedinamento effettuati dalla P.G.
operante, immortalati da riprese video e rilievi fotografici.
I successivi riscontri eseguiti mediante l’acquisizione delle stampe delle timbrature
incriminate monitorate in fase d’indagine, attraverso l’analisi dei fogli presenza dei giorni oggetto di
controllo e con l’acquisizione dei tabulati di traffico telefonico relativi alle utenze in uso agli
indagati, è stato possibile verificare che i prevenuti non si trovavano materialmente in servizio, anche
in considerazione che dall’analisi delle celle agganciate da dette utenze cellulari risultavano
incompatibili con quelle serventi l’azienda ospedaliera dove sarebbero dovuti essere in servizio, dati
che incrociati tra di loro hanno portato ad addivenire a un risultato pressoché certo in termini di
evidenza probatoria, incontestabile e univoco nel suo significato.
Tra gli indagati vi sono, infatti, 14 dirigenti medici, dislocati in Reparti di estremo rilievo.
La gran parte di essi afferisce al Reparto di Anestesia e Rianimazione, ma sono interessati anche i
reparti di Pediatria, Psichiatria, Chirurgia d’urgenza, Chirurgia generale e Farmacia dell’ospedale
“San Rocco” di Sessa Aurunca e in servizio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Napoli
(Policlinico Federico II). A questi si aggiungono 4 amministrativi, che, pur non rivestendo la
qualifica di medici, svolgono comunque funzioni strumentali al corretto ed efficiente espletamento
del pubblico servizio sanitario.
I NOMI
1. PASQUARIELLO Ferdinando, nato a Caserta il 23.12.1957;
2. MATANO Rosa Maria, nata a Caserta il 10.10.1972;
3. DE FRANCESCO Nives, nata a Mondragone (CE) il 02.09.1956;
4. LEONE Rocco, nato a Gagliato (CZ) il 09.03.1965;
5. MAGRI* Francesca nata a Crotone il 24.01.1970;
6. SORRENTINO Anna Maria, nata a Formia (LT) il 23.05.1955;
7. MOSOTIS Alfredo, nato a Sessa Aurunca (CE) il 18.09.1967;
8. PREDA Giacomo, nato a Sessa Aurunca (CE) il 03.04.1967;
9. GALLINARO Carlo, nato a Formia (LT) il 09.02.1956;
10. DI IORIO Giuseppe nato a Sessa Aurunca (CE) il 18.06.1957;
11. BATTAGLIA Martina, nata a Caserta il 30.11.1973;
12.MIGLIOZZI Salvatore, nato a Carinola (CE) il 15.07.1950,
13. AVAGLIANO Elio Maria Gaetano, nato a Roccamonfìna (CE) il 18.08.1959;
14. MAGGI Rivira, nata a Caserta il 02.08.1978;
15.PERRETTA Domenico, nato a Formia (LT) il 23.08.1966;
16. DI BELLA Olimpia Antonietta nata a Lauria (PZ) il 26.09.1955;
17.MASCOLO Luigi nato a Casola di Napoli il 01.01.1964.