Usura e violenza. Richiesta di rinvio a giudizio per Raffaele e Domenico Rossetti vicini al clan Belforte, la vittima schiaffeggiata e una casa ceduta da 170mila euro

28 Giugno 2022 - 13:57

I pm della Dda Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri hanno presentato l’istanza all’ufficio gip del tribunale di Napoli. I due capodrisani furono arrestati nel febbraio scorso

 

CAPODRISE – Una chiusura indagini piuttosto veloce, a cui si è aggiunta una ugualmente solerte richiesta di rinvio a giudizio. Il fatto che gli indagati fossero solamente due, ha indubbiamente favorito la velocità della procedura. Per cui, nei giorni scorsi i publici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri hanno presentato all’ufficio gip del tribunale di Napoli una richiesta di rinvio a giudizio per Domenico e Raffaele Rossetti, rispettivamente 66 anni e 48 anni, zio e nipote, entrambi di Capodrise, arrestati nel febbraio scorso con le gravi accuse di estorsione, usura, aggravate dal metodo camorristico e dall’aver favorito gli interessi del clan Belforte, a cui gli inquirenti li considerano collegati.

La vicenda parte da un prestito che Raffaele Rossetti fa a T.M. di Capodrise o anche di Marcianise, gli atti non chiariscono bene la sua anagrafica, la somma di 29mila euro, utilizzati per fronteggiare una situazione di bisogno.  Ufficialmente, T.M. si impegnava a versare, nel corso di 6 anni e mezzo, la somma di 60mila euro. In poche parole, tutto  appariva regolare in quanto il tasso applicato era pari al 16,50%

annuo, dunque al di sotto del limite oltre il quale il tasso diventa usurario.

Ma in realtà le cose non stavano così. E questo risultava evidente agli occhi degli inquirenti. Nel periodo successivo si è registrata la cessione, da parte di T.M. a Rossetti di un immobile di sua moglie ubicato a Capodrise del valore di 170mila euro.

Di qui l’evidente dimostrazione che quel tasso del 16,5% rappresentava solamente una copertura rispetto ad un rapporto di tipo pesantemente usuraio. Da qui, la richiesta di rinvio a giudizio per i reati di usura, ai sensi dell’articolo 644 del codice penale aggravata da quello che un tempo era l’articolo 7 del decreto 154 del 91, oggi assorbito all’interno dell’articolo 416 bis che regola e punisce i reati associativi, riguardanti la criminalità organizzata, all’interno del quale il vecchio articolo 7 è andato ad occupare il comma 1 che dunque stabilisce, come si diceva l’aggravante di aver favorito gli interessi della camorra, nel caso specifico, del clan Belforte a cui rossetti viene ritenuto vicino.

Il secondo capo di imputazione, oggetto della richiesta di rinvio a giudizio, coinvolge anche Domenico Rossetti. In questo caso i reati contestati sono quelli di estorsione aggravata da un atto di violenza, perpetrato da Domenico Rossetti a scapito di T.M. colpito da uno schiaffo in volto, in una discussione in modo da costringerlo a restituire tutte le somme di denaro prestategli da Raffaele Rossetti e a spaventarlo al punto da rinunciare a far valere l’atto di retrovendita dell’appartamento di 170mila euro, stipulato sallo stesso Raffaele Rossetti e da G.V., moglie di T.M.

In questo modo Raffaele Rossetti in concorso con Domenico Rossetti si sarebbe procurato un ingiusto profitto, pari alla somma riscossa a titolo di estorsione con interessi a quel punto decisamente usurai e a titolo di prezzo del suddetto immobile.

Ovviamente l’atto di violenza ha prodotto un risultato di terrorizzare la vittima soprattutto in quanto perpetrato da una persona che ha vantato le sue relazioni di camorra con il clan Belforte.

Di qui, la contestazione, anche per questo secondo capo di imputazione ai sensi dell’articolo 416 bis comma 1.