SOLDI & CLAN BELFORTE. A tre mesi dal sequestro a Michele Maravita, genero del boss Della Ventura, apre il ristorante La Baita anche ad Ibiza

20 Maggio 2024 - 17:41

Il co-proprietario de La Baita, assieme a Pasquale Maravita, per la Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha guidato attività lecite e illecite dei Della Ventura a Caserta, collegati al clan Belforte. Per questo motivo, è sotto processo assieme alla suocera, Concetta Buonocore, moglie dello storico capozona del capoluogo, Antonio Della Ventura, recluso al 41 bis

CASERTA – L’ultima volta che avevamo scritto del ristorante di carne La Baita di Valle di Maddaloni, famosissimo ormai perché accorsato da sportivi, come i giocatori del Napoli, e celebrità varie del web, del suo cuoco e proprietario Pasquale Maravita, e del fratello di questi e co-proprietario, Michele Maravita, era il 23 febbraio scorso.

Ne scrivevamo per due motivi. Il primo era il comunicato della Polizia di Stato relativo al sequestro da un milione e mezzo di euro nei confronti di Michele Maravita (CLICCA E LEGGI).

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, misure di prevenzione aveva firmato il provvedimento perché due immobili, auto, una barca, oltre che la società gestisce il ristorante La Baita, la M&M srl, secondo la divisione Anticrimine della questura di Caserta sarebbero stati acquistati con proventi di attività delittuose.

Michele Maravita e i congiunti, in base alle notizie rese note dalla polizia di Stato,

al momento dell’acquisizione di vari beni, non avevano la disponibilità economica per comprarli. Sempre secondo la questura, beni mobili e immobili sono stati fatti propri grazie alla contiguità con il clan Belforte.

L’uomo è stato condannato in via definitiva dalla corte di Appello di Napoli per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il famigerato caso dei brasiliani a Maddaloni

Ai Belforte è legato familiarmente Michele Maravita, essendo genero del boss Antonio della Ventura, considerato capo zona di Caserta e da anni al 41 bis.

Dello chef Pasquale Maravita, fratello di Michele, invece scrivevamo a seguito di un video non esattamente preciso nei termini utilizzati, pubblicato dal profilo Facebook e Instagram de La Baita.

In questo filmato Pasquale Maravita, chissà, forse mal consigliato da chi cura la sua comunicazione o quella del locale, parlava di un semplice controllo, di un accertamento, riferendosi, però agli atti propedeutici alla nomina di un amministratore giudiziario, a seguito del sequestro appena raccontato (GUARDA IL VIDEO).

Chiaramente, Pasquale Maravita si lamentava di quanto “tramandato” dai giornali. Ovvio, non ci aspettavamo una descrizione neutrale dei fatti dal proprietario di un bene coinvolto in una procedura di sequestro, ma descriverlo in quel modo lo ritenemmo “folkloristico”.

Ripetiamo, come scrivemmo al tempo, che La Baita ha sempre proseguito la sua attività, passata alla gestione do un amministratore giudiziario nominato dal tribunale, in modo da tutelare i lavoratori e non bloccare un locale così importante, diminuendone il valore per un provvedimento tutt altro che definitivo.

A meno di tre mesi da quel giorno, ieri, 19 maggio, Pasquale e Michele Maravita hanno inaugurato ad Ibiza un locale e ripercorrere, nel nome e nel menu, quanto fatto a Valle di Maddaloni.

Quindi, una nuova sede, una sede spagnola per La Baita.

Che Michele Maravita avesse una particolare predilezione per Ibiza era in realtà emerso da un’ordinanza del tre giugno 2017, emessa dal tribunale di Napoli, su richiesta della DDA di Napoli, divenuta processo istruito in rito ordinario per quanto riguarda il Maravita.

In quel passaggio, dopo aver fatto visita in carcere alla suocera, Concetta Buonocore e a Fulvio Della Ventura, Michele Maravita spiega che per un certo periodo sarebbe andato via, proprio ad Ibiza, in vacanza.

Per i magistrati dell’antimafia, parlando invece dei motivi dell’ordinanza, Michele Maravita avrebbe gestito il traffico di sostanze stupefacenti a Caserta. Quello che è il co-proprietario, nonostante la società sia sotto amministrazione giudiziaria, de La Baita, secondo la DDA, aveva assunto la direzione degli affari di famiglia, per conto della suocera, in quel periodo reclusa (2017, circa).

A Maravita gli inquirenti danno la posizione di direzione di attività commerciali e illecite, come spaccio, usura, estorsioni e riciclaggio.