Fatture false per non pagare 2 MILIONI di tasse. Indagati 5 casertani, imprenditori o prestanome? Lo strano caso del negozio di abbigliamento che paga per gli scarti di cantiere

22 Maggio 2024 - 13:40

CASERTA – Dopo il caso della frode fiscale seguita dalla procura di Nocera Inferiore, che ha portato all’arresto di un imprenditore di Casal di Principe, recluso ai domiciliari (clicca e leggi la notizia), possiamo darvi maggiori informazioni sull’altro blitz delle fiamme gialle, questa volta, guidato dai finanzieri del comando provinciale di Rimini, coordinati nelle indagini dal capitano Simone Palazzini e dalla locale procura.

Anche in questa occasione, ci sarebbe stato un giro di fatture false che, dal 2018 al 2021, avrebbe portato a un’evasione fiscale di oltre 2 milioni di euro.

Al centro dell’indagine c’è un imprenditore attivo nel settore delle costruzioni e residente nella città romagnola. Sulle generalità dell’uomo e degli altri 24 indagati, di cui 4 arrestati (due in carcere, altrettanti ai domiciliari) al momento, vige il più stretto riserbo.

Le fatture venivano emesse dalla società riconducibile a questo soggetto, ma si trattava, secondo la procura di Rimini, di operazioni sostanzialmente inesistenti.

Come spesso accade il vicende legate ai reati tributari, dobbiamo anche segnalare la presenza di soggetti casertani coinvolti.

Al momento gli indagati provenienti da Terra di lavoro sono cinque, tutti a capo di società che avrebbero ricevuto le false fatture di questa ditta che si occupa di trasporto e costruzioni in vari ambiti, dal trasporto del materiale edile al commercio dello stesso.

I cinque sarebbero titolari, non sappiamo se realmente o meri prestanome, di diverse imprese, tra cui una società che si occupa di posa di opere in vetro e, soprattutto, un’attività di abbigliamento. E sono state proprio le fatture emesse a favore all’azienda operante nel ramo della vendita di vestiti e accessori ad aver fatto venire il sospetto ai finanzieri che si trattasse di una truffa.

Infatti, la ditta di costruzioni del soggetto principale di questa inchiesta avrebbe emesso fatture di alto valore per trasporto di materiali di scarto edile, a seguito del servizio compiuto a favore della società attiva nel settore dell’abbigliamento.

QUI SOTTO IL COMUNICATO DELLA GUARDIA DI FINANZA DI RIMINI

Alle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Rimini, con il coordinamento della locale
Procura della Repubblica e la collaborazione dei Comandi Provinciali di Venezia, Ferrara, Forlì, Roma, Chieti,
L’Aquila, Caserta, Napoli e Messina, stanno dando esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari
personali emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini traendo in arresto 4 soggetti (di cui 2 in carcere, 2 ai
domiciliari).

Contestualmente è stato eseguito un Decreto di sequestro preventivo di n. 5 complessi aziendali per
i reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e trasferimento fraudolento di valori, nonché,
contestualmente, è stata eseguita una misura ablatoria per equivalente di beni sino all’importo di euro 2.183.474,
pari al profitto delle ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nel corso
dell’operazione sono state eseguite 44 perquisizioni su tutto il territorio nazionale.

L’indagine nata dall’approfondimento di documentazione acquisita presso numerosi soggetti economici e
riguardante anomale operazioni di trasporto di materiale inerte, ha portato all’individuazione di una vera e
propria filiera societaria fraudolenta che ha realizzato un vorticoso giro di fatture soggettivamente false, dal 2018
al 2021, arrivando ad evadere oltre 2 milioni di euro di imposte.

La puntuale ricostruzione effettuata dalle Fiamme Gialle riminesi, ha permesso di accertare (allo stato sotto il
profilo della gravità indiziaria) che una società con sede nella provincia di Rimini, amministrata di fatto da un
soggetto gravato da precedenti penali e carichi pendenti per reati tributari, operante nel settore del trasporto di
merci su strada e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, negli anni d’imposta dal 2018 al 2021 ha
annotato in dichiarazione elementi passivi fittizi derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente
inesistenti, emesse da ditte individuali e società con sede legale nelle province di Ferrara, Rimini, Roma, Chieti,
Caserta e Napoli, per un imponibile complessivo di circa 5 milioni di euro.

Inoltre, le investigazioni hanno permesso di accertare (allo stato sotto il profilo della gravità indiziaria) che il
medesimo soggetto, al fine di eludere le misure di prevenzione patrimoniali a cui poteva fondatamente
presumere di essere sottoposto e di sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte, ha intestato
fittiziamente a terzi le quote ed i beni strumentali di 5 società con sede nella provincia di Rimini oltre che ad un
immobile ubicato nella provincia di Rimini.

L’attività di servizio in rassegna testimonia ancora una volta l’elevata attenzione della Guardia di Finanza e della
Procura della Repubblica che continua a essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei
patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati, allo scopo di arginare l’inquinamento del
mercato e della sana imprenditoria, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità, trasparenza e sicurezza
pubblica.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità
degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.