La Domenica di Don Franco: “Gioiamo, è Pasqua!”

4 Aprile 2021 - 09:20

4 aprile 2021 / Pasqua – Risurrezione del Signore (Anno B / TO)

SCEGLIERE GESÙ È SCEGLIERE LA VITA!

Prima lettura: Dio lo ha risuscitato il terzo giorno (At 10,34). Seconda lettura: Cercate le cose di lassù, dove Cristo regna accanto a Dio (Col 3,1). Terza lettura: Egli doveva risuscitare dai morti (Gv 20,1).

P A S Q U A: festa di luce, di gioia, di speranza. Festa che si dispiega lungo tutto l’anno liturgico in ogni domenica, che è la “Pasqua della settimana”. E’ festa di ‘luce’, perché risorge Gesù, la luce del mondo, che illumina ogni uomo. E’ festa di ‘gioia’, perché Gesù ha vinto la morte, dà un senso alla nostra morte. E’ festa di ‘speranza’, perché abbiamo mangiato il corpo di Gesù, pane di vita eterna. La chiesa, nata dalla Pasqua di Gesù, custodisce questo annuncio e lo trasmette ad ogni generazione, perché la Pasqua è sempre attuale, va realizzata nell’oggi della vita. Al cristiano, oggi come un giorno ad Abramo, il Signore dice: “Esci
dal tuo egoismo, per entrare nella comunione dei fratelli! Esci dalla tua solitaria ricchezza! Esci dal tuo male e corri verso la novità! Esci dalla tua casa, dalle tue sicurezze, e allarga l’orizzonte della tua vita!”.
Chi ‘esce’, fa davvero Pasqua!

Pasqua: festa – cardine dell’anno della chiesa    Pasqua è il cardine dell’anno liturgico, la festa delle feste, eppure non può competere con Natale per auguri, addobbi, regali, spot pubblicitari… Forse perché Natale è diventato un luogo di sentimenti nobili ma innocui: il sentimento della famiglia, il giocattolo al figlio, il calore e le luci della casa in contrasto con il freddo e il buio all’esterno, il ricordo della lontana infanzia… Cos’è alla fine Natale? E’ un bambino che nasce, un fatto consueto, sperimentabile. La Pasqua, no! E’ un uomo che risorge, un fatto unico, non sperimentabile. Scandalo e follia! Il Natale può unire, la Pasqua invece divide! Questa società può tollerare il presepe, l’albero, il bambino in una culla. E’ tutto normale. Ma non un uomo che risorga, che lasci il sepolcro vuoto. E’ tutto anormale. Paolo, predicando la verità della Risurrezione agli intellettuali ateniesi, venne giudicato un ciarlatano: “Alcuni dei presenti cominciarono a deridere Paolo. Altri invece gli dissero: “Su questo punto ti sentiremo un’altra volta” (At 17,32). Lo stesso governatore Festo, successore di Pilato: “Paolo, sei pazzo. La troppa scienza ti ha dato al cervello” (At 26,24). Bene ha scritto lo storico Franco Cardini: “Il mondo tollera Cristo, a condizione che non sia risorto. La gente accetta il Natale ma rifiuta la Pasqua”.

Una bella notizia: Gesù è risorto!    Noi non amiamo le buone, ma le cattive notizie. All’uomo piacciono i disastri, le cattive notizie. Ma sarebbe bene ricordare, di tanto in tanto, che la vita umana non è solo sangue, miseria, pandemia … C’è tanta bontà, anche se la morte è sempre presente. E’ possibile fare qualche volta Pasqua! Non molto tempo fa c’era l’abitudine di parlare del ‘Rinascimento’ in termini quasi pasquali, come se nel 400 e nel 500, attraverso l’Europa corresse una specie di “rapimento primaverile” (come l’ha definito C. S. Lewis). In tempi più recenti l’uomo ha spesso attribuito un signifi­cato pasquale ad agitazioni politiche e rivoluzionarie. “Qui comincia una nuova vita”. Molti americani hanno gridato questa frase dopo il 1776, molti fran­cesi dopo il 1789, molti russi dopo il 1917 e molti tedeschi dopo il 1933. Ma quelle illusioni si rivelarono poi delusioni. I Venerdì Santo si susse­guono con frequenza ancora maggiore. Oggi, se cerchiamo in questo mondo un segno pasquale, non dobbiamo cercarlo fra gli avve­nimenti pubblici, riportati dai giornali, ma nel silenzio, nel mistero. Per esempio, quando la vita ritorna dopo la stagione invernale; quando il seme dalla terra risorge carico di chicchi; quando una nuova vita sboccia dal corpo di donna; quando un nuovo amore sorge tra un uomo e una donna, quando un peccatore pentito si rialza con la gioia nel cuore …

Attualizzare e interiorizzare    Non consideriamo futuri quelli che sono impegni quotidiani. Oggi! “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose dell’alto!” (Col 3,12). Credere in una risurrezione futura è biasimevole, come la fede di Marta: “So che mio fratello risorgerà nell’ultimo giorno” (Gv 11,19). Cristo vuole una risurrezione immediata: trasformare la nostra triste fede in un’esperienza felice. Chi non risorge mai sulla terra, come potrebbe risorgere in cielo? Crediamo alla Risurrezione perché lo dice il parroco o è scritto nel Vangelo? Ma questa è una fede per procura, per delega e non salva nessuno. “Sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli” (1Gv 3,14). Abbiamo mai creato un ambiente di vita? Abbiamo mai risuscitato qualcuno, donandogli un sorriso, una speranza, un po’ del nostro tempo? Abbiamo mai risuscitato qualcuno con la nostra bontà? Occorre credere certo alla Risurrezione di Cristo, ma anche alla nostra Risurrezione, uscendo dal sepolcro di una vita senza amore. Buona Pasqua: cioè ti auguro un buon ‘passaggio’ da una vita complicata e banale ad una semplice e autentica! Abbiamo tutti bisogno di ‘passare’; in ognuno di noi esistono zone di ombra e spazi di luce, groviglio di vipere, stoffa per l’eroe e per il traditore, angelo e bestia, attirato dal cielo e dalla terra. È il gigantesco messaggio della Pasqua: risorgere si può, senza troppi clamori. Basta aprire la porta a Cristo!

Il rispetto, senza ‘se’ e senza ‘ma’!   La Risurrezione di Gesù significa che la vita è più forte della morte. Però non dobbiamo mai dimenticare che la speranza in un’altra vita può trasformarsi in una minaccia per questa vita. I terroristi suicidi si sono immolati in tanti massacri perché erano convinti che, facendo questo, entravano nel paradiso dei risorti. Senza arrivare a questi eccessi di disumanizzazione, la speranza danneggia la vita umana quando questa speranza nella vita divina giustifica qualsiasi forma di aggressione all’umano. Ci sono persone che, per essere fedeli alle loro convinzioni religiose, sottovalutano o persino disprezzano quanti non la pensano come loro. Bisogna amare e rispettare gli esseri umani non perché in questo modo si conseguono premi eterni, ma perché gli esseri umani meritano il nostro rispetto ed il nostro amore etsi Deus non daretur. È importante sottolineare che il Cristo Risorto è il Gesù più umano che possiamo incontrare in tutto il Vangelo. I suoi dati ed i dettagli della “più profonda umanità” sono qualcosa che sono semplicemente impressionanti.

