La clamorosa lite in carcere tra Sandokan, fomentato dalle sorelle, e Giuseppina Nappa, tra accuse su tradimenti e soldi arrivati in borsetta e non dati ai detenuti

22 Giugno 2022 - 14:33


Beh, per noi che da 10 anni almeno approfondiamo la storia del clan dei casalesi attraverso i documenti giudiziari, questa non può non essere, al di là di quella che sarà la considerazione dei lettori, una pietra miliare. Il 7 luglio 2018 Giuseppina Nappa comunica al marito il pentimento del figlio Nicola e quello che succede dopo si configura realmente come la fine di un’epoca

 

CASAL DI PRINCIPE(Gianluigi Guarino) Leggendo alcuni passi dell’ordinanza imperniata sulla figura di Nicola Schiavone senior che da semplice imprenditore di camorra, è diventato a Roma un super colletto bianco in grado di attirare rapporti, relazioni in altissimo loco e anche perchè no, diciamocela tutta, in certi ambienti massonici, magari evocativi di antichi protagonisti dell’impero romano, ci siamo ricordati di un’altra ordinanza, letta pochi anni fa e collegata agli arresti delle due figlie di secondo letto che Francesco Bidognetti detto Cicciotto e mezzanotte ha avuto con Anna Carrino cioè Katia e Teresa Bidognetti.

C’era un passaggio molto spassoso della registrazione di un colloquio carcerario in cui quello che definimmo sardonicamente “il povero Cicciotto” fu costretto, lui che aveva ammazzato con le sue mani decine e decine di persone, lui che aveva ordinato centinaia di omicidi, quelle mani fu costretto a mettersele letteralmente in testa, perchè non c’è boss che tenga al cospetto di due donne che litigano, di due figlie che si accapigliano e a esternare tutto il suo disappunto di fronte a quelle due figlie che litigando continuamente al suo cospetto, e scambiandosi “cortesi apprezzamenti” sui rispettivi compagni, creano una situazione da vera e propria sit-com in cui Cicciotto diventava una sorta di vittima che diceva a un certo punto basta,

non ne posso più voglio tornare in cella”.

Beh, forse la vicenda riguardante i colloqui,  registrati in 6 anni, tra Francesco Schiavone Sandokan e i suoi congiunti più diretti rappresentano un percorso che poi fondamentalmente giunge, nel luglio del 2018, cioè quando Nicola Schiavone junior, figlio di Sandokan e della Nappa, decide di pentirsi, ad un epilogo non tanto diverso anche se un pò più drammatico rispetto a quello raccontato nel colloquio tra Cicciotto e le sue due scatenatissime figlie. Quello che si consuma tra Sandokan e sua moglie Giuseppina Nappa il 7 luglio 2018 è una vera e propria lite.

Certo, in mezzo ci sono i vetri dei colloqui protetti del 41bis. Ma le parole sono forti, taglienti e quella tra i due coniugi che hanno scritto la storia della criminalità organizzata dell’agro aversano, ma anche dell’intera provincia di Caserta, della Campania e di mezza Italia, appare come una vera e propria separazione.

Si tratta di un epilogo incubato per anni, in cui diventa centrale, addirittura dirimente, il ruolo di Nicola senior colui lo che al cospetto del figlio Walter, Sandokan chiama zio Pipino, identificandolo senza alcun dubbio,visto che il pipino non poteva non riferirsi al fatto che stesse parlando del padrino di battesimo del figlio Nicola junior.

Perchè qui, da quello che abbiamo capito in tanti anni di letture, puntellate da queste relative all’ordinanza di cui ci stiamo occupando, la famiglia Schiavone riceveva i soldi anche dalle attività criminali, ma il grosso glielo dava o avrebbe dovuto darglielo la premiata ditta dei due fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone. Giuseppina Nappa non dà mai la sensazione al marito di una piena soddisfazione.

Non nega che i due fratelli usassero molte premure, producessero molti regali, ma ogni volta che la Nappa lasciava la sala dei colloqui, Sandokan, a cui era stato evidentemente iniettato il seme del dubbio, comunque dell’incompiuto nel rapporto tra la sua famiglia e i due fratelli fortunatissimi, tornava in cella sempre più adirato, sempre più nervoso, perchè lui riteneva di sapere bene quanto avesse inciso il suo potere, il suo prestigio criminale, il terrore che incuteva nella scalata milionaria di Nicola e Vincenzo Schiavone.

Negli ultimi anni, dunque, Francesco Schiavone fa diventare questo l’argomento principale di ogni colloquio, in cui incontra, singolarmente o insieme, le figlie Angela e Chiara, il figlio Walter, il fratello Antonio e la moglie. Questo atteggiamento, questa sorta di chiodo fisso, questo ritornare di continuo sullo stesso tema, finisce per aprire una crepa effettiva nel rapporto con sua moglie, visto che questa, nel  momento in cui comprende che il boss con cui ha generato 5 figli, ha introitato tante frustrazione da parlare, da esporre direttive anche al cospetto delle due figlie femmine, si oppone duramente.

