Michele Maravita faceva il vip sulle barche, Fulvio Della Ventura comprava purosangue. Ecco quanto gli costava ogni mese

4 Giugno 2020 - 11:44

In questo approfondimento dell’ordinanza di ieri, sviluppiamo anche un confronto tra ciò che affermano i due pentiti Pasquale Aveta e Bruno Buttone sui meccanismi economici che relazionavano la famiglia di o’ coniglio e i Belforte. QUEI 50MILA EURO AL MESE….

 

CASERTA – Il primo passaggio di questo articolo lo dedichiamo ad un altro “sfizio” che gli esponenti della famiglia Della Ventura si erano concessi. Ieri ci siamo soffermati sulla vita lussuosa dell’acquisito Michele Maravita, marito di Maddalena Della Ventura e dunque genero di Antonio Della Ventura e di sua moglie Concetta Buonocore. Oggi invece facciamo riferimento ad un cavallo importante acquistato da Fulvio Della Ventura. Un animale a cui il figlio del boss teneva molto al punto che quando lui fu arrestato, lo lasciò ad un maneggio pagando ben 400 euro al mese, in pratica un fitto di casa, per mantenerlo.

Per quanto riguarda il resto di questo primo lavoro di approfondimento sull’ordinanza di ieri mattina che ha portato all’arresto di 7 persone e all’iscrizione sul registro degli indagati di altre 10, vogliamo focalizzare l’attenzione su alcuni punti fondamentali legati al contributo dei collaboratori di giustizia, andando ad esaminare gli elementi costitutivi di quello che viene definito il modus operandi dell’organizzazione malavitosa di Caserta relazionata alla “casa madre” dei Belforte di Marcianise.

E’ Bruno Buttone a fornire, come è capitato spesso, i dati più precisi. Non si tratta di una testimonianza recente. Ma pur essendo dichiarazioni rilasciate 7 anni fa, danno un quadro piuttosto preciso, sicuramente più preciso di quello fornito di Pasquale Aveta, anche lui collaboratore di giustizia, e in grado, come ammette, di comunicare direttamente con Concetta Buonocore durante i colloqui avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, allorquando Aveta incontrava la moglie ed evidentemente ad un tavolo non lontano da quello in cui la Buonocore, nella veste di visitatrice e non a sua volta di detenuta, come sarebbe diventata poi in seguito, parlava con il figlio Fulvio Della Ventura.

Ma dalla testimonianza di Aveta non si comprende benissimo un punto importante, consistente nel grado di autonomia che la famiglia Della Ventura, a cui poi si è associato Michele Maravita, marito di Maddalena Della Ventura, figlia del capostipite Antonio Della Ventura detto ‘o coniglio, Aveta dice infatti che Fulvio Della Ventura che ha avuto, come si suol dire, il “capo in mano” versava 50mila euro a Marcianise nelle casse dei Belforte. Poi però non riesce a esprimersi con un ricordo nitido sulle dinamiche degli stipendi. In poche parole, questi 50mila euro erano una parte dei proventi mensili provenienti dallo spaccio di stupefacenti targato Della Ventura o era l’intera somma da cui poi i Belforte a Marcianise attingevano per pagare gli stipendi anche a Fulvio Della Ventura e a chi con lui operava nel traffico di hashish, cocaina e crack nella città capoluogo, nei pressi delle tre piazze di smistamento fondamentali presso il bar Tahiti di via Settembrini, il Caffè di Notte di via Bramante e il piccolo circoletto-associazione di via Fratelli Rosselli nel cuore del rione Cappiello.

E qui arriva Bruno Buttone che chiarisce: “Quando fratelli Belforte hanno smesso di occuparsi di droga – dichiara il collaboratore di giustizia nel citato interrogatorio del 25.01.2013 – perchè la maggio parte i quelli che la facevano con loro e loro stessi vennero arrestati, il clan lasciò libero il Della Ventura di gestire non solo lo spaccio di droga in Caserta ma anche l’approvvigionamento senza versare più alcuna quota al gruppo Belforte.“.

Da quel momento ci fu una sorta di “liberi tutti”. Non nel senso di liberi dal carcere dato che al contrario i penitenziari si riempivano sempre di più di esponenti di questo clan, ma nel senso che i Belforte chiusero i rubinetti degli stipendi su Caserta, lasciando però libera la famiglia Della Ventura di gestire ed intascare tutti i proventi dello spaccio di stupefacenti nella città capoluogo.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA