6 ARRESTI. IL VIDEO. Un giro di affari da 130 milioni con le ristrutturazioni di case che non esistono. Il business partito da SAN MARCELLINO & CASALE

30 Gennaio 2024 - 14:00

AVERSA (l.v.r.) – Nasce tutto da un’indagine della guardia di finanza, compagnia Pronto Impiego di Aversa, che ha scoperto nell’agro Aversano quello che potrebbe essere definito un fatturificio, ovvero una società fantasma che emetteva un numero folle, ingiustificabile di fatture.

Da lì, gli uomini guidati dal Capitano Di Lorenzo hanno iniziato a studiare le operazioni bancarie, come si suol dire, hanno iniziato a seguire i soldi.

E così si è sviluppata l’operazione che oggi ha portato all’arresto di sei persone, una donna e cinque uomini, sostanzialmente prestanomi messi a capo di società cartiere, false, utilizzate per farsi pagare da Poste Italiane i crediti d’imposta previsti dall’Ecobonus, misura nata dal decreto Rilancio, voluto dal governo Conte II.

I finanzieri del Pronto Impiego hanno potuto segnare quale punto di partenza delle operazioni la zona di Casal di Principe e San Marcellino, area a fortissima densità di imprenditori edili, costruttori – non tutti con un passato limpido – che dominano letteralmente le aggiudicazioni e le gare d’appalto a Caserta, provincia e nel resto d’Italia.

Un’area in cui è presente una criminalità economica, finanziaria con rapporti di sudditanza, se non supporto al clan dei Casalesi, nella quale si sta aggiungendo quella focalizzata sui bonus edilizi, con una commistione tra società

e faccendieri italiani e imprese cinesi, così come è emerso anche da questa indagine.

Un giro di falsi crediti d’imposta dal valore di 130 milioni di euro che ha coinvolto tutta l’Italia. Si tratta di una truffa che ha sfruttato alcuni buchi legislativi, che hanno reso semplice attestare ristrutturazioni per proprietari che poi, visura catastale alla mano, non avevano niente, erano nullatenenti.

La procura di Aversa e i finanzieri del Pronto Impiego hanno provveduto a sequestrare preventivamente, con finalità di confisca, 17 milioni di euro, quale profitto del reato e crediti di imposta per circa 50 milioni di euro, attribuiti a 35 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche.

Degli 83 indagati, 60 sono stati colpiti da misure patrimoniali, mentre sei sono gli arrestati.

Come detto, soggetti finiti in manette sono, sostanzialmente, persone che si sono prestate a questa truffa, che, diciamo così, non possiamo definire come nomi eccellenti. Quindi, l’ipotesi che questa inchiesta si possa ancora di più allargare e possa coinvolgere altri soggetti, persone che hanno lavorato dietro le quinte, non è assolutamente da escludere.