In un’occasione, per esempio,  precisamente in un colloquio del 27 agosto 2013, con la moglie e con la figlia Chiara, il boss formula una domanda relativa ad una società esistente tra Nicola Schiavone senior, cioè zio Pipino e sua moglie Maisto Teresa. Avendo noi letto bene molte pagine di questa ordinanza, possiamo dire che non si trattava di una domanda oziosa, di poca importanza, perchè chi segue queste nostre ricostruzioni ha letto anche che la prima società , la S.C.E.N.  srl, della vita di Francesco schiavone sandokan, quella la cui visura dovrebbe essere conservata in futuro in un museo storico, in quanto contenente proprio il nome di Francesco Schiavone di Nicola, lui la costituisce insieme a Nicola Schiavone senior, negli anni 80, ma anche insieme alla moglie di quest’ultimo Teresa Maisto.

Questa non era una presenza  figurativa perchè appresso a lei c’erano, ugualmente nella qualità di soci, oggetti di famiglia, provenienti da Giugliano, cioè dalla città in cui la Maisto e la sua famiglia risiedevano e forse risiedono ancora (CLIKKA E LEGGI). Per cui Sandokan sapeva bene, nel momento in cui formulava quella domanda, che la moglie di Nicola Schiavone senior ha comunque avuto un ruolo nella scalata economica del marito.

D’altronde, la reazione che Giuseppina Nappa esprime di fronte a questa domanda, la dice lunga sull’importanza del quesito posto da Sandokan a lei e a sua figlia Chiara. E allora, così, sbotta: “Queste cose qua le devi stabilire con tuo fratello, non con me”.

Una presa di distanza che secondo gli inquirenti è legata alla considerazione, alla convinzione maturata dalla Nappa della fine di un’epoca e dunque della necessità di evitare che i figli , al netto di Nicola Schiavone junior, facessero la stessa fine del padre.

Quando poi sono coinvolte le figlie femmine, la Nappa abbandona ogni freno inibitore. Da allora in poi si crea un nuovo contesto alimentato da un clima sempre teso durante i colloqui. Quella di Sandokan sembra una vera e propria fissazione. Domanda continuamente come si stiano comportando Nicola e Vincenzo Schiavone. A un certo punto della storia, entrano in ballo due personaggi di cui si è parlato sempre pochissimo, cioè le sorelle del boss Giuseppina e angela schiavone, componenti della cinquina di figli di cui fanno parte anche il citato Francesco Sandokan, Walter Scarface e Antonio, che si trova a piede libero e che cerca di essere molto circospetto, pur essendocelo ritrovato anche lui in un contesto giuglianese, in quella bellissima indagine imperniata sulle riunioni che avvenivano al mega ristorante La Contessa.

Il colloquio tra Sandokan e la sorella Angela, quello al quale si aggiunge anche Giuseppina, è tutto da raccontare. Il boss non riesce a ottenere più dalla moglie le risposte sui comportamenti di Nicola e Vincenzo Schiavone, sulle modalità specifiche con cui sostengono la famiglia e il clan dei casalesi, le sorelle non vanno certo per il sottile nei confronti della loro cognata e questo gli raccontano: “Perciò mi sono alterata, perche l’avete sempre dati, sono state portate borsette piene e niente per i detenuti”.

Si può ben immaginare, in considerazione di tutto quello che abbiamo esposto fino ad ora, quale effetto devastante abbiano avuto queste ricostruzioni fattegli dalle sorelle, sulla psiche e sull’umore di Francesco Schiavone Sandokan. D’altronde, lui comincia  ad appoggiarsi sulle sorelle e sul fratello perchè forse non si fida più di sua moglie. Per cui poi quello che succede il 7 luglio 2018, quando Giuseppina Nappa si reca dal marito per rendergli nota la decisione del figlio Nicola di collaborare con la giustizia, con tanto di valutazione positiva di questo gesto da parte sua, finisce per essere un’automatica conseguenza di tutto quello che i rapporti tra i due avevano incubato negli anni.

La battuta di Sandokan è tremenda, perchè probabilmente rimprovera la moglie per averlo tradito fisicamente, di averlo tradito con quello che lui definisce “il vecchio”:Dicevi vicino a me che ero andato con questo e con quello…e tu? Il vecchio…il vecchio,…lo sai bene cosa ti ha dato il vecchio…tu lo sai bene”.

Il vecchio in questione è sicuramente Nicola Schiavone senior, peraltro coetaneo di Sandokan. Nella trascrizione vengono utilizzati pronomi al maschile (“Hai detto a me che sono andato con questo o con quello“) ma questa frase non può riguardare un andare in termini imprenditoriali, camorristici.

Il concetto viene poi chiarito ulteriormente dal boss che facendo eco ai racconti con le sorelle, così dice a sua moglie: “Cosa ti ha dato il vecchio, tu lo sai bene”. La reazione di Giuseppina Nappa è perentoria: “Ma che dici?Non ti capisco proprio, allora che tu non stai bene è un dato di fatto, io qua sono venuta per risolvere un problema familiare”.

Della serie, c’eravamo tanto amati.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA