MONDRAGONE. Collocamento dei minori nelle strutture di ricovero. Resistenza Democratica attacca: “In tanti mandati a centinaia di chilometri e non di capisce il perché”

16 Luglio 2018 - 10:29

MONDRAGONE – La questione delle procedure adottate dal Comune di Mondragone per il collocamento dei minori presso le strutture residenziali e semiresidenziali presenti sul territorio, prevalentemente nell’ambito del C10 (che comprende i Comuni di Mondragone, Castel Volturno, Carinola, Falciano e Cancello Arnone), assume un rilievo notevole in un contesto dominato da numerose situazioni di povertà educativa, di deprivazione socio – economica e dalla necessità, quindi, di politiche per il sociale ben organizzate. Le fasce più deboli della popolazione aspettano, in tal senso, delle risposte concrete dall’Amministrazione.
Osserviamo, d’altra parte, una sostanziale nebulosità quanto alle procedure adottate dal Comune e dai Servizi Sociali del territorio in merito alla gestione dei servizi ed al collocamento dei minori, tenuto conto che ad oggi, nonostante la presenza a Mondragone di diverse strutture di ricovero pronte ad accoglierli, si registrano più di 50 persone associate a comunità esterne, spesso lontane centinaia di kilometri. Al contempo, apprendiamo che molte strutture, effettivamente operative, presenti nell’area comunale rimangono inattive per mancata predisposizione di collocamenti ad opera dei Servizi Sociali del territorio.


Facciamo nostre le preoccupazioni avanzate di recente dalla neonata “A.S.R. Minori”, innovativa esperienza di rete associazionistica composta da realtà del terzo settore, nata per promuovere e tutelare le attività delle strutture dell’ambito C10, che in una nota protocollata al Comune di Mondragone lo scorso 27 febbraio 2018 ha sottoposto all’attenzione degli organi amministrativi cittadini, una domanda tesa a chiarire la posizione dell’Esecutivo a guida del Sindaco Pacifico sulla delicata questione della gestione dei collocamenti. Ha evidenziato, il consorzio, che essendo venuta meno la “Short List” delle strutture residenziali che avevano partecipato alla manifestazione di interesse bandita dal Comune di Mondragone (l’ultima dell’anno 2017) e avendo i Servizi Sociali comunque provveduto a collocare dei minori in questi primi mesi dell’anno 2018, non è ancora dato capire come l’amministrazione stia procedendo per definire regole chiare e trasparenti nella gestione dei servizi.


C’è da dire, quindi, che precedentemente si consentiva alle strutture accreditate di partecipare ad un meccanismo tale per cui ogni qualvolta si presentava la necessità di collocare o inserire un minore in Comunità, veniva utilizzato un criterio economico e trasparente in base al quale il minore veniva associato alla struttura che offriva le migliori condizioni. Ad oggi, invece, dopo la bocciatura del Piano di Zona (avrebbe consentito l’utilizzo di una serie di fondi) da parte della Regione Campania, non esiste alcuna prospettiva chiara in relazione alla gestione delle politiche sociali.


Resistenza Democratica chiede all’Amministrazione chiarimenti sul futuro dei tanti minori che soffrono gli svantaggi della povertà economica, sociale ed educativa e si augura che la poca chiarezza, in relazione alla gestione dei collocamenti, sia un aspetto momentaneo e non una strategia figlia della “politichese tendenza alla clientela imperante”. Le politiche sociali rappresentano l’unica ancora di salvezza per tanti bambini che soffrono e per tanti minori che vogliono e devono superare la propria condizione sociale precaria. Le politiche sociali dovrebbero essere la base in grado di sostenere una comunità inclusiva, nessuna Amministrazione dovrebbe gestirle in modo superficiale o senza trasparenza.