OSPEDALE DI CASERTA. Infermieri, Oss, tecnici e ostetriche di Cisl, Cgil e Uil rischiano di non prendere i soldi riconosciuti dalla Cassazione per colpa di Gubitosa, Cristiani, Vettone e Falco

22 Maggio 2024 - 17:17

Il direttore dica dove sono i 750mila euro tolti ai lavoratori per le annualità 2010 e 2011 e li restituisca ai legittimi titolari, perché così impone la legge. In questi giorni il Dg sembra Peppiniello di Miseria e Nobiltà. Ripete sempre la stessa cosa. Vuole togliere i soldi a quelli di Nursing Up, gli unici che hanno combattuto, e questi stanno già inondando di citazioni all’azienda il Tribunale

CASERTA – Quando De Luca non ci sarà più, cioè non sarà più presidente della Regione Campania, soggetti professionali a nostro avviso inadeguati quali Gaetano Gubitosa – sia detto con il massimo rispetto delle persone che in quanto tali non discutiamo – non avranno più ragione di esistere a loro volta.

Tutta l’epoca di De Luca è stata segnata da una precisa caratterizzazione di chi lo ha rappresentato ai vertici delle aziende ospedaliere e delle Asl della Campania: dei praticoni, con forti carenze in materia giuridica, con un senso dell’equità e dell’uguaglianza rispetto ai propri interlocutori, dipendenti o non, pari a zero.

Degli yes-men con la caratteristica di muoversi in modo da lasciar tranquillo il manovratore, ossia De Luca, grazie a due elementi fondamentali: incapacità concreta sul terreno delle cognizioni, delle competenze, delle abilità culturali e professionali, accoppiata al senso dell’obbedienza tipico di chi, se le cose di questa regione si fossero mosse e sviluppate per normale – anche solo per sufficiente – meritocrazia, avrebbero potuto svolgere la pur onorabile attività di impiegati d’ordine cat.B o al massimo quelli che una volta si chiamavano impiegati di concetto.

Un Gubitosa, dunque, non potrà esserci più per un fatto biologico.

Semplicemente perché uno peggiore di De Luca nel creare una spaccatura, una faglia tettonica tra la sua esuberanza oratoria, tra i suoi propositi progressivi e la pressoché inesistenza delle realizzazioni concrete non potrà più esserci, perché se tu dici di aver salvato la sanità in Campania e il 118 di Caserta ha 2 ambulanze per 104 Comuni nei mesi estivi, cioè quando nella nostra provincia insiste una popolazione sicuramente superiore al milione di abitanti, allora tu non hai salvato proprio niente, perché il risanamento – potremmo fare altri cento esempi – lo può fare anche un bambino di 3 anni.

Siamo costretti a tornare ancora una volta sulla vicenda del cosiddetto ex articolo 9, cioè il riconoscimento ormai sancito e santificato dalla Corte di Cassazione degli emolumenti negati al personale del comparto Oss, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, ecc., dalle ultime direzioni generali.

Gubitosa le ha tentate tutte, spendendo una barca di denaro in avvocati, in modo da costringere il Nursing Up, unico sindacato che ha combattuto per l’affermazione di questo diritto, ad una lunga traversata nel deserto.

Gubitosa voleva fiaccare il Nursing Up.

Ma questo sindacato ha la testa dura e alla fine ha vinto. Come un giocatore rurale che vuol darsi le arie di pokerista, ha tentato anche di fregargli una parte dei soldi dovuti. Ma le lettere interruttive hanno costituito un diritto dei lavoratori a ricevere dieci anni di emolumenti per chi ha lavorato durante questo periodo, e una cifra minore per chi ha lavorato in un arco temporale meno esteso.

Manco fosse un venditore di pentole nei vecchi mercati di paese come c’erano nella mia San Lorenzello – Cerreto Sannita e nella sua Montemiletto, voleva chiudere la partita riconoscendo 5 anni, cioè la metà.

Tutto ciò per infilare nel riconoscimento economico anche tutti i lavoratori degli altri sindacati, a partire dalla Cisl, ai quali il leader Nicola Cristiani diceva di fare le pernacchiette al passaggio degli iscritti Nursing Up.

Della serie: vi stanno facendo spendere soldi per le cause che non vincerete mai.

