TUTTI I NOMI E LE PENE. Quasi 60 anni di carcere per l’organizzazione internazionale della droga che ha rifornito anche le piazze casertane

30 Ottobre 2024 - 19:41

Uno dei Gup del Tribunale di Napoli ha emesso oggi il suo verdetto, a conclusione del rito abbreviato. Tutto è iniziato con una retata avvenuta lo scorso febbraio. Attenzione focalizzata anche sull’aeroporto intercontinentale di Fiumicino

CASERTA – Il traffico degli stupefacenti, si sa, è una delle attività criminali più remunerative che esistano. Lo è soprattutto quando, ad agire, non sono degli spacciatori estemporanei che vanno a rifornirsi nei mercati storici della distribuzione in Campania, a partire da quello di Secondigliano e del Parco Verde di Caivano, ma delle organizzazioni che, attraverso delle menti criminali di spessore, di carisma delinquenziale, sono riuscite a mettere insieme 7-8, 15, 20, a volte 40 persone, utilizzate per riempire i flussi del traffico di quantità enormi di ogni tipo di droga.

La numerosità degli episodi, delle operazioni di polizia riguardanti soprattutto i piccoli traffici, ha fatto scemare pesantemente l’interesse dell’opinione pubblica per questo tipo di notizia.

Niente di più sbagliato. Basterebbe, infatti, che le autorità giudiziarie e i componenti delle polizie che operano sul territorio sviluppassero dei comunicati stampa contenenti la stima del giro di affari di queste organizzazioni, a volte centinaia e centinaia di milioni di euro, che significa a volte avvicinarsi a valori di miliardi delle vecchie lire, che chi ha vissuto l’epoca della vecchia moneta può ben considerare cifre stratosferiche.

Non ebbe, al riguardo, una grandissima eco l’arresto di 11 persone appartenenti ad una organizzazione del narcotraffico che aveva stabilito a San Giovanni a Teduccio, ossia nella zona est di Napoli, il suo quartier generale, sa cui si approvigionava e poi dislocava quantità impressionanti di stupefacenti, destinati a diversi mercati al dettaglio.

Si trattò da un’operazione coordinata dai magistrati della Dda di Napoli e svolta, in prima battuta, dai poliziotti della Narcotici in servizio nella Questura del capoluogo partenopeo.

Ma il fatto che vi furono impegnati anche finanzieri in servizio all’aeroporto di Roma Fiumicino fece capire che il meccanismo di approvvigionamento e smistamento andava al di là dei confini nazionali.

Nella giornata odierna, si è registrato un primo importante sviluppo giudiziario.

A dirla tutta, ci siamo persi l’udienza preliminare, per cui non conosciamo il destino di tutti i 16 indagati. Sappiamo che 12 di loro, probabilmente tutti arrestati a febbraio, hanno chiesto e ottenuto dal Gup del Tribunale partenopeo l’accesso al cosiddetto rito abbreviato, più veloce in quanto non c’è l’obbligo di formazione della prova nel dibattimento, rimanendo dunque utili per una sentenza gli elementi raccolti durante l’indagine e i contenuti a discarico depositati dalle difese.

Se gli altri 4 indagati sono stati tutti rinviati a giudizio, allora compariranno davanti al Tribunale di Napoli competente per territorio nella celebrazione del rito ordinario, molto più lungo e, giusto per fare un esempio, tutti i testimoni ascoltati durante l’indagine devono recarsi fisicamente nell’aula di tribunale per ribadire o emendare ciò che hanno dichiarato a suo tempo, rispondendo alle domande del giudice e delle parti processuali, ossia Pm o accusa che dir si voglia, difesa ed eventuali parti civili.

Sull’esito del primo grado di 12 imputati la partita si è chiusa oggi.

Tutti condannati. In questa indagine era coinvolto anche un casertano, precisamente Carmine Sauchelli, 47 anni di Frignano, difeso dagli avvocati Franco Liguori e Mario Mangazzo, condannato a 4 anni di reclusione e alla rifusione di 18mila euro di spese processuali.

In rapida carrellata le condanne degli altri 11 imputati:

Ciro Romano, 6 anni e 8 mesi

Carmine D’Agostino, 4 anni e 2 mesi

Giuseppe Esposito, 2 anni e 4 mesi

Francesco Gargiulo, 7 anni e 2 mesi

Mario Mandato, 4 anni e 2 mesi (più 18mila euro di spese processuali)

Giovanni Paduano, 6 anni e 8 mesi

Nunzio Todisco, 7 anni

Antonio D’Agostino, 1 anno e 10 mesi

Clemente Di Cicco, 1 anno

Michele Sannino, 7 anni.

La condanna più alta è stata comminata a Cesare Puca. Per lui 8 anni.