La Domenica di Don Galeone. Le letture della liturgia di oggi hanno come comune denominatore, anche se con sfumature diverse, l’invito alla conversione, alla lettura delle sacre scritture per credere in Gesù…

14 Aprile 2024 - 10:02

14 aprile 2024 ✶ III Domenica di Pasqua (Anno B)

Gesù risorto: un mondo nuovo è cominciato!

Qualche difficoltà di interpretazione

Questo racconto si svolge in Gerusalemme, nel giorno di Pasqua. È notte, gli Undici e altri discepoli stanno discorrendo del Risorto, quando giungono trafelati due da Emmaus, che raccontano di avere incontrato il Risorto. Ci sono, però, alcuni particolari che fanno problema e vanno interpretati: a) appare il Signore e ci aspetteremmo una reazione di gioia, invece “rimasero stupiti, spaventati, turbati” (Lc 24,36. b) Difficile anche capire l’espressione “per la grande gioia non credevano” (Lc 24,41). Come conciliare la gioia con i dubbi? c) Lascia anche perplessi il fatto che Gesù mangia del pesce davanti ai discepoli (Lc 24,39): uno ‘spirito’ non può mangiare! d) E poi: Gerusalemme è lontana dal mare; il fatto sarebbe stato più verosimile a Cafarnao, paese di mare. e) Infine, è strano quel riconoscimento fatto attraverso le ‘mani e i piedi’: le persone si riconoscono dal viso e non dagli arti! Cosa significano questi particolari strani a prima vista?

Avere

dubbi di fede non è una colpa …

Chi non ha fede, deve sempre mestamente concludere: ignoràmus et ignoràbimus. Il credente, invece, procede nelle ‘tenebre accecanti’ della fede. Avere fede è capacità di sopportare il dubbio, di convivere con gli interrogativi della vita. La fede non è un prodotto logico, la conclusione di un sillogismo, ma un processo faticoso, un’umile ricerca, senza fine! È importante ricuperare questa dimensione della fede: avere dubbi non è una colpa o una mancanza di fede, ma l’occasione per un vero atto di fiducia in Dio. Solo una concezione intellettualistica della fede esclude il dubbio. Gesù stesso comprende le difficoltà dei suoi discepoli. Il dubbio non lo scandalizza: la fede è un dubbio superato, l’anima della fede è la fedeltà, la fedeltà è il salario quotidiano che devo pagare a Dio. Questo non significa coltivare morbose ansietà, ma accettare i limiti ontologici e psicologici dell’uomo. È importante essere solidali con la sofferenza del mondo, senza dare consolazioni in anticipo. Altrimenti diventeremo gli epigoni di Leibniz, ferocemente ironizzati da Voltaire nel suo libro Candido.

Si salvi chi può. Un’eresia!

Non entreremo da soli in cielo! Ci tireremo dietro tutti quelli che abbiamo amato e aiutato, o ci perderemo con tutti quelli che da noi dipendevano e che noi abbiamo abbandonato. “Fuori dalla Chiesa non c’è salvezza” significa che non ci salveremo da soli né fuori dalla ‘comunità’. Scopo del cristianesimo non è “Si salvi chi può”. Il cristianesimo è la religione dei salvati che salvano, dei redenti che redimono, degli amati che amano. Dio raduna gli uomini di buona volontà non per coccolarli o viziarli; li raduna, li incoraggia e li manda a lavorare nel cantiere della vita. I cristiani non possono chiudersi nel ghetto, dietro le mura della chiesa o del convento. Ricordate Maria? Dopo l’annunciazione fece una visitazione, come possiamo fare tutti. Come Francesco, che andò in Assisi a predicare: “E non disse una parola!”. Abbiamo un immenso e silenzioso potere: il nostro esempio, la nostra parola buona, la nostra preghiera.

Alcune notazioni

Saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme”. Vediamo ciascuno di questi elementi: a) per ‘conversione’ in greco si usano due termini: uno è ἐπιστροφή, che significa ‘il ritorno a Dio’ quindi il ritorno al culto, il ritorno al tempio, alla preghiera; b) gli evangelisti evitano questo termine, usano μετάνοια, che significa ‘cambiamento di mentalità’, cioè orientare diversamente l’esistenza, non verso l’io ma verso gli altri; c) il ‘perdono dei peccati’ ( ): questo dev’essere annunziato a tutti i popoli pagani (τὰ ἔθνη), cominciando da ( … E qui abbiamo la sorpresa: da chi cominciare? qual è il primo popolo pagano, bisognoso di conversione? la Siria? l’Egitto? No, è Gerusalemme: Ἰερουσαλήμ. La città santa è equiparata da Gesù a terra pagana bisognosa di conversione. Sono le istituzioni religiose quelle che per prime hanno bisogno di convertirsi!

Ignorare le Scritture è ignorare Cristo

Davvero ignorare le Scritture è ignorare Cristo! Anche a noi Gesù potrebbe rivolgere il rimprovero che un giorno rivolse agli ebrei: “Voi vi ingannate, non conoscendo le Scritture” (Mt 22,29). Un piccolo slogan di un semplice testimone di Geova è capace di mettere in difficoltà un cattolico. Il Corano definisce gli ebrei e i cristiani come “gli uomini del Libro”. Forse i musulmani ci conoscono poco, ci stimano troppo! Non conosciamo, non leggiamo, non crediamo, non viviamo la Bibbia. Questo Vangelo diventi per tutti uno stimolo a riprendere tra le mani questo santo Libro, un libro di storia, meglio, il libro di salvezza!

Buona Vita!