Tre gemelli disabili per “errore”: 5 milioni di euro ai genitori, ma l’OSPEDALE di CASERTA si oppone e ricorre in Appello

2 Giugno 2024 - 09:20

L’Aorn e la Caran Srl Medicina e Biologia della riproduzione di Caserta presentano ricorso contro il dispositivo del tribunale.

CASERTA. Una mamma che si sottopone alla fecondazione assistita, una gravidanza trigemellare, ma i bimbi sono tutti nati con malformazioni fisiche e cerebrali.

E’ una di quelle storie difficile da raccontare: un parto, una gravidanza sono, solitamente, fonti di gioia familiare. Stavolta però, nonostante la felicità di avere messo al mondo tre figli, quella mamma e quel papà, per tutta la vita dovranno accudire tre figli nati tutti con malformazioni fisiche e mentali. Di chi la responsabilità? Di chi ha praticato quella fecondazione, dei medici che hanno assistito il parto, del ginecologo che ha avuto in cura la mamma nei nove mesi di gestazione?

Difficile da stabilire: i genitori dei tre bimbi fecero causa al centro di fecondazione ed all’Ospedale civile di Caserta in cui i neonati nacquero ed il tribunale ha già dato loro ragione, condannando le due strutture al risarcimento dei danni (se mai risarcimento possa esserci per un dramma del genere).

Oggi, ad opporsi a quella sentenza di primo grado che li ha visti condannati, sono stati proprio la Caran Srl Medicina e Biologia della riproduzione di Caserta (assistita

dagli avvocati Luigi Caterino e Jacopo Soluri) e l’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta difesa dai legali interni all’Aorn, Domenico Sorrentino e Antimo D’Alessandro.

Caran e ospedale di Caserta si oppongono, dunque, all’ordinanza n° 1889/2024 del 30/01/2024, resa nell’ambito del procedimento ex art. 702 c.p.c RG.n. 10819/2019 dal Tribunale di S. Maria C.V., III Sezione Civile, presieduta da Antonia Schiattarella.

Caran ed ospedale erano, infatti, stati condannati al risarcimento del danno nei confronti dei due genitori e dei tre bambini e sarà ora la corte d’Appello di Napoli a stabilire le rispettive responsabilità. Il tribunale aveva condannato la Caran al pagamento del 90% del danno e l’Azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta” al pagamento del 10% della somma stabilita dal tribunale. Ovvero, per la madre, il tribunale aveva decretato un risarcimento di circa 324mila euro; 332mila euro per il padre dei piccoli e 4 milioni e 647mila euro per entrambi, quali genitori esercenti la responsabilità genitoriale sui tre minori. Un totale, dunque, di più di 5 milioni di euro per i genitori ed i tre bimbi; un risarcimento oggi contestato dalla Caran e dall’ospedale, che si oppongono all’ordinanza del tribunale.

Qui sotto la delibera del dg dell’Aorn, Gaetano Gubitosa, che dà mandato ai legali dell’ente di rappresentare l’ospedale in giudizio davanti alla corte d’Appello.