IL CLAMOROSO VIDEO. Ecco il passaggio di danaro contante tra l’utilizzatore della casa della vice sindaca Giacobone e del marito Carmine Zenga e un congiunto dei medesimi
19 Febbraio 2024 - 13:25
Ricordiamo che l’imprenditore aveva dichiarato, dopo che ala questione era stata liquidata con una dichiarazione frettolosamente con una dichiarazione di insanità mentale della donna anch’essa utilizzatrice dell’appartamento che quella casa era stata concessa gratuitamente a persone indigenti . E siccome noi ci crediamo, fino a prova contraria, allora si tratterà di un obolo per una festa di un santo. Eppure quella mazzetta di banconote chiusa nelle mani del congiunto della vice sindaca e del marito …
CAPUA – (Gianluigi Guarino) Iniziamo con un quesito: costituisce un atto ostile nei confronti della professoressa Marisa Giacobone e di suo marito Carmine Zenga, nel caso di specie privati cittadini e affittuari di una casa di loro proprietà oppure è una normale attività giornalistica, che si occupa della seconda carica della città, anche quando questa svolge funzioni appartenenti al perimetro del privato esercizio di un’attività economica? A chi ritiene di sposare la tesi dell’atto ostile, dovremmo rispondere che allora tutto ciò che, seppur in un contesto più grande, in un macro sistema politico, (ma il concetto è sempre lo stesso) è stato fatto per anni a Silvio Berlusconi e tutto quello che è stato scritto di recente sulla ministra del turismo Daniela Santanchè non è giornalismo, ma è attacco personale, è indebita e inaccettabile intrusione nella sfera del privato, perchè al privato appartiene l’attività di una società di persone e anche di capitali. Questi ragionamenti, che appaiono banali, noi li dobbiamo necessariamente sviluppare in un contesto molto arretrato, come quello, in generale, della provincia di Caserta e nel caso di cui ci stiamo occupando, della città di Capua.
Fondamento di ogni democrazia è, infatti, l’esercizio di quella parte della libertà d’informazione che affonda le sue radici nell’iper fondamentale articolo 21 della Costituzione (libertà di pensiero) è occuparsi di come le persone che esercitano un ruolo pubblico, che gestiscono, cioè, le risorse e il danaro versato nelle casse pubbliche, nel caso specifico nelle casse del comune di Capua, si comportino anche nella sfera privata, soprattutto quando questa riguarda le modalità con cui si sviluppa un’attività economica di tipo imprenditoriale. Perchè se lì ci sono cose che non funzionano, il cittadino che vota lo deve sapere perchè ciò può costituire un elemento di informazione determinante o quantomeno incidente nella suprema scelta che si fa in cabina elettorale.
Fatta la lezioncina di educazione civica di terza elementare, che purtroppo siamo costretti a fare, altrimenti c’è sempre qualche buzzurro che va dicendo in giro cazzate, distribuendo moniti e lamentazioni, veniamo alla notizia odierna.
Dove eravamo rimasti per la vicenda dell’appartamento di vico San Vincenzo primo al civico 12?
Eravamo rimasti alla presunta verità, purtroppo avallata anche da qualche familiare, evidentemente intimorito dalla situazione, che quella povera signora, la quale aveva dichiarato che essendosi lamentata con gli Zenga per una presunta mancata regolarizzazione del contratto di fitto, che a lei e al marito indigenti sarebbe servita per accedere al bonus fitti, non era sana di mente, aveva dei precedenti di assistenza psichiatrica e dunque tutto quello che aveva raccontato era tutta roba da non considerare credibile.
La verità ufficiale, cioè quella della famiglia Zenga era stata la seguente: noi non abbiamo minacciato nessuno, noi non abbiamo messo le mani addosso al marito della signora, e la loro presenza in quel nostro appartamento era stata frutto di una scelta libera di solidarietà di concedere in via totalmente gratuita a queste due persone l’uso di quei locali.
Noi dobbiamo credere alla verità ufficiale degli Zenga che resta tale. E allora abbiamo il dovere di cercare un motivo, un senso a questo passaggio di danaro liquido, che avviene tra un componente della famiglia residente in quell’appartamento e un congiunto di Carmine Zenga e di sua moglie, Marisa Giacobone, tra le altre cose assessora alle politiche sociali.
Dobbiamo trovare una spiegazione al passaggio di danaro liquido da una mano all’altra, che si vede distintamente nel video di cui siamo entrati in possesso e che, solo per il momento, abbiamo alterato, coprendo le facce delle due persone, avendo comunque a disposizione la sua versione originale.
Magari il componente della famiglia degli utilizzatori dell’appartamento di proprietà della società Ciemme Group Immobiliare SAS di Carmine Zenga e C, avrà deciso, pur essendo indigente di offrire un obolo sontuoso per una festa religiosa, visto che gli 80 e più euro che passano da una mano all’altra, cioè da quella dell’utilizzatore dell’appartamento a quella del congiunto di Carmine Zenga, sono una cifra enorme per chi è, di fatto, un nulla tenente. E doveva essere realmente un giro di questua quello del parente del congiunto di Zenga e della Giacobone, se è vero come è vero che nelle sue mani si vedono altre banconote. Un mazzetto che fa pensare ad una cifra significativamente più grande a quella degli 80 euro esposti e trasmessi di mano in mano. Siccome questo è un video che non racconta una sequenza dal suo inizio alla sua fine, ma per una manciata di secondi che probabilmente sono incastrati tra un inizio e la fine dell’incontro tra il parente di Zenga e l’utilizzatore dell’appartamento, noi non possiamo stabilire se quei soldi che ha in mano il congiunto della vice sindaca siano o meno connessi all’incontro a tavolino con l’utilizzatore. Certo è che se non lo fossero, appare ben strano che il parente abbia in mano soldi riguardante un altro obolo di questua raccolto magari in un’altra casa . Non ci sarebbe alcun motivo. Perchè se c’è un resto da dare tu tiri fuori 10 o 20 euro ma non hai una mazzetta di banconote nelle mano. E allora, come amiamo dire noi, non c’è certezza sulla connessione tra questi due gruppi di banconote, ma affermare che non sia verosimile che appartengono allo stesso contesto di passaggio di danaro costituirebbe una forzatura omissiva .
Poi, saranno i capuani a giudicare e a valutare anche quel foglietto di carta tipo ricevuta che il parente rilascia all’utilizzatore.
A quando risalga questo video neanche lo possiamo stabilire con certezza. Secondo noi, ma ci possiamo anche sbagliare, la questua è precedente all’esplosione del caso giornalistico, ma ripetiamo, essendo noi gente intellettualmente onesta, non c’è alcun segno nel video che possa in qualche modo darci la possibilità di sviluppare un ipotesi verosimile.