EUROPEE AL MICROSCOPIO/3. NOME PER NOME, ECCO i 17 su 18 sicuri eletti nella circoscrizione Sud. Aldo Patriciello battuto da Vannacci ora spera nell’opzione. Bene Martusciello e Picierno, Caputo fuori ma non per colpa sua

10 Giugno 2024 - 14:27

È un calcolo nostro, fatto con l’esperienza, ma questo dovrebbe essere. Bene anche Topo e l’impresentabile Gambino

CASERTA (G.G.) – Ci sono da calcolare i cosiddetti resti. Il resto è una cifra decimale, parte di un quoziente intero pari a 1.

1 significa che tu quel seggio lo hai preso, blindato, ed è arcisicuro. Questo numero è frutto di un quoziente e quindi se invece di 1 è 2, 3, 4 o 5, tu come partito, come lista, hai la sicurezza – mai come in questo caso matematica – che quel numero equivale ai seggi a te assegnati in quel dato perimetro territoriale.

Ma una divisione non produce sempre un numero intero come quoziente.

Tante volte, il più delle volte quando si tratta di calcoli elettorali, al numero intero si accompagnano dei numerini decimali, centesimali e così via.

Abbiamo dovuto mettere a vostra disposizione un discorso così semplicemente svolto perché Casertace una vera e propria palestra delle leggi elettorali. Nella nostra redazione ci siamo rotti letteralmente la testa per decine e decine di ore, perché l’italia è l’unico Paese al mondo in cui ogni elezione è regolata da una legge diversa.

Le europee sono strutturate su un sistema proporzionale comunque non puro in quanto basato su uno sbarramento dato: chi non raggiunge, su scala nazionale, la cifra del 4% non può partecipare al riparto dei seggi.

Per cui Nicola Caputo, pur avendo realizzato una buona performance personale, non può tornare al Parlamento Europeo in quanto la lista con cui si è candidato, ossia Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi ed Emma Bonino, con i suoi 873.341 voti, calcolati con 180 sezioni ancora da ufficializzare dal Ministero dell’Interno, sarà sotto al 4%, in quanto queste sezioni mancanti mai e poi mai potranno colmare il gap dello 0,24% più 1 voto che separa Stati Uniti d’Europa dalla fatidica soglia del 4%.

Dunque Nicola Caputo non eletto rimarrà a fare l’assessore regionale all’Agricoltura, presumibilmente fino alla conclusione della consiliatura di De Luca. E questo è un dato di fatto.

A riparto dei seggi, in quanto la loro cifra percentuale nazionale ha superato quota 4%, vanno Fratelli d’Italia con il suo 28,80 (quasi 3 punti in più rispetto alle politiche del 2022) il Pd con il 24,07% che esprimono, in pratica, gli stessi voti (giusto qualche cosina in più, 5.591.947 a fronte dei 5 milioni 400mila e qualcosa del 2022 ) raccolti alle politiche, però tutti mantenuti nonostante un’astensione molto ampia, visto che a votare si sono recati il 18% in meno rispetto a settembre 2022.

Nonostante la batosta, minimamente contenuta dal voto del Sud (più del 16%) e da quello delle province di Napoli e Caserta in particolare (primo partito), va anche il Movimento 5 Stelle, il quale a livello nazionale raccoglie al momento il 9,99%, che siccome sono 6 punti e qualcosa in meno del voto raccolto al Sud, addirittura 10 punti in meno del voto raccolto in provincia di Caserta, ancor più addirittura 15 punti in meno dei voti raccolti nella sola città di Napoli, vuol dire che nelle altre circoscrizioni italiane è scomparso o quasi.

Elegge parlamentari europei anche Forza Italia che cresce rispetto alle elezioni politiche, anche grazie a certe modalità disinvolte di taluni suoi candidati, primo tra tutti Fulvio Martusciello nella circoscrizione Sud, che oggi ridono, ma domani potrebbero ridere un po’ di meno, dovendo magari nascondere i nomi di chi lo ha sostenuto.

La Lega di Salvini registra anch’essa una leggera crescita, superando quota 9% e attestandosi, sempre con le 224 sezioni mancanti, al 9,01%.

Al di là delle previsioni la performance della lista dell’alleanza tra Verdi e Sinistra, arrivata al 6,72% anche grazie alla grande visibilità che anno avuto le manifestazioni pro Palestina in queste ultime settimane.

