MARCHE DA BOLLO FALSE E AVVOCATI CASERTANI. In queste ore gli arrestati iniziano a parlare davanti ai giudici

5 Marzo 2022 - 10:11

AVERSA – Hanno iniziato a parlare gli arrestati nell’indagine relativa alle false marche da bollo che ha visto coinvolte decine e decine di avvocati della nostra provincia (LEGGI QUI I NOMI

).

Infatti, durante l’interrogatorio di garanzia, hanno chiarito la posizione alcuni personaggi. Il più importante, probabilmente, è Massimiliano Di Filippo, il 49enne napoletano residente a Villa Literno ritenuto il falsario, il creatore delle false marche da bollo, secondo gli inquirenti. Ma anche i suoi rivenditori hanno cercato di spiegare la loro versione dinanzi al Gip Santoro: Antonio Lentino, Gennaro Antonio Buonocore e Giuseppe Pagano, tutti e tre del napoletano.

Le indagini, avviate nel gennaio del 2020, sulla scorta delle risultanze di precedenti attività sviluppate nello specifico contesto criminale, attivo soprattutto in Campania, venivano protese alla: localizzazione delle attività di produzione delle marche da bollo contraffatte. Proprio nel contesto di tali attività, il 20 luglio 2020, veniva individuato e disfatto un “centro di produzione clandestino”, allestito nella zona di Villa Literno, dove il principale indagato realizzava, su supporti reperiti in Cina, le marche da bollo false; individuazione delle singole responsabilità degli indagati impiegati sia nella produzione, sia, soprattutto, nella distribuzione del prodotto contraffatto.

La necessità di strutturare un’articolata attività investigativa derivava essenzialmente dalla preoccupante diffusione del fenomeno criminoso, sempre più insidioso sia in relazione alle sofisticate tecniche di falsificazione, continuamente evolute al fine di soddisfare una crescente richiesta di “mercato”, sia in ragione dell’impiego delle marche in contesti amministrativi e giudiziari.

Emergeva, in particolare, che dalle originarie tecniche di falsificazione consistenti nel manuale accrescimento del valore nominale di marche genuine, i falsari erano passati ad altra più infida metodologia, consistente nell’apposizione della c.d. stampa di personalizzazione su supporti in bianco (riportanti solamente lo stemma della Repubblica, l’intestazione e gli elementi di sicurezza falsificati) importati dalla Cina, in laboratori dotati delle apparecchiature necessarie sia hardware sia software. Le investigazioni consentivano inoltre di delineare sei direttrici distributive, gestite da “intermediari” del falsario, i cui terminali venivano localizzati a Roma, Napoli, Caserta, Avellino e Salerno.

Una volta realizzate e distribuite, le marche da bollo false venivano utilizzate da professionisti e da addetti ai comparti su atti giudiziari e amministrativi per i quali è prevista la corresponsione oneri destinati all’erario. In tale specifico contesto diffusivo, venivano delineate le responsabilità di: un parcheggiatore abusivo che, operando a Napoli nelle aree adiacenti alla Prefettura, all’Agenzia delle Entrate e all’Ispettorato Provinciale del Lavoro, gestiva la distribuzione delle marche false strumentali al perfezionamento dei procedimenti amministrativi trattati dai predetti uffici pubblici; un noto “distributore” che, sebbene ristretto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Napoli, di fatto alimentava un lucroso e continuativo smercio di marche false; un intermediario di Afragola che alimentava canali di distribuzione di valori di bollo falsi destinati ad un’autoscuola di Casoria e ad uno “smerciatore orbitante sul litorale romano, al quale forniva anche patenti automobilistiche e nautiche false; – titolari di un’agenzia immobiliare e di una tabaccheria di Roma. Particolare rilevanza veniva inoltre attribuita ai canali di smercio direttamente alimentati dal falsario, costituiti da una coppia di avvocati esercitanti, nel Foro di Santa Maria Capua Vetere, colpiti dall’interdizione dall’attività forense per mesi 12, che, a loro volta le fornivano a un avvocato del Foro di Napoli Nord, colpito anch’egli dall’interdizione dall’attività forense per mesi sei.