… e sul Consorzio, a CAPUA, torna la democrazia: un consigliere di maggioranza ha il coraggio di contestare Villani sui super poteri alla famiglia Giacobone-Buglione-Zenga

3 Marzo 2025 - 12:30

E’ del tutto evidente che, al di la del linguaggio felpato e misurato della sua nota Facebook, Michele Casuccio vada a colpire proprio un metodo di gestione dei servizi sociali relativamente alla nascita del nuovo consorzio che ha escluso ogni possibilità di confronto con i gruppi consiliari e si è risolta con una veloce nomina della Giacobone a presidente del Cda. In calce all’articolo il testo integrale del post pubblicato da Casuccio

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CAPUA (g.g.) Non si poteva certo pretendere di più rispetto a quello che il consigliere comunale di maggioranza Michele Casuccio, che insieme al suo collega Claudio Di Benedetto, da corpo al gruppo consiliare di Capua bene comune che ha in Pasquale

Frattasi il suo rappresentante in giunta comunale. Non si poteva pretendere di più rispetto a quello che comunque rappresenta un importante segnale di novità che associa un minimo di decoro politico ad una maggioranza che fino ad oggi ha sostenuto la coppia dei comandanti effettivi della città, formata oltre che dal citato sindaco, dalla sua vice Marisa Giacobone che, nonostante tutte le traversie e una serie significativa di fatti fortemente discutibili relativi soprattutto al comportamento inquietante di suoi diretti familiari

Casuccio infatti inaugura il suo intervento affidato al classico spazio social di Facebook, con una dichiarazione meramente assertiva di quelli che sarebbero stati i risultati e il gran lavoro compiuto dall’amministrazione comunale che a metà del suo cammino di consiliatura avrebbe risolto quelli che Casuccio definisce innumerevoli problemi di Capua e il funzionamento della macchina comunale.

Si capisce che questa premessa è legata alla volontà di dare un’apparenza di tranquillità, di serenità, di saldezza del legame è politico tra lui e Adolfo Villani. In caso contrario il conigliere Casuccio avrebbe dato la possibilità anche a noi, ma ancor di più alla città di discutere e di confrontarsi su ognuno di questi obiettivi raggiunti visto che francamente, sarà un nostro limite, noi non ne abbiamo colti granchè e misurandoci su una delle questioni aperte che maggiormente entra nella vita quotidiana delle persone, ossia la raccolta differenziata, abbiamo sciolto molte più ombre che luci, con ampia riserva di occuparci ancor di più e meglio di questa materia nei mesi a venire

Ma il preambolo di Casuccio, a nostro avviso, è più di maniera che di sostanza

La sostanza arriva nella seconda parte del suo comunicato che è anche il comunicato di Capua Bene Comune e che almeno in teoria dovrebbe dunque sintetizzare la posizione anche dell’intero gruppo consiliare, formato come già scritto all’inizio da due persone anche se, a dirla tutta. anche se noi conoscendo bene come funzionano certe cose avremmo preferito leggere un riferimento esplicito al contributo dato anche dall’altro consigliere comunale di Capua Bene Comune, Claudio Di Benedetto, alla definizione di questa definizione

Comunque, in attesa di capire quale sia la posizione precisa di Di Benedetto che in passato ci ha dato la sensazione di non essere tanto lontano dalle sensibilità culturale della famiglia Buglione Zenga Giacobone, entriamo rapidissimamente nel merito di quello che è l’unico concetto esplicitato da Casuccio nel post la cui versione integrale pubblichiamo, come è nostra consuetudine fare in casi del genere, in calce a questo articolo. Noi abbiamo capito che la trasformazione dell’ambito intercomunale dei servizi sociali C09, in un Consorzio a cui partecipano i 10 comuni (CLICCA QUI E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DI OGGI) dell’ambito, è stata gestita esclusivamente sull’asse solito, ossia è stato un affare tra Adolfo Villani, Marisa Giacobone, Carmine e Franco Zenga e gli allegati “Buglioniani”. Casuccio dice che lui, ma nessun altro consigliere comunale, sono stati minimamente coinvolti nella fase preliminare di messa a punto del nuovo strumento della forma giuridica del nuovo erogatore dei servizi alla persona. Ciò nonostante fosse stata formulata una richiesta in tal senso esplicita al sindaco Villani che evidentemente, aggiungiamo noi, anche in questo caso non ha potuto mettere b3ecco in quello che viene considerato un territorio nel quale le famiglie Buglione.

Giacobone e Zenga ritengono di avere carta bianca così come hanno ritenuto di averla nell’ambito dei vigili urbani prima minacciandoli al punto da essere rinviati a giudizio, ma alla fine normalizzandoli perché oggi i caschi bianchi di Capua non sono nella condizione di far rispettare le leggi al bar Giacobone, quello di famiglia della vice sindaca che viola ancora spudoratamente il codice della strada come abbiamo scritto in cento articoli e dunque non riteniamo di dover ribadire ancora in che modo e tenendo dotto stretta osservazione le dinamiche relative all’individuazione di chi deve oggi svolgere come facente funzioni, e in prospettiva come nuova carica apicale, il ruolo di Comandante. “Riconosciamo che quanto fatto ed in corso di realizzazione è anche ascrivibile alle capacità e alla determinazione del Sindaco ma al contempo non potremo continuare ad accettare supinamente di essere, frequentemente, solo testimoni o meri accompagnatori di ciò che sta avvenendo e che non sempre ci trova convinti.” Fin qui la nota di Michele Casuccio che, ripetiamo, va apprezzato per il coraggio con cui ha posto, seppur implicitamente, la questione dell’invadenza totale della famiglia Buglione-Zenga-Giacobone che con 370 voti circa, quelli raccolti dalla vice sindaca alle ultime elezioni, esprime un potere reale finanche superiore a quello di Villani, con l’inquietante e, ripetiamo ancora, micidialmente dannosa per l’immagine della città visti gli usi e costumi di quest’area familiare larga che non viene certamente dal nulla, ma da un passato complesso, di Adolfo Villani.