Eh no, le cause le hanno vinte, ma Gubitosa continua nella sua linea. Se il direttore generale possedesse una goccia di onestà intellettuale direbbe: ok, abbiamo perso, chiediamo scusa al Nursing Up; chiamiamolo al tavolo e condividiamo con loro una via d’uscita che faccia riconoscere qualcosa anche ai lavoratori che non hanno presentato mai nessun ricorso.

E invece no: il gatto e la volpe si parlano, si sentono, e in questi giorni il Dg ha ripreso a dire la cosa dei 5 anni.

Quel che è più grave è che nel suo ragionamento aberrante e surreale quelli che non hanno fatto ricorso lui li deve tutelare.

Ma tutelare cosa?

Se non fosse stato per quelli di Nursing Up lei, direttore, non avrebbe potuto tutelare un bel niente, perché oggi, se si discute anche di emolumenti arretrati da riconoscere a infermieri e Oss che non hanno combattuto nelle aule dei tribunali, è perché la Corte Suprema di Cassazione ha scritto una sentenza che mai sarebbe stata scritta senza la determinazione, la cocciutaggine e la perseveranza del sindacato Nursing Up.

Quindi Gubitosa dice di voler premiare chi non ha fatto ricorso con i soldi dovuti grazie a chi ha fatto ricorso.

E questa operazione la vuole fare diminuendo il dovuto a chi ha fatto il ricorso. Se non è Tso, che sarebbe una ricostruzione generosa per Gubitosa, è brutta, bruttissima malafede e soprattutto è illegale perché i lavoratori che hanno ricevuto piena e definitiva ragione dai giudici di Cassazione hanno doverosamente citato il giudizio l’azienda per ricevere tutto ciò che gli è dovuto.

Gubitosa manda i suoi avvocati dai giudici a dire che si sta cercando un accordo. Ma su queste basi di arroganza, su questo vergognoso inciucio prolungato tra due parti in gioco, tra due parti sociali, ossia azienda e sindacato Cisl, che dovrebbero stare l’una da una parte del tavolo, l’altra dalla parte opposta e non abbracciate consociativamente, in piena sintonia sindacatocratica, come fai a trovare un’intesa?

A quanto ci risulta Nursing Up è anche disponibile a trovare una formula che possa riconoscere anche agli infermieri, agli Oss, ecc., di poca fede la loro parte dovuta in quanto mai versata dall’azienda ospedaliera nel momento in cui i festivi infrasettimanali non sono stati tramutati in ferie compensative, a richiesta del dipendente.

Il problema è che l’irrigidimento del direttore generale e la sensazione chiara che l’azienda voglia risparmiare soldi fregando chi ha acquisito sacrosanto diritto nelle aule di tribunale, porterà il Nursing Up a non mollare.

Per cui, oggi, se il tal infermiere, il tal Oss, il tal tecnico, la tal ostetrica della Cisl, ma anche della Cgil e della Uil, che reggono la coda a Nicola Cristiani, non prendono i soldi e non li prenderanno per tutto il tempo in cui questa partita dovrà risolversi nelle aule di tribunale, la colpa è addebitabile solo al signor Cristiani, al loro segretario, che pensa ancora, nonostante abbia conosciuto la determinazione di Nursing Up, di poter fare il furbo e fregare questo sindacato e i lavoratori iscritti.

Lo stesso dovranno fare gli iscritti alla Uil e Cgil con i segretari Mario Falco e Ciro Vettone, che continuano a rassegnarsi ad un ruolo di minorità rispetto alla Cisl, limitandosi a portare il caffè a Cristiani e Gubitosa, con i quali non hanno voce in capitolo e rispetto ai quali devono accodarsi.

P.S.: Aspettiamo ancora una risposta, che ovviamente non arriverà, perché non si può rispondere a un giornale che se parla con cognizione di causa è solo perché le questioni le studia fino al midollo, sui 750mila euro trattenuti dalla pusta paga dei lavoratori per gli anni 2010 e 2011 relativamente a quelli che secondo l’allora Dg Mario Ferrante e l’allora direttore amministrativo, che manco a dirlo era Gubitosa, i lavoratori del comparto non dovevano avere.

Ma questo solo secondo loro, perché la Cassazione li ha sonoramente bastonati.

Che ci ha fatto Gubitosa con questi soldi? Dove stanno? In che capitolo del Bilancio li ha messi?

Li deve tirar fuori, perché questo è il principio giuridico sancito dalla Corte.