LE FOTO ESCLUSIVE. CASERTA. Quintali di lana vetro con fibre di amianto al centro della città con centinaia di bambini che ci passano per andare a scuola
26 Maggio 2018 - 10:47
CASERTA (gianluigi guarino) – Quante volte abbiamo scritto “vergogna” dalle colonne di questo giornale? Troppe, abbiamo svilito la parola, l’abbiamo delegittimata, privandola del suo definitorio senso di condanna morale.
Per non contenerci davanti a soprusi, ruberie e prostituzioni morali assortite, l’abbiamo spesa a profusione. Facendoci trascinare dalla nostra passione civile, abbiamo prestato il fianco ai tanti a cui dà fastidio che questo giornale esista. Si sono organizzati, con i soliti avvocati, cercando di sfiancare il sottoscritto a colpi di querele intimidatorie e temerarie, dicendo che noi eravamo, semplicemente, dei giacobini di serie C (vabbe’ non esageriamo, questi non sanno chi sono i giacobini), diciamo così, facevano passare le parole “demagogia” e “aizzapopolo”.
E così, questo giornale, pur avendo una platea enorme di lettori non ha svolto quella funzione di supporto e stimolo allo sviluppo del diritto e della ragione. Riteniamo, non per nostra colpa, ma per l’assenza totale di un humus culturale pronto a confrontarsi con idee sempre ampiamente documentate.
Solo con diritto e ragione, infatti, si può fare uscire queste contrade dalla merda in cui si trovano. Discorso generale, questo, che però si adatta a ciò che è capitato qualche giorno fa, in pieno centro, a Caserta. Qualche criminale, che non sa di esserlo (ed è questo il danno più grosso), ha scaricato quintali di sacchetti contenenti lana vetro, che, come sanno anche i bambini, che hanno giocato con “Il piccolo chimico”, contiene fibre di amianto.
Ora, questo mucchio di veleni lì giace, senza che quelli di Ecocar se ne curino, neanche di striscio (hanno lasciato un ridicolo foglietto che potete guardare nella nostra galleria fotografica).
Da quel luogo passano centinaia e centinaia di bambini che a piedi raggiungono la scuola in zona Tescione, transitando per via Fabio Filzi, il luogo del misfatto. La cosa più bella è che lì, a pochi metri, c’è la scuola di polizia, dotata, ovviamente, di un sistema di videocamere di sorveglianza dell’esterno. Ecco perché i delinquenti/il delinquente sono tali ma non sanno di esserlo perché facendo quello che hanno fatto davanti a una scuola di polizia non hanno fatto nulla di male.
In questa apparente contraddizione si concentra, si addensa tutta l’arretratezza culturale di questa provincia.
E’ noto un proverbio: “il pesce puzza dalla testa“. Qui da noi va rivisitato radicalmente. Qui da noi, il pesce puzza dalla coda e attraversando la polpa, contamina anche la testa.