I PAPERONI DELLA CAMORRA. Quando il nome di Sandokan compariva nelle visure camerali. Ovvero quando lui e Nicola Schiavone o’ munaciell iniziarono da zero con la società S.C.E.N. Ed ecco perché il boss si incazza…

18 Giugno 2022 - 12:08

Non solo nel colloquio avuto con sua moglie Giuseppina Nappa al carcere milanese di Opera, ma anche in un’altra occasione, cioè nel carcere de L’Aquila alla presenza anche del figlio Walter e della figlia Angelica disse che Nicola Schiavone o’ munaciell sarebbe stato il primo che lui si “sarebbe cantato” se…

 

 

CASAL DI PRINCIPE (g.g.) Da un’ulteriore dichiarazione rilasciata da Giuseppina Nappa, moglie di Francesco Schiavone Sandokan, a fine 2018, e da un’altra dichiarazione, messa a verbale nel medesimo periodo ed esposta da Walter Schiavone, figlio di Giuseppina Nappa e dunque di Francesco Schiavone Sandokan, apprendiamo qualche ulteriore fatto sul rapporto tra il fondatore e capo del clan dei casalesi con i fratelli Nicola Schiavone senior e Vincenzo Schiavone.

Intanto, possiamo sdoganare un soprannome più convincente di quelli che erano emersi fino a oggi di Nicola Schiavone detto o’ munaciell, come emerge dal racconto di Walter Schiavone, a partire da  “qui qui”.

Andiamo per ordine: Giuseppina Nappa annota ed racconta  della presenza di Vincenzo Schiavone o’  trik,  fratello di Nicola Schiavone seniore al matrimonio di “mia nipote Teresa Schiavone”. Si tratta, aggiungiamo noi, della figlia di un altro Walter Schiavone, cioè di quello divenuto noto soprattutto per la suntuosa e cafonissima villa che gli è stata prima sequestrata e  poi confiscata a Casal Di Principe. Walter Schiavone, fratello di Francesco Schiavone Sandokan, anche per questo definito “Scarface” proprio per la somiglianza della sua “dimora” con quella che fa da fondamentale scenario al celeberrimo film americano.

Al matrimonio di Teresa Schiavone, il già citato Vincenzo Schiavone era accompagnata dalla moglie Tiziana e dalla figlia Amelia Schiavone.

Passiamo a Walter junior che qui con tutte queste omonimie siamo costretti continuamente a utilizzare il suffisso anglo-americano. Oltre a  confermare sostanzialmente ciò che la madre Giuseppina Nappa e il fratello Nicola Schiavone junior hanno già raccontato, a partire dalla non certo irrilevante possibilità. offerta a Nicola Senior e a suo fratello Vincenzo, di incontrare Francesco Schiavone Sandokan nel bunker della sua latitanza, un dato che secondo il giudice prova la valenza altamente qualitativa del rapporto tra il capo del clan dei casalesi e questi due imprenditori, oltre alla sottolineatura di un vincolo di amicizia e di comunanza strettissimi, che andava ben al di là delle possibili necessità relative ad una parentela, comunque “alla lontana”.

Un rapporto di grande intensità, che trovò il suo momento più emblematico, ma anche più concreto nel momento in cui, Francesco Schiavone Sandokan, decise che dovesse essere proprio Nicola Schiavone senior a fare da padrino di battesimo al suo primogenito Nicola Schiavone junior. Ma sicuramente, lo stralcio più interessante delle dichiarazioni di Walter junior è quello che ci permette di far ritornare alla luce un dato di cui non si parla e non si scrive più da quasi 30 anni, cioè dai tempi del processo “Spartacus”.

Perchè Francesco Schiavone Sandokan e Nicola Schiavone senior, coetanei del 1954 erano così legati? Tutto nasce negli anni 80 quando un Francesco Schiavone ancora in condizione, evidentemente, di far comparire il suo nome in una compagine societaria, sonda proprio con Nicola schiavone senior, S.C.E.N. Soc. Costruzioni Edili Napoletane, con sede a Giugliano e partecipata da diversi altri soci, così identificati: Stefano e Donato Maisto, fratelli di Teresa Maisto, moglie di Nicola Schiavone senior. E ancora, Michele Scotto Di Carlo, Giovanni Cerqua, Tommaso Schiano Di Cola,  Crescenzo e Francesco Granata.

Insomma, da giovani, questi due, cioè il fondatore e capo del clan dei casalesi e Nicola Schiavone senior, soggetto con grande attitudine e talento imprenditoriale, hanno fatto tutto insieme. E badate ben, hanno fatto tutto insieme, ma soprattutto hanno iniziato insieme, divaricando il loro impegno criminale in modo che Francesco Schiavone è andato poi  a dedicarsi agli aspetti militari del clan, Nicola Schiavone senior a fondare le architravi economiche dello stesso. Ecco perché Sandokan non transige  e prima a sua moglie Giuseppina Nappa, durante un colloquio, di cui questa racconta (clicca e leggi), avvenuto nel carcere milanese di Opera, e poi Walter Schiavone junior, che come potete leggere nello stralcio che pubblichiamo integralmente in calce ribadisce che il padre, in un altro colloquio, stavolta avvenuto nel carcere de L’Aquila, alla presenza sua, di sua madre Giuseppina Nappa ma anche di sua sorella Angelica Schiavone, domandò insistentemente come si stesse comportando con loro Nicola Schiavone senior , che in quell’occasione lui definisce col soprannome di munaciell. Durante quella conversazione Francesco Schiavone Sandokan ripete precisamente quello che aveva già detto a su moglie durane il colloquio milanese: “Se impazzisco è il primo nome che farò” . In poche parole, nella prospettiva, seppur remota, seppur altamente improbabile, di un suo pentimento Sandokan avrebbe inchiodato Nicola Schiavone Senior. Non transigeva come detto, il capo, perché riteneva che l’imprenditore che aveva fatto tanta fortuna a Roma fosse stato accompagnato dal clan dei casalesi, dalla sua amicizia, dalla sua fiducia personale, sin dai primi passi. Dunque, riteneva che l’impero economico da esso costruito, gli appartenesse significativamente in quota parte.