La Via della Gioia!    Esiste, in numerosi cristiani, una ricerca della sofferenza, una diffidenza nei confronti della vita. “Per farmi credere nel loro Dio, bisognerebbe che mi cantassero dei canti migliori, che i suoi discepoli avessero un’aria più amabile” (F. Nietzsche). “Comandamenti di Dio, fin dove porterete i vostri confini? Mi avete indolenzito l’anima; insegnerete che vi sono sempre nuove cose proibite?” (A. Gide). “Dove diavolo avete nascosto la vostra gioia? A vedervi vivere come vivete, non si direbbe che a voi, e a voi soli, è stata promessa la gioia del Signore!” (G. Bernanos). Sono frasi emblematiche di una sotterranea e diffusa mentalità. Ep­pure il cristianesimo è essenzialmente una “Buona Novella”. Gesù ha detto: “Sono venuto perché abbiate la vita, una vita vera e completa!” (Gv 10,10). Strano, ma gran parte dei cristiani si sente più portata ad affliggersi con il Crocifisso che a rallegrarsi con il Risorto. Comprendiamo la Quaresima e vi partecipiamo. Ma ricordiamoci che esiste un’altra Quaresima. Sì, vi sono due Quaresime nella vita liturgica della chiesa, e numerosi cristiani lo ignorano. A partire da Pasqua, comincia una se­conda Quaresima. Ci sono quaranta giorni di peni­tenza (e questa Quaresima è d’istituzione uma­na!). Ma poi ci sono altri quaranta giorni, anzi cinquanta (fino a Pentecoste), per cercare di svegliarci alla gioia. E questa Quaresima è interamente d’istituzione divina. Ma è ignorata! Sul Calvario, c’erano ancora pochi fedeli. Ma alla Risurrezione, non c’era più nessuno; nessuno più credeva, erano tutti disperati. Abbiamo certamente fatto la Via Crucis. Bene, è cosa utile, consigliata, necessaria. Ma abbiamo mai fatto una Via della Gioia? Non esiste niente di simile nelle nostre devozio­ni. Nelle nostre parrocchie abbiamo inchiodato alle colonne le 14 stazioni della Via Crucis: in saecula saeculorum! A Pasqua, dovremmo sostituirle tutte con altrettante 14 stazioni della Via della Gioia. Dovremmo fare un po’ come per il presepio: finito il periodo natalizio, le statuine le conserviamo nel deposito per il Natale successivo. La chiesa c’invita, dopo Pasqua, a ripercorrere le stazioni della Via Lucis, che dovrebbero essere altrettanto meditate quanto le stazioni della Via Crucis. Fermarci a meditare su ogni appari­zione del Cristo risorto, che teneramente, pazien­temente, affettuosamente, tenta di svegliarci alla sua gioia, di convincerci della sua Risurrezione, di mutare le nostre colpe in felici colpe. A Quaresima finita, resta da fare la mortifica­zione più grande: essere felici! Dare a Dio la gioia di vederci felici! Egli ha fatto tanto per noi, che merita il nostro grazie, la nostra Eucaristia.

Risorgere senza clamori   Pasqua e Primavera, in inglese, hanno un termine equivalente: ‘Easter’, che deriva da ‘Eostre’, il nome di una divinità pagana primaverile. Ricordo un anno in cui la giornata, iniziata con nuvole basse e grigie, con pioggia e vento, si trasformò in una giornata di sole e di gloria, nel preciso istante in cui le campane suonarono e irruppe il suono di organo per dare inizio alla Pasqua. Simbolicamente fu perfetto. Mi piacerebbe dirvi che è sempre così, che la Pasqua è sempre come un mattino di sole dopo le nubi della Quaresima. Ecco una delle sue più tranquille, quasi furtive apparizioni. Se entrate in una chiesa, buia, dopo non molto, vedrete qualcuno alzarsi da un confessionale e inginoc­chiarsi a pregare. Non conoscete la particolare storia di quella persona, ma è possibile che in quei pochi attimi, nel silenzio di quel buio, quella persona sia risorta dai morti, come al suono di tromba. Il Venerdì santo del genere umano continua e continuerà. E’ risaputo. Ma c’è anche qualcosa di meglio: possiamo risorgere, da ogni sepolcro possia­mo uscire, e tutto questo senza clamori! Buona Vita! Buona Pasqua!