Sono questi i 6 partiti, le 6 liste, che si divideranno i 76 seggi del Parlamento europeo che toccano all’Italia.

Oltre ai già citati Stati Uniti d’Europa, restano fuori Azione di Carlo Calenda con il 3,34%, Pace Terra Dignità di Michele Santoro, che comunque raccoglie un nono completamente anonimo 2,20%, Libertà dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, con 1,22%, lo storico partito dell’Alto Adige Sudtiroler Volkspartei con lo 0,52%, Alternativa Popolare 039%, Democrazia Sovrana Popolare con lo 0,15%, il Partito Animalista Italexit per l’Italia, quest’ultima sigla fondata dal giornalista Gianluigi Paragone, con lo 0,13% e, infine, un altro partito localissimo, il rassemblent valdotain con lo 0,06%.

6 partiti per 76 seggi, si diceva. Mancando queste 180 sezioni, il Ministero dell’Interno non ha ancora reso nota la ripartizione ufficiale dei seggi.

Qualcosa, però, rifiutandoci categoricamente, comunque, abbiate bontà, di impugnare come abbiamo fatto tante volte, calcolatrici spaccacervello, ve la possiamo dire, rimanendo alla nostra circoscrizione, quella meridionale, dove noi siamo certi dell’assegnazione di 17 seggi su 18, con l’ultimo preda delle alchimie sui resti che potremmo risolvere annche noi, ma stavolta ci sediamo comodamente ad aspettare che lo facciano i computer del Viminale.

Il partito più votato al Sud è stato il Pd, che ha ottenuto il 24,32%, seguito da Fratelli d’Italia con 23,58%, dal Movimento 5 Stelle con il 16,84%, Forza Italia-Noi Moderati 10,76%, Lega Salvini Premier 6,85%, Alleanza Verdi e Sinistra 5,66%.

Attenzione, non fatevi ingannare dal 4,92% ottenuto da Stati Uniti d’Europa. Lo sbarramento, infatti, si calcola sul voto nazionale complessivo e non su quello delle singole circoscrizioni. Al Sud Renzi il 4% lo ha superato ma non conta assolutamente nulla.

Tutti gli altri, a partire dal 3,32% di Azione, dall’1,86% di Pace Terra Dignità di Santoro, fino ad arrivare allo 0,36% di Alternativa Popolare, non eleggono nessun deputato né a livello nazionale, né a livello circoscrizionale, dove il riparto riguarda solo le 6 liste di cui prima.

Secondo i nostri calcoli il Pd elegge sicuramente 5 deputati, ossia il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro, primo classificato con 495.886 preferenze personali. Al Parlamento Europeo va anche la giornalista, nonché capolista, Lucia Annunziata, grazie alle sue 241.007 preferenze.

Con lei anche Raffaele detto Lello Topo da Villaricca, appoggiato dal consigliere regionale Casillo, da Gennaro Oliviero e tanti altri.

Si è difesa benissimo, pur non avendo nessun appoggio ufficiale, ma grazie a un forte radicamento territoriale, soprattutto ij Puglia e in Calabria, la teanese Pina Picierno, che torna per la terza volta a Bruxelles e a Strasburgo con le sue 121.587 preferenze.

L’ottima performance del Pd, dovuta anche alla forte concorrenza tra i candidati, consente l’elezione anche ad un altro giornalista, da sempre schierato a sinistra, ossia Sandro Ruotolo.

Questi sono i 5 eletti sicuri del Pd.

5 sicuri vanno anche a Fratelli d’Italia. Chiaramente Giorgia Meloni, nonostante il suo stratosferisco risultato di 549.466 preferenze, destinate a superare con le ultime seizoni le 550mila, non andrà a Bruxelles.

Per cui i 5 eletti saranno l’impresentabile (per la commissione parlamentare antimafia) salernitano nonché ex sindaco di Pagani Alberico Gambino, che raccoglie 92.131 preferenze. Eletto anche Francesco Ventola, sostenuto dal ministro salentino Raffaele Fitto, che al momento ha 88.777 preferenze.

Rieletto il re calabrese dei patronati Denis Domenico Nesci con 74.270 voti. Il sottosegretario piugliere gemmato, amico personale di Giorgia Meloni porta a Bruxelles il “suo” Michele Picaro, capace di raggiungere, al momento, 54.970 preferenze.

