A sorpresa, Agrorinasce di Giovanni Allucci diventa anche stazione appaltante. Presidio di legalità con i sindaci Marcello De Rosa, Anacleto Colombiano e Vincenzo Caterino. Regia di Giovanni Zannini

23 Maggio 2024 - 13:53

Lo apprendiamo dagli atti del comune di Casapesenna, che pubblichiamo in calce all’articolo, nel quale fanno riferimento alla “Cuc Agrorinasce” per una gara del settore rifiuti, materia ben diversa dagli immobili confiscati alla criminalità. Ah, dimenticavamo di aggiungere che si presta anche la regione Campania e il comune di Torre Annunziata, dove circola quell’ingegnere Ferrara, pesantemente coinvolto in tutte quelle interettazioni ambientali (tutte pubblicate da CasertaCe) e depositato nel processo sulla prima tranche dell’inchiesta tra politica e camorra a Santa Maria a Vico. Ma siccome la presidente del CdA è una giudice di Cassazione in quiescenza e nello stesso CdA c’è anche una professoressa ordinaria di diritto penale della Federico II, è tutto ok

CASAPESENNA (gianluigi guarino) – Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale – questo gli va dato atto e lo diciamo noi che quando c’è da criticarlo non ci tiriamo certo indietro – è stato coerente fino al termine del suo mandato nella sua decisione di non avere più niente a che vedere con Agrorinasce, consorzio dei comuni dell’agro Aversano che aveva come pressoché esclusiva finalità la gestione e la valorizzazione degli immobili confiscati alla criminalità organizzata, in quell’area, degli immobili confiscati al clan dei Casalesi.

Natale ne uscì in aperta polemica con la governance di Agrorinasce, ovvero con la sua guida fattuale, il sammaritano Giovanni

Allucci, e oggi non è tornato sui suoi passi, quando, un po’ a sorpresa, Agrorinasce ha allargato lo spettro delle sue attività, cogliendo la palla al balzo della normativa per l’utilizzo dei fondi Pnrr, così da diventare una delle centrali appaltanti che costituiscono un obbligo per i comuni utilizzatori di questi fondi.

Ci sorprende perché, a dirla tutta, il valore specifico, anche etico, di Agrorinasce, garante di un corretto uso dei patrimoni sottratti alla camorra in un’area territoriale in cui, come dichiarato da più pentiti, il clan dei Casalesi ha fatto di tutto per rientrare dalla finestra nel controllo di certi immobili dai quali era uscito dalla porta, stride con la funzione tipica di una centrale appaltante.

Questa, per carità, può esistere anche con l’intenzione di essere un presidio di legalità, che Allucci ritiene di poter impiantare nel suo tratto anagrafico, ma è un altro mestiere.

È come se l’amministratore delegato Allucci, dopo tantissimi anni, si stesse un po’ annoiando e fosse alla ricerca di emozioni forti.

E qui le troverà. Perché con i comuni di Casapesenna, dominato da anni e anni dai fratelli Marcello De Rosa, da qualche mese condannato in primo grado per il reato di falso, e Raffaele, detto Lello, di San Marcellino, in cui impera Anacleto Colombiano, e San Cipriano del sindaco Vincenzo Caterino, le emozioni sono garantite.

Gli altri comuni aderenti sono Villa Literno, Santa Maria la Fossa, che ospita la sede del consorzio, e viene segnalata anche la Regione Campania che, sicuramente, ritiene di poter fornire il suo nome a quella che, sulla carta, si costituisce come un’entità di legalità.

Come si suol dire, una bella convergenza di interessi dall’alta valenza legalitaria che mette insieme tre comuni, Casapesenna, ma soprattutto San Cipriano e San Marcellino, veri avamposti di testimonianza anticamorra, visto che altro non possono essere proprio in quanto strutturati e attivi come amministrazioni governanti sulla figura di ineguagliabile trasparenza del consigliere regionale Giovanni Zannini. A concludere il quadro c’è sicuramente che la determina dalla quale veniamo a conoscenza della stazione appaltante Agrorinasce è firmata dal dirigente dell’ufficio tecnico cittadino di Casapesenna Andrea Villano, noto ai più per essere stato il sindaco in carica nel momento in cui l’amministrazione comunale di Orta di Atella è stata sciolta per infiltrazioni camorristica.

Dunque, è presumibile che la regione abbia fatto questo ragionamento. Da un lato Agrorinasce, garanzia assoluta di integrità, dall’altro lato Zannini che in termini di integrità morale anche al di là della stessa Agrorinasce. E allora possiamo partecipare anche noi.

Ultimo soggetto istituzionale presente è il comune di Torre Annunziata, ente in cui opera quell’ingegnere Valentino Ferrara che, nelle intercettazioni telefoniche e ambientali inserite nel maxi fascicolo DDA sui rapporti tra camorra e politica a Santa Maria a Vico, è assoluto protagonista in un esilarante gioco delle parti con il sindaco Andrea Pirozzi, indagato dalla stessa DDA, il quale si giustifica con gli imprenditori a cui ha promesso l’aggiudicazione di appalti lucrosi, finiti, al contrario, da altre parti, affermando che il Ferrara aveva cambiato le carte in tavole, favorendo in pratica le ambizioni di un altro imprenditore amico, ossia Ubaldo Caprio, o di imprese appartenenti indiscutibilmente alla filiera di Caprio, come quella intestata ad Agostino D’Addio (clicca e leggi), genero del costruttore ed ex sindaco di Valle di Maddaloni, Giovanni Pascarella, che ha fatto sempre un tutt’uno quando era in vita con la filiera costituita dal politico di Caserta Paolo Marzo, dall’imprenditore di Maddaloni Sferragatta e con il già citato Caprio.

Ovviamente, come fanno molte imprese di vigilanza o dei rifiuti che utilizzano nel loro board autorevoli generali della finanza e dei carabinieri in pensione, anche in questo caso non mancano le autorità di grande fregio istituzionale.

Presidente del consiglio di amministrazione del consorzio di Agrorinasce è, infatti, la giudice della corte di Cassazione in quiescenza, Elena Giordano. Nel CdA c’è anche la professoressa Teresa Bene, docente ordinario di procedura penale all’università Federico II di Napoli. Onestamente, lo diciamo con franchezza, fa un po’ impressione leggere e riportare questi nomi altisonanti della magistratura e dell’accademia universitaria, in rapporto a quelli che hanno in mano la potestà dei comuni aderenti, ossia i signori Marcello-Lello De Rosa, Anacleto Colombiano e Vincenzo Caterino, per non parlare del Ferrara di cui sopra.

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