TORTURE IN CARCERE. Detenuto picchiato e agente si incrociano in aula, attimi di tensione
19 Febbraio 2024 - 18:04
SANTA MARIA CAPUA VETERE – Prosegue il processo per le torture compiute da agenti della polizia penitenziaria all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere vede imputate 105 persone tra secondini, funzionari del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, oltre che alcuni medici.
Dopo l’approfondimento da poco pubblicato sulla testimonianza relativa alle percosse subite Lamine Hakimi, algerino di 27 anni, morto il maggio 2020 nella sezione Danubio del carcere di Santa Maria Capua Vetere (LEGGI QUI), continuiamo nella cronaca della vicenda giudizaria
È proseguita la testimonianza in aula Luigi D’Alessio, attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa e parte civile del processo. D’Alessio ha confermato di essere stato picchiato nel corso della perquisizione del 6 aprile 2020 dove gli fu trovato un telefonino.
Ha riferito, tra le tante cose, di aver visto quel giorno anche la commissaria Costanzo, difesa dall’avvocato Luca Tornatora, ma, su domande del difensore, ha ribadito ciò che aveva già detto al PM nella fase delle indagini, ossia che
Tensione in aula poi tra il D’Alessio e un agente riconosciuto nel video dallo stesso testimone, tanto che il Presidente è stato costretto a sospendere l’udienza per tranquillizzare il testimone.
D’Alessio ha riferito poi che è una prassi in tutti i carceri la detenzione illecita di telefonini. Tale circostanza trova riscontro dall’ultima ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di detenuti ristretti a Carinola per fatti del gennaio 2021, tra cui vi è anche Bruno D’Avino, uno dei testimoni principali di questo processo, il quale quando è stato sentito ha affermato espressamente che se avesse fatto una telefonata, nessun testimone sarebbe più venuto in udienza. Prossima udienza lunedì con la escussione del teste Baia, attualmente detenuto a Palermo.