TUTTI I NOMI. 20 indagati: nei guai COMMERCIALISTI E IMPRENDITORI che non volevano pagare le tasse. SEQUESTRO da 11 milioni
18 Settembre 2025 - 10:54

Già due mesi fa il blitz della Finanza portò a mettere sotto sigilli una somma pari a 26 milioni di euro. Semplificando un po’ i concetti che troverete nel dettaglio nell’articolo, gli imprenditori sono accusati di aver truffato lo Stato: compravano e vendevano tra loro brevetti falsi solo per ottenere illegalmente i soldi pubblici destinati agli investimenti al Sud (i cosiddetti crediti C.I.M.). Questi crediti falsi venivano poi passati ad altre aziende, che li usavano per non pagare le tasse
CASERTA – Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo “impeditivo” di crediti d’imposta per un valore di oltre 11 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha interessato 14 società, ubicate principalmente tra le province di Napoli e Caserta, e i rispettivi rappresentanti legali, accusati di indebita percezione di erogazioni pubbliche a danno dello Stato.
L’operazione, condotta dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Capua, rappresenta l’epilogo di un’articolata attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica, che aveva visto il suo primo evento pubblico nei sequestri compiuti lo scorso luglio. Le indagini, supportate da analisi tecniche e bancarie, hanno portato alla luce un complesso meccanismo fraudolento finalizzato alla generazione di crediti d’imposta fittizi attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
L’odierna esecuzione, che segue un analogo sequestro effettuato lo scorso luglio, ha permesso di bloccare i crediti fittizi ancora disponibili nei “cassetti fiscali” delle imprese coinvolte, interrompendo la circolazione e l’utilizzo fraudolento degli stessi. L’azione della Guardia di Finanza ha così arginato un grave danno erariale, preservando le entrate fiscali dello Stato.
L’operazione di due mesi fa, condotta dalla Guardia di Finanza di Capua e dall’Agenzia delle Entrate di Caserta, aveva portato ad un primo sequestro da 26 milioni di euro. L’attività investigativa ha preso il via da un controllo mirato delle Fiamme Gialle nei confronti della Maioris
Secondo l’inchiesta, le società coinvolte – molte delle quali in stato di crisi o vicine al fallimento – acquisivano da altre aziende in difficoltà brevetti inesistenti, utilizzati poi per richiedere illegittimamente crediti d’imposta per gli Investimenti nel Mezzogiorno (C.I.M.). Tali crediti venivano successivamente trasferiti a terzi soggetti economici mediante cessione di rami d’azienda o fatture false, consentendo ai beneficiari di evadere il fisco attraverso compensazioni tributarie illecite.
Un elemento che ha ulteriormente insospettito gli investigatori è stata la ingente mole di crediti d’imposta di cui la Maioris C&C aveva beneficiato. In particolare, la ditta aveva ottenuto cospicui rimborsi per investimenti nel Mezzogiorno e per attività di ricerca e sviluppo. Tali crediti, che dovrebbero incentivare l’economia e l’innovazione, sono stati invece utilizzati per alimentare il meccanismo fraudolento.
Venti sono gli indagati, si tratta di Luca Cacciapuoti, di Cancello Arnone; Donato Amato, Francesco Barra, Gennaro
Capasso, Cira Cesarano, Francesco Saverio Lanzaro, Giuseppe Cimmino, Simone Di Maio e Antonio Compagna, residenti nella provincia di Napoli; i casertani Maurizio Conte, Francesco Corvino, Adriana Gagliardi, Raffaele D’Abrosca, Matilde Maisto, Apollonia Lanna, Daniele Messino, Pasquale Rainone, Giuliano Russo; le laziali Valeria Sisti e Nadia Lunghi; l’irpino Antonio Vigliotti.