La quinta ed ultima eletta è Chiara Maria Gemma, con 46.551 preferenze. Resta fuori, per il momento, Raffaella Docimo, settima in graduatoria e appoggiata, come si suo, dire, “pancia a terra” dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Al Movimento 5 Stelle assegnamo, per il momento, 3 seggi, che potrebbero però diventare 4 in un discorso che ufficializzeremo nel pomeriggio, in quanto è proprio legato a quei resti di cui prima.

In Europa va sicuramente Pasquale Tridico, con 117.901 preferenze. Con lui Valentina Palmisano, 43.421 voti personali, e Mario Furore, 38.199.

In stand by per qulche ora resta il quarto classificato Danilo Della Valle con le sue 29.611 preferenze.

Forza Italia eleggerà sicuramente due deputati: Antonio Tajani con 145.343 voti di preferenza rimarrà sicuramente a Roma al Parlamento Italiano e alla Farnesina a fare il Ministro degli Esteri. Eletto Fulvio Martusciello con 97.513 preferenze frutto di molti accordi no limits assunti nel territorio.

Sicura anche l’elezione di Giuseppina Princi, detta Giusy, con 84.178 preferenze. Martuscuello ha promesso all’abruzzese Antonella Ballone che lui sarà il candidato del centrodestra alle elezioni regionali, in modo che la Ballone, prima dei non eletti con 41.873 preferenze, gli subentrerebbe.

Naturalmente Martusciello dovrà, da domattina, munirsi di elmetto in quanto sarà chiamato ad attraversare, viste le alleanze che ha fatto in Campania e soprattutto a Caserta, un vero e proprio campo minato visto che Napoli non è Roma, e Casertace è molto vicino a Napoli.

Ma l’argomento di sicuro più interessante sulle elezioni riguarda la Lega. Aldo Patriciello, che con Forza Italia in passato si era attestato sempre sulle 100mila preferenze personali, ci aveva confidato, al momento dell’ufficializzazione della sua candidatura con la Lega, di puntare a un risultato attorno ai 70mila voti. Politico di esperienza, calcolo perfetto, visto che al momento i calcoli lo danno a 69.673 voti.

Il problema è che questi 70mila voti non sono serviti a sopravanzare la vera superstar del partito di Salvini, che Salvini in persona ha appoggiato, il generale Roberto Vannacci, che nella Circoscrizione Sud ha raccolto 72.575 voti.

Mentre la legge elettorale delle politiche ha regolamentato la questione delle opzioni quando si viene eletti in più di un collegio o di una circoscrizione, eliminando l’opzione discrezionale e sancendo che l’elezione avverrà nel collegio o nella circoscrizione in cui si è ottenuta una percentuale minore, in questo “bordello” di leggi elettorali, l’opzione è rimasta intatta per le europee.

Ora abbiamo dato un’occhiata: Vannacci è primo nella circoscrizione Nord Ovest, in quella Nord Est, in quella Italia Centrale e come appena scritto, nella circoscrizione meridionale. Solo in quella della Isole è secondo.

Per cui, la conferma al Parlamento Europeo di Aldo Patriciello è legata alla decisione di Roberto Vannacci, che si con sulterà sicuramente con Salvini.

Se Vannacci dovesse decidere di optare per l’elezione nella circosscrizione Sud, il primo dei non eletti oppure il secondo o il terzo nelle circoscrizioni nord Ovest, nord est e centro entreranno, mentre Aldo Patriciello rimarrebbe clamorosamente a casa dopo molte legislature.

Una vicenda, quest’ultima, che seguiremo con attenzione in quanto molto significativa.

Un seggio tocca anche all’Alleanza Verdi-Sinistra. Primo eletto è l’ex sindaco calabrese di Riace Mimmo Lucano, che in Europa va grazide ai 76.065 voti raccolti che gli permettono di precedere piuttosto nettamente il super mediatico napoletano Francesco Emilio Borrelli, secondo con 49.231 preferenze.

Ne abbiamo elencati 17 sicuri. Manca il 18esimo. Potrebbe essercene uno in più per 5 Stelle, la cui percentuale al Sud è più che doppia delle percentuali raccolta nelle altre circoscrizione. C’è anche una ipotesi di sesto seggio al Pd, ma ci sembr apiù difficile. Comunque in questi due casi sperano, come detto, Danilo Della Valle, quarto della lista dei 5 Stelle e la pugliese Georgia Tramacere del Pd.