SANITA’ & RICOTTA. Balivo, Balivo, non cambi mai. Tira fuori la giurisprudenza (quella vera), altrimenti l’uomo misterioso che ti accusa ha ragione nel dire che l’assunzione della nuova dirigente è stato un “biscotto”

30 Giugno 2022 - 12:19

Parafrasando Venditti, certi personaggi non finiscono,  fanno giri immensi e poi ritornano. Ed eccoli qua, capaci di attirare l’attenzione di CasertaCE, nonostante lavorino in una provincia di cui non ci occupiamo. La sbrandellatissima lettera con cui dichiara di aver subito una diffamazione, ma che in realtà non spiega perché ne sia convinto. Sullo sfondo, un concorso tra due partecipanti finito in pratica 100 a 0. Chiaramente, siccome finanche il Balivo ha pieno diritto a vedere pubblicare il suo pensiero, in calce all’articolo potrete leggere la lettera inviato al suo sodale dg

AVERSA (g.g.) – Secondo Franco Balivo, già dirigente dell’Unità sanitaria locale di Casal di Principe, poi a capo della gestione economica dell’Asl Caserta Uno, che ha lasciato qualche anno fa, subito dopo l’assunzione della figlia, la mail che in questi giorni gira e che un mittente anonimo ha spedito verso la procura della repubblica presso il tribunale di Aversa Nord, ad altre autorità e

ovviamente a CasertaCE, è densa di contenuti diffamatori. 

Confessiamo che il doveroso esercizio di un giornalismo liberale, il quale non può prescindere dai una piena disponibilità a chi riceve un attacco, per giunta anonimo, di avere ampio spazio di revoca e confutazione, comporta un sacrificio. Voltaire è Voltaire e quindi finanche a Balivo va garantito questo diritto senza se e senza ma.

Se qualcuno ha colto una punta caustica in questa nostra ultima osservazione, ha pienamente ragione. Ma c’è soda caustica e soda caustica, ci sono penne intrise nel veleno e altre penne, ugualmente imbevute di curaro che, però, espongono il loro pensiero con ampia, anzi, sterminata cognizione di causa. Non saranno tantissimi, ma siamo sicuri che diversi migliaia di casertani e non casertani leggano questo giornale da più di dieci anni. Quanti articoli abbiamo dedicato a Franco Balivo e al modo con cui ha gestito la struttura di pianificazione economica dell’Asl di Caserta? Probabilmente tra gli 80 e i 100, tutti dedicati a lui. Se non ci sbagliamo, una volta tentò pure di fare una querela, ovviamente cestinata.

In questo florilegio delle sue “gesta eroiche”, vi abbiamo raccontato, sempre delibere alla mano, di cotte e di crude. Magari, se lui avrà qualcosa da ridire, sarebbe la volta buona che una casa editrice fondata alla maniera cotta e mangiata pubblicasse, come primo prodotto di una collana di lunga lena, la vita e le opere di Franco Balivo per “I Tipi (e che tipi) di CasertaCE”.

Domande: il sottoscritto, Gianluigi Guarino, direttore responsabile di CasertaCE, o qualsiasi altro giornalista e collaboratore di questa testata, ha mai conosciuto di persona Franco Balivo? No, assolutamente no. Il direttore, i collaboratori o i giornalisti di CasertaCE hanno partecipato a qualche evento pubblico con la presenza di Franco Balivo, rendendo inevitabile quantomeno l’incrocio degli sguardi? No, assolutamente no. Il direttore, i collaboratori o i giornalisti di CasertaCE hanno mai parlato a telefono o attraverso gli strumenti della modernità social con Franco Balivo? No, assolutamente no. Il direttore, i collaboratori o i giornalisti di CasertaCE conoscono la faccia di Franco Balivo? Sì, ma conoscono solo quella risalente a diversi anni fa ed effigiata nell’unica fotografia che negli anni siamo riusciti a reperire.

Questo però non vuol dire che CasertaCE non conosca nulla di Franco Balivo. Lo conosce attraverso gli atti che lui ha erogato. E su quegli atti, senza offesa per la persona di cui non sappiamo nemmeno “dove stia di casa”, abbiamo maturato un punto di vista largamente e motivatamente negativo, anzi pessimo. Ora, se il firmatario di questi documenti, di queste determina si fosse chiamato Pinco Palla, sarebbe stato esattamente la stessa cosa.

L’ANONIMO MARIO ROSSI

Ehhh, caro Voltaire, quanti sacrifici si fanno in nome tuo e di quella cosa che dicesti e scrivesti e che diventò fondamento del pensiero liberale. Magari, chissà mai, stavolta l’anonymous di turno ha torto e Balivo ha ragione. Poi, noi nutriamo sempre molta diffidenza rispetto a chi si nasconde dietro l’anonimato e che, dopo aver tentato di raggiungere qualche obiettivo professionale, con gli strumenti del degrado e dell’arretratezza italiana e meridionale, a partire dalla raccomandazione, ora parla perché c’è stato uno più raccomandato di lui, che l’ha fregato.

In questo caso si tratta di un anonimato estremo, dato che la mail è stato spedito da un certo Mario Rossi, praticamente nessuno, con un account spedito dalla rete subito dopo l’invio, in modo che non ne sopravvivesse traccia.

Siccome noi ci specchiamo in questa nostra ingenuità irreversibile, avevamo anche spedito al signor Mario Rossi una mail con la quale gli domandavamo una serie di chiarimenti sulle sue osservazioni ed è lì che ci siamo accorti che l’account era sparito come un tempo gli agenti segreti facevano sparire, ingoiandoli letteralmente i bigliettini al cui interno c’erano gli ordini ricevuti.

Ma cosa diceva questo signor Rossi a CasertaCE? Cosa diceva alla procura di Aversa-Napoli Nord su ciò che ancora in questi giorni stava capitando nella sede dell’Asl Napoli Due sita a Frattamaggiore, nella quale Balivo ha svolto e svolge la funzione di direttore amministrativo, nominato a suo tempo dal suo stretto conterraneo Antonio D’Amore, del quale abbiamo assorbito in questi giorni una storia rispetto al suo percorso scolastico e di cui potremo raccontare nei prossimi giorni?

In sostanza, Rossi raccontava che una sorta di favorita del direttore amministrativo si sarebbe aggiudicata il concorso che le permette ora di occupare l’ambito posto di dirigente dell’Unità operativa complessa GRU, che non è diminutivo di grullo, come si dice in Toscana, bensì sta per Gestione Risorse Umane, cioè direttore del Personale, per capisci ancora meglio. Per sostenere la sua tesi, l’anonimo ha argomento con diverse considerazioni, tra cui quella più importante, cioè la restrizione dello spazio di partecipazione al concorso, è che il bando fosse riservato esclusivamente ai soli dirigenti del ruolo amministrativo ed era vietata la partecipazione ad altri dirigenti già titolari di incarico di struttura complessa, ciò in presunta violazione dell’articolo 71 del vigente contratto Area Funzioni Locali.

Alla sintesi, che in linea di massima è questa, va aggiunto un altro passaggio in cui viene denunciato come presunto imbroglio relativo all’affidamento di incarico di sostituto a capo dell’Unità operativa complessa Affari Generali per aspettativa del titolare. Un incarico affidato l’11 novembre scorso, giorno dedicato a San Martino, patrono (non certo per colpa di CasertaCE) dei cornuti, ma per il quale sarebbe stata individuata la commissione di valutazione lo scorso 13 maggio, nonostante una nomina già correttamente operata.

E adesso qui ci vuole proprio quella cosa che l’inviato pugliese di Striscia La Notizia Pinuccio fa inserire nei servizi come un tormentone per sfottere (giustamente) l’ex responsabile dell’intrattenimento, nonché burocrate Rai, Claudio Fasulo, il quale, in una sua formidabile performance durante la presentazione del Festival di Sanremo 2019 (se non ci sbagliamo), lo definii come una preghiera laica. E questa ci vuole, una preghiera laica rivolta a François-Marie. Insomma, Voltaire aiutaci tu.

D’AMORE DICE CHE NON NE SA NULLA E ALLORA BALIVO PRENDE PENNA E CALAMAIO E…

Questo il pensiero espresso dalla direzione amministrativa dell’Asl NA2, cioè proprio da Franco Balivo. Si parte con una cosa alla Totò e Peppino, con il direttore generale D’Amore che chiede al suo compariello una formale relazione, dando l’idea di cascare dal proverbiale pero.

Naturalmente Balivo non riesce a sorprenderci. Leggendo il suo scritto, riconosciamo le peculiarità del personaggio. Un uomo che, al pari del Dg D’Amore, è perfettamente adatto al tempo presente, possedendo tutti quei requisiti che nulla hanno a che vedere con la competenza professionale per fa carriera e che riguardano invece la capacità di sembrare credibili – leggi utili – al cospetto dei politico che contano nella realizzazione delle nomine.

La lettera che Balivo invia a D’Amore ve l’abbiamo pubblicata integralmente in calce. Il trentolan-aversano sostiene che la mail di Mario Rossi, che poi, a questo punto, si potrebbe individuare nel dirigente Gianluigi Di Ronza, prima nei ranghi nell’Asl NA 2, poi comandato come dirigente coordinatore amministrativo per Forza Italia durante la scorsa consiliatura al consiglio regionale della Campania, lo abbia diffamato. Il che si può anche dire, sostenere, preannunciando l’esercizio di un diritto riconosciuto dalla Costituzione e dalle leggi di presentare denuncia, querela oppure denuncia-querela. Ma il fatto che Balivo affermi di essere stato diffamato che lo sia stato realmente.

L’avremmo voluto capire anche noi, ma con tutto il rispetto e glielo diciamo simpaticamente, questa sua lettera avrebbe fatto impazzire Mario Monicelli, con la conseguenza di darla in pasto a qualcuna delle sue belve della dissacrazione e dell’umorismo nero, dipinti nella trilogia di Amici Miei. Rispetto alla lettera di Balivo, il discorso che il conte Mascetti, al secolo Ugo Tognazzi, fa al vigile urbano intorno all’argomento della supercazzola è uno stringente, inconfutabile e razionale teorema matematico.

Al netto di un uso della lingua italiana a dir poco discutibile, con verbi buttati lì un po’ alla rinfusa, per la serie me piace e ce lo metto, anche se non so cosa significhi, Balivo dice che chi lo attacca sostiene il falso nel momento in cui, citando l’articolo 71 del CCNL del settore della dirigenza, afferma che il concorso per la nuova guida quinquennale del settore Risorse Umane della ASL NA 2 è bacato dall’illegittimità, in quanto il bando ha ristretto fortemente l’area dei requisiti di partecipazione, consentita solamente a persone che avevano già lavorato nello specifico settore delle risorse umane.

L’ARTICOLO 71 DELLA DISCORDIA

Ora, non c’è dubbio che il diritto, lo insegnano già alle Superiori, si sviluppa anche in funzione della vita, delle esperienze. Questo citato sviluppo non sempre può essere affidato al legislatore, ma si chiama giurisprudenza non a caso e significa che i tribunali della legittimità, a partire dalla corte di Cassazione e dal Consiglio di Stato, creando diritto attraverso l’interpretazione delle leggi vigenti.

Il signor Mario Rossi, o come si chiama lui, sventola sotto al naso l’articolo 71, dal quale noi abbiamo estrapolato la parte cruciale. Precisamente, il comma 12, lettera C del citato articolo (va detto, anche il Rossi è un po’ arronzone) esprime ciò: “12. Nel conferimento degli incarichi, e per il passaggio ad incarichi di funzioni dirigenziali diverse, le Aziende ed Enti effettuano una valutazione comparata dei curricula formativi e professionali e tengono conto: c) delle attitudini personali e delle capacità professionali del singolo dirigente sia in relazione alle conoscenze specialistiche nella disciplina di competenza che all’esperienza già acquisita in precedenti incarichi svolti anche in altre Aziende o enti, valutabili anche sulla base di un apposito colloquio tendente a valorizzare anche le caratteristiche motivazionali dell’interessato, o esperienze documentate di studio e ricerca presso istituti di rilievo nazionale o internazionale;”.

Questo articolo, questo comma e questa lettera non fanno parte certo delle tavole dei dieci comandamenti. Quel diritto che evolve potrebbe aver già stabilito delle modalità diverse o più sfumate di applicazione e dunque potrebbe essere che la giurisprudenza abbia ristretto in qualche modo il perimetro di accessibilità ad un concorso come quello bandito dall’ASL NA 2. Balivo, a riguardo, ci fa anche sperare quando scrive “copiosa produzione giurisprudenziale“, per effetto della quale Mario Rossi avrebbe torto e l’avrebbe anche diffamato. Cavolo, abbiamo pensato, questo qui è cambiato. Seh, Sehparlare di affermazioni puramente assertive è poco, visto che nella lettera che scrive al DG non c’è una riga della copiosa giurisprudenza di cui fa cenno Balivo. Zero.

Ma il tocco da vero e proprio fuoriclasse il nostro lo sfoggia (vede, Balivo, noi i verbi li sappiamo usare) quando, quasi a tradimento, è lo stesso CCNL che “esige settorialità ed esperienza“.

Quantomeno, l’uomo misterioso cita l’articolo 71 del contratto che esprime un concetto esattamente contrario a quello di Balivo e da cui si chiarisce che il contratto nazionale esige proprio l’opposto nel momento in cui considera come fatto acquisito, come fatto normale, la possibilità di partecipare a concorsi come dirigente riservandola sia a quelle unità di personale operanti nel settore specifico, sia quelle provenienti da altri settori che dunque si candidano a “passaggio ad incarichi di funzioni dirigenziali diverse“.

Diverse, Balivo, ha capito? Il ché. ripetiamo, non vuol dire che questa parte della lex specialis (perché tale è un contratto nazionale di lavoro) abbia retto in questa versione. Ma noi riteniamo indicente che un dirigente di un ASL importante e di grande estensione risponda in questa maniera, con tale superficialità, con una povertà di argomentazione che la dice lunga sul livello di chi gestisce la sanità in Campania, rispetto a rilievi che saranno anche diffamatori, ma che tu, Balivo, nel momento in cui li consideri tali devi anche spiegare il perché. E devi farlo non con argomentazioni da Sagra dei fagioli e delle scorregge, ma adeguate al ruolo che hai, allo stipendi che introiti, al potere della tua carica.

Dunque, se ci mandi un serio repertorio giurisprudenziale, bene. Altrimenti, il vostro registro di azione è quello che abbiamo illustrato in occasione della vicenda dell’assunzione della leggiadra infermiera sparanisana. Perché questo emerge dal contenuto della sua lettera.

MA ALLA FINE?

Per la cronaca, il concorso, ridotto a due soli partecipanti, se l’è aggiudicato, come si potrà leggere dal testo della lettera di Balivo (che, ripetiamo, pubblichiamo integralmente in calce), Maria Anna Malvone.

Già braccio destro del precedente direttore dell’Unità operativa complessa Gestione Risorse Umane, Lorenzo Verde, Malvone aveva assunto la sostituzione dello stesso delle more della procedura concorsuale. Inizialmente solo per la parte amministrativa, poi con potere di firma unica.

E Di Ronza? L’esame del dirigente è stato ritenuto non idoneo, con un punteggio di 14,6 per quanto riguarda i titoli e direttamente “non idoneo” relativamente alla parte orale. La commissione giudicatrice, di cui lo stesso Franco Balivo era presidente, invece alla dottoressa Malvone ha assegnato un punteggio di 91,92. Un risultato schiacciante, una differenza tar due candidati così ampia è stata difficilmente segnalata in altre occasioni